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EPM o NDE, cosa c'è dopo la morte?

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    Cristianalibera
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    00 04/01/2012 11:47
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    Cristianalibera
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    00 04/01/2012 11:53
    Near Death Experience può essere tradotto in italiano con "esperienza in punto di morte" o "esperienza di pre-morte", ma l'acronimo NDE è il termine più diffuso e riconosciuto per indicare questo tipo di esperienze. Le NDE classiche sono costituite da racconti o testimonianze di eventi "vissuti" da persone che si sono trovate, per un periodo più o meno breve o lungo, in uno stato di potenziale morte clinica riconosciuta, rispetto al quale sono state poi riportate in vita. Gli eventi narrati dovrebbero coincidere col periodo della morte clinica, anche se vengono avanzati dubbi al riguardo.

    Durante gli ultimi 40 anni vari ricercatori hanno approfondito ed arricchito le conoscenze su questa nuovo campo di studi nato nell'ambito della tanatologia. Tra i pionieri figurano medici come Raymond Moody, Michael Sabom, Melvin Morse, psichiatri e psicologi come Elizabeth Kübler-Ross, Kenneth Ring, Peter Fenwick, Phyllis Atwater e molti altri. Da un'indagine Gallup del 1982 risultava che nei soli Stati Uniti circa 8 milioni di persone adulte avevano avuto una NDE. Sondaggi successivi hanno elevato tale cifra a quasi 12 milioni. Da uno studio pubblicato nel 2001 dal Dott. van Lommel è risultato che su 344 pazienti riportati in vita negli ospedali olandesi dopo un arresto cardiaco, circa il 18% era andato soggetto ad una NDE.

    Le NDE hanno quasi sempre un profondo impatto su coloro che ne fanno esperienza, anche per quanto riguarda la loro vita successiva. Molti "sperimentatori" infatti tornano indietro con un bagaglio di esperienze e di convinzioni interiori sui principi che riguardano lo spirito ed il significato dell'esistenza umana, e ricominciano a vivere con una visione del mondo e del proprio impegno nella vita che in alcuni casi risulta completamente diversa da quella che avevano prima di "morire".

    Molte di queste testimonianze sono pervase da un'aura numinosa per la presenza di un'energia la cui orgine viene percepita come divina, un'energia che si manifesta sotto forma di luce e di un amore immenso ed incondizionato. Ho pensato di dare evidenza alle testimonianze di NDE perché sono tante e provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Gli effetti di una NDE comprendono la drastica riduzione del timore della morte, la comprensione del significato dell'amore e l'incremento della capacità di amare senza condizioni e senza personalizzare l'amore, il sentimento che tutto l'esistente è un'unica entità e che la vita ha un significato profondo ed uno scopo, l'acccettazione e la compassione per gli altri esseri umani e l'accrescimento dell'interesse per lo spirito e per la sua evoluzione. Chi è passato attraverso quest'esperienza, in genere tende ad essere più incline ad una spiritualità universale, anziché assumere un atteggiamento "religioso" nel senso convenzionale del termine, e molti ne tornano convinti del fatto di essere "spiriti" temporaneamente ingabbiati in un corpo fisico.

    Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che le NDE possano essere prodotte dall'attività cerebrale (in particolare da forme di attività che si produrrebbero nel nel cervello morente). Ma il dottor Peter Fenwick, neuropsichiatra inglese impegnato nel campo delle ricerche sulle NDE, pensa che tali ipotesi non reggano alla prova dei fatti. Il dottor Fenwick così descrive lo stato del cervello durante una NDE: «Il cervello non sta funzionando, non è là, è fuori gioco, può anche essere leso… Eppure queste esperienze, chiarissime, si verificano… Quando il cervello smette di funzionare, normalmente si ha uno stato di incoscienza. Per esempio, se voi avete uno svenimento, cadete al suolo senza sapere cosa sta accadendo, perché il cervello non funziona. I sistemi della memoria sono particolarmente sensibili all'incoscienza, e così non potrete ricordare nulla. Eppure, dopo una di queste NDE, i ricordi sono chiarissimi e lucidi… Questo è un vero rebus per la scienza. Non ho ancora trovato una sola spiegazione scientifica che possa dar conto di questi fatti».

    In questa sezione sono riportate alcune testimonianze di NDE, tra le tante che provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Cliccando sui nomi della pulsantiera di destra si accede alle singole esperienze.

    Nell'occuparmi di esperienze come le NDE il mio scopo non è quello di dimostrare l'esistenza di una vita dopo la morte – cosa che comunque non escludo – ma piuttosto di evidenziare un messaggio, un insieme di informazioni, relative ad una condizione che per molti aspetti appare diversa, quasi antitetica rispetto a quella umana. Per esempio, in molte di queste esperienze compare un essere luminoso che irradia amore, un amore di un'intensità che va oltre qualsiasi esperienza umana, un amore incondizionato che infonde sicurezza, immensa felicità e senso di appartenenza, un amore che fa sentire finalmente a casa. Un altro aspetto che si verifica di frequente è la revisione della propria vita in compagnia di questo essere di luce. Non vi è la sensazione di essere da lui giudicati, e meno che mai condannati. Vi prevale invece un senso di comprensione e di conforto, non disgiunto in qualche caso da un benevolo umorismo. Semmai è il soggetto stesso che, nel percepire quanto vi è stato di disarmonico nella propria vita, soprattutto in relazione alle sofferenze causate agli altri dai nostri atti, sente con rammarico l'inadeguatezza della propria capacità di controllare in modo positivo una condizione così difficile quale è quella dell'incarnazione.

    Nella loro maggioranza, le esperienze narrate da chi è passato attraverso una NDE non vengono percepite come fantasie o avventure oniriche, ma hanno lo spessore e l'impatto di un vissuto reale, che non di rado presenta una qualità della realtà percepita come superiore a quella del nostro normale stato di veglia. Anche la registrazione nella memoria di tali eventi risulta profonda e duratura, almeno pari, se non superiore, a quella degli episodi della nostra vita che hanno determinato il maggior coinvolgimento emotivo e di significato. Pertanto, sempre alla luce dell'importanza dell'elaborazione e della trasmissione dell'informazione, possiamo affermare che tramite le NDE ci perviene un messaggio informativo da non sottovalutare. A mio avviso la questione se tale messaggio sia in tutti i casi di NDE un'elaborazione dovuta all'attività del cervello, come sostengono alcuni ricercatori, oppure venga trasmesso in qualche caso anche in assenza di attività cerebrale, come sostengono altri, pur essendo molto importante, non è essenziale.

    In alcuni casi la sospensione delle funzioni vitali è stata determinata da esigenze di tecnica chirurgica strettamente controllata, che non dovrebbero lasciare dubbi sulla verifica delle condizioni di sospensione del funzionamento del cervello (per esempio, lunghi periodi di encefalogramma piatto). Le testimonianze delle esperienze vissute dalle persone le cui funzioni vitali si trovavano in quello stato inducono alcuni ricercatori ad ipotizzare che la corrispondenza coscienza=stato mentale=attività cerebrale in alcune circostanze possa venir meno.

    Coloro che sostengono la tesi che in ogni caso le NDE devono essere prodotte dall'attività del cervello, appartengono a due categorie: o si richiamano al fatto che, senza eccezioni, qualsiasi forma di consapevolezza e qualsiasi elemento di informazione ricevuto dagli esseri umani deve passare attraverso l'attività cerebrale – il che si risolve in una negazione a priori di altre alternative – oppure cercano di provare che le NDE non si verificano in condizioni di EEG piatto (pur se così potrebbe sembrare) ma prima o dopo tali stati, e che l'attività cerebrale anche in condizioni di ridotta efficienza può consentire il prodursi di tutte le esperienze delle NDE e la loro memorizzazione. I primi sostengono (logicamente, in base ai loro presupposti) che l'onere della dimostrazione del fatto che le NDE potrebbero non dipendere dall'attività cerebrale sia tutto a carico di chi sostiene tale tesi, mentre i secondi ritengono di aver dimostrato che le NDE sono prodotte dal cervello.

    Per conto mio, ritengo che allo stato attuale le conoscenze scientifiche sul modo in cui il cervello elabora l'informazione – e soprattutto un tipo di informazione come quella presente in diverse NDE – siano insufficienti per poter trattare l'argomento con adeguata sicurezza, nonostante i recenti sviluppi delle neuroscienze: preferisco pertanto sospendere il giudizio. Credo inoltre che, quand'anche fosse dimostrato che le NDE siano in ogni caso un prodotto dell'attività cerebrale, questa specie di "canto del cigno" del cervello costituirebbe comunque un'esperienza della massima importanza, dato che può comportare fenomeni come l'uscita dal tempo e dallo spazio, la ricezione di informazioni appaganti e confortanti sul significato della vita, il coinvolgimento emotivamente intenso ed estatico in un'onda d'amore infinito ed onnicomprensivo, che possono essere considerati come significativi in relazione ad un possibile stato di transizione della consapevolezza. È inoltre mia convinzione che le NDE più significative abbiano una qualità del tutto diversa da quella delle esperienze ottenibili mediante l'uso di sostanze psicoattive.

    Penso che vada sempre tenuta presente l'impostazione logica della teoria dell'informazione, in base alla quale l'informazione stessa, comunque elaborata, ha sempre un destinatario che deve essere in grado di decodificarla. Tutti gli sforzi della scienza sono orientati in questa direzione. Se così non fosse tutto l'universo sarebbe "assurdo" e qualsiasi nostro sforzo verso la sua conoscenza sarebbe vano (tesi che alcuni filosofi hanno sostenuto). Se noi non avessimo la facoltà di decodificare l'informazione presente nell'universo, la nostra condizione umana sarebbe quella di vittime, prive di difesa, di un'illusione, di un imbroglio colossale senza vie di uscita (una posizione simile a quella della maya della filosofia indiana). Ma proprio l'esistenza della possibilità di decodificare l'informazione ha come premessa inevitabile il fatto che essa sia stata codificata e trasmessa, anche tramite l'elaborazione compiuta dal cervello, generazione dopo generazione. In relazione all'informazione, dobbiamo sempre ipotizzare, per coerenza logica, una sorgente, un sistema di trasmissione e di elaborazione, ed un destinatario: in caso contrario, non vi potrebbe essere "significato" nella decodifica dell'informazione stessa.

    Se il cervello è lo strumento di trasmissione e di elaborazione dell'informazione di cui disponiamo nella nostra dimensione fisica, non mi sembra che ci siano elementi nelle attuali conoscenze scientifiche che consentano di escludere la possibilità dell'esistenza di altri sistemi di trasmissione ed elaborazione dell'informazione in dimensioni diverse. La stessa fisica, non solo non esclude, ma anzi afferma la possibile esistenza di universi "paralleli" distinti da quello in cui viviamo, ma con esso coesistenti. Questo non significa che la morte debba di necessità implicare una transizione dall'uno all'altro di questi universi, ma può darsi che la coscienza possa disporre di sintonie diverse.

    Quest'articolo di Paola Giovetti offre un quadro sintetico della storia delle ricerche nel campo delle NDE. In quest'altro articolo, sulle esperienze indotte da sostanze psicotrope, si esaminano testimonianze di esperienze prodotte dall'uso di allucinogeni (psilocibina) per metterle a confronto con le NDE.


    www.neardeath.it/aaa/d-nde.htm
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    Cristianalibera
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    00 04/01/2012 12:03
    Se qualcuno di voi ne avesse avuto simile esperienze le vostre testimonianze saranno ben gradite.
    [Modificato da Cristianalibera 04/01/2012 12:07]
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    The Red baron
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    00 04/01/2012 19:11

    Dovrebbero trovare dei volontari ATEI da mandare in Coma Farmacologico! [SM=x2490310]

    Se anche Loro al risveglio raccontano cose del Genere,

    allora la matassa si fà interessante [SM=x2491382]





    """Ci sono due tipi di sciocchi;
    quelli che non hanno dubbi,
    e quelli che dubitano di tutto"""
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    Cristianalibera
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    00 04/01/2012 19:17
    Re:
    The Red baron, 04/01/2012 19.11:


    Dovrebbero trovare dei volontari ATEI da mandare in Coma Farmacologico! [SM=x2490310]

    Se anche Loro al risveglio raccontano cose del Genere,

    allora la matassa si fà interessante [SM=x2491382]



    Non so se un coma farmacologico sia identico ad una vera e propria EPM, ma sono sicura se un ateo incallito come la titty avesse mai una simile esperienza lo prenderebbe per il solito delirio mistico...

    e certo che si riguarderebbe bene dal raccontarla. [SM=g7349]

    o no? pensi che si convertirebbe?


    [SM=g7344] [SM=g7344] [SM=g7344]

    [SM=g2490071] [SM=g2490071] [SM=g2490071] [SM=g2490071]


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    The Red baron
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    00 04/01/2012 19:26
    Re: Re:
    Cristianalibera, 04/01/2012 19.17:



    Non so se un coma farmacologico sia identico ad una vera e propria EPM, ma sono sicura se un ateo incallito come la titty avesse mai una simile esperienza lo prenderebbe per il solito delirio mistico...

    e certo che si riguarderebbe bene dal raccontarla. [SM=g7349]

    o no? pensi che si convertirebbe?


    [SM=g7344] [SM=g7344] [SM=g7344]

    [SM=g2490071] [SM=g2490071] [SM=g2490071] [SM=g2490071]





    CI sono eventi che cambiano la vita!

    Vedi Paolo per la strada di Damasco


    Propongo di mandare in Coma Claudio e Piero [SM=x2491382]
    [Modificato da The Red baron 04/01/2012 19:31]





    """Ci sono due tipi di sciocchi;
    quelli che non hanno dubbi,
    e quelli che dubitano di tutto"""
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    Re: Re: Re:
    The Red baron, 04/01/2012 19.26:



    CI sono eventi che cambiano la vita!

    Vedi Paolo per la strada di Damasco


    Propongo di mandare in Coma Claudio e Piero [SM=x2491382]




    E sei proprio sicuro che non ci siano già andati...? [SM=x2630423] [SM=x2630425]

  • nevio63.
    00 05/01/2012 05:39
    articolo del Dott. Peter Fenwick

    www.victorzammit.com/book/italian/cap18italian.html

    18. La scienza e le esperienze di premorte (NDE)
    "Sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che le NDE si verificano in tutte le culture e si sono verificate in ogni epoca storica ... le NDE riguardano sia i giovani che gli anziani, la gente di ogni ceto sociale, coloro che nella vita hanno sviluppato una dimensione spirituale e coloro che non professano alcuna fede ... ci sono parecchi esempi di persone che hanno sperimentato una NDE in un momento in cui non sapevano nemmeno che esistesse un fenomeno di questo genere."

    Dott. Peter Fenwick
    L'esperienza di premorte o NDE (acronimo del termine inglese Near Death Experience) costituisce un'argomentazione potente a favore dell'esistenza di una vita dopo la morte. Grazie al progresso registrato nell'ambito delle tecniche di rianimazione, sempre più persone vengono riportate indietro dal limite della morte clinica. E molte riferiscono un'esperienza profondamente significativa durante la quale hanno l'impressione di essere vivi e in pieno possesso delle proprie facoltà al di fuori del proprio corpo. Per molti un'esperienza di premorte è un'esperienza intensamente emotiva e spirituale.

    Le prove a supporto delle NDE sono coerenti, schiaccianti e sperimentate da molti. L'evidenza empirica delle NDE è anche concorde con altre prove sperimentali che sembrano suggerire una sopravvivenza alla morte - prove che includono le esperienze extracorporee, le informazioni ottenute grazie ai medium mentali e fisici, e le apparizioni.
    I sensitivi affermano che, in una situazione di crisi, quando la morte è quasi inevitabile o è percepita come tale, il duplicato del corpo fisico, il corpo astrale o eterico, lascia il corpo fisico e sperimenta il primo stadio dell'Aldilà. Se la morte non si verifica, il duplicato riprende il suo posto nel corpo fisico. Gli scettici sostengono, invece, che non esiste alcun duplicato del corpo fisico e affermano che l'esperienza che si vive è provocata dai problemi del corpo fisico - è tutta nella mente.
    Degli studi hanno dimostrato che le NDE si possono verificare a seguito di malattie, di interventi chirurgici, durante il parto, a seguito di incidenti, di attacchi cardiaci e di tentativi di suicidio.

    In questo campo, un pioniere è stato il Dott. Raymond Moody Jr., un medico e filosofo che ha iniziato il suo lavoro da scettico e oggi è fermamente convinto della realtà della vita dopo la morte. Il suo primo libro, Life After Life (La vita dopo la vita) del 1975, considerato l'opera classica che ha aperto questo campo alla ricerca moderna, è stato seguito da altri due nel 1983 e nel 1988.
    A partire dal 1975 sono stati condotti diversi studi in molti Paesi - al punto che oggi esistono diverse associazioni e riviste internazionali dedite all'indagine degli studi sulle esperienze di premorte. L'ottimo libro dell'australiana Cherie Sutherland (1992) contiene una bibliografia selezionata di oltre 150 relazioni di ricerche di carattere accademico.

    Quindici elementi comuni
    Moody ha riscontrato una sorprendente similitudine nei racconti di 150 persone che avevano avuto un'esperienza di questo tipo - al punto che è stato in grado di identificare quindici elementi diversi che ricorrono frequentemente in questi resoconti. Ha ricostruito un'esperienza tipica che contiene tutti questi elementi:
    Un uomo sta morendo e, mentre raggiunge il punto di maggiore stress fisico, sente di essere stato dichiarato clinicamente morto dai suoi dottori. Inizia a sentire un rumore sgradevole, un forte tintinnio o un ronzio, e allo stesso tempo sente che si sta muovendo molto rapidamente attraverso un lungo tunnel buio. Dopo di che, si ritrova al di fuori del suo corpo fisico, ma ancora nell'ambiente fisico immediato, e vede il suo corpo a distanza, come se fosse uno spettatore. Osserva i tentativi di rianimazione da un punto insolitamente favorevole e si trova in uno stato di confusione emotiva.

    Dopo un po' si riprende e comincia ad abituarsi a quella strana condizione. Nota di avere ancora un "corpo", sebbene di natura molto diversa e con potenzialità diverse da quelle del corpo fisico che si è lasciato dietro. Presto succedono altre cose. Qualcuno viene a trovarlo e ad aiutarlo. Egli intravede gli spiriti di parenti e amici già morti e gli appare di fronte uno spirito amorevole e caldo, di un tipo che non ha mai incontrato
    prima - un essere di luce. Questo essere gli pone, senza parlare, una domanda per fargli valutare la sua vita e lo aiuta mostrandogli una revisione panoramica istantanea dei principali eventi della sua vita. Ad un certo punto si ritrova vicino ad una sorta di barriera o di confine, che apparentemente rappresenta il limite tra la vita terrena e l'altra vita. Allora scopre di dover tornare sulla terra, scopre che non è ancora arrivato il momento della sua morte. A questo punto tenta di fare resistenza, poiché adesso è preso dalla sua esperienza nell'Aldilà e non vuole tornare indietro. È sopraffatto da intense sensazioni di gioia, amore e pace. Nonostante il suo rifiuto, però, in qualche modo si riunisce al corpo fisico e torna a vivere.
    In seguito prova a raccontare agli altri la sua esperienza, ma trova difficoltà a farlo. In primo luogo, non riesce a trovare parole umane che siano in grado di descrivere queste esperienze ultraterrene. Si accorge pure che gli altri lo prendono in giro, così smette di raccontare la sua esperienza alle altre persone. Tuttavia l'esperienza condiziona profondamente la sua vita, in particolare la sua visione della morte e il modo in cui questa è relazionata alla vita (Moody 1975: 21-23).

    Il Dott. Kenneth Ring, che nel 1980 ha condotto uno studio scientifico sulle esperienze di premorte, ha confermato le scoperte del Dott. Moody, ma ha riscontrato che le persone vivevano l'esperienza per fasi, e una grande quantità di persone sperimentava soltanto le prime.
    Altri studi condotti da Karlis Osis ed Erlendur Haraldsson (1977), Michael Sabom e Sarah Kreutziger (1976), Elisabeth Kübler-Ross (1983), Craig Lundahl (1981) e Bruce Greyson e Ian Stevenson (1980) hanno confermato la descrizione di Moody.

    Hanno visto mentre si trovavano in stato di incoscienza
    Il Dott. Sabom, un cardiologo della Georgia, intervistò 100 pazienti d'ospedale che erano sfuggiti alla morte per un pelo. Il 61% di essi riferì di avere sperimentato una NDE classica di tipo molto simile a quelle pubblicate da Moody nel 1975.
    Molti dei pazienti che erano stati rianimati furono in grado di descrivere con precisi dettagli tecnici esattamente quello che era successo nella sala operatoria mentre erano ritenuti in stato di incoscienza o addirittura morti. Il Dott. Sabom indagò sull'ipotesi che questi pazienti stessero utilizzando soltanto la loro immaginazione creativa o le conoscenze inconsciamente acquisite durante precedenti ricoveri al pronto soccorso.
    Intervistò un gruppo di pazienti sofferenti da tempo di malattie cardiache che non avevano avuto esperienze di premorte e chiese loro di immaginare di guardare un gruppo di medici che stava tentando di rianimare la vittima di un attacco cardiaco e di descrivere in maniera quanto più dettagliata possibile le operazioni che venivano svolte. Con sua sorpresa, l'80% di essi descrisse delle procedure errate. Per converso, nessuno del gruppo che sosteneva di essere stato testimone della propria rianimazione dal di fuori del proprio corpo commise errori riguardo alla procedura (Sabom 1980: 120-121).

    Un'esperienza comune
    In tutto il mondo oggi ci sono letteralmente milioni di persone che hanno vissuto un'esperienza di premorte. Nel 1983 una vasta indagine condotta da George Gallup Jr. ha messo in evidenza che otto milioni di americani, approssimativamente il 5% della popolazione adulta, ne ha sperimentata una (Gallup 1982). Un'indagine australiana del 1989 condotta da Allan Kellehear e Patrick Heaven ha scoperto che il 10% di 179 persone sosteneva di avere sperimentato almeno cinque degli elementi tipici di una NDE.
    Studi condotti in località geografiche molto diverse tra loro hanno prodotto risultati notevolmente simili. Ad esempio, lo studio di Margot Grey sulle NDE in Inghilterra (Grey 1985), quello di Paola Giovetti sulle NDE in Italia (Giovetti 1982), quello di Dorothy Counts sulle NDE in Melanesia (Counts 1983) e quello di Satwant Pasricha e Ian Stevenson condotto sulle NDE in India (1986). Altri studi continuano regolarmente a provenire da diversi Paesi, e gli esempi storici mostrano che l'esperienza si è dimostrata sorprendentemente uniforme nel tempo (vedi l'esempio di Platone sulla NDE di Ero ne La Repubblica, ristampa del 1973).

    Tuttavia, sebbene queste esperienze si siano verificate nel corso di tutta la storia umana, nella cultura occidentale è solo negli ultimi vent'anni che le persone si sono sentite libere di parlarne e di riferire gli effetti che tali esperienze hanno avuto sulla loro vita.
    Ritornare con informazioni prive di spiegazione
    Ci sono molti resoconti di persone che hanno avuto un'esperienza di premorte e sono tornate con informazioni concrete di cui precedentemente non avevano alcuna conoscenza. Queste includono la capacità di identificare antenati nelle fotografie, di essere a conoscenza di fratelli o sorelle morti prima della propria nascita, o di essere a conoscenza di segreti di famiglia. Altri sono stati in grado di documentare informazioni riguardanti eventi futuri di cui erano venuti a conoscenza (vedi per esempio Eadie 1992, Brinkley 1994).

    Effetti posteriori comuni
    Cherie Sutherland, una ricercatrice australiana, ha intervistato approfonditamente 50 soggetti che avevano sperimentato una NDE e ha scoperto che gli effetti sulla vita dei sopravvissuti erano stati notevolmente uniformi e completamente diversi dagli effetti di allucinazioni provocate da droghe o sostanze chimiche. La Sutherland ha identificato parecchi effetti che sono stati riscontrati in altri studi, ad esempio in quelli di Ring (1980 e 1984) e in quelli della Atwater (1988). Questi includevano:
    • una certezza generalizzata dell'esistenza di una vita dopo la morte
    • un'elevata percentuale (80%) adesso credeva nella reincarnazione
    • una totale assenza della paura della morte
    • un vasto spostamento da religioni organizzate a pratiche spirituali personali
    • un incremento statisticamente significativo della sensitività
    • una visione più positiva di se stessi e degli altri
    • un maggiore desiderio di solitudine
    • l'accresciuta sensazione dell'esistenza di uno scopo
    • una mancanza di interesse nei confronti del successo materiale abbinato a un marcato incremento dell'interesse nello sviluppo spirituale
    • il 50% ha sperimentato grosse difficoltà nelle relazioni interpersonali a causa della modifica delle proprie priorità
    • un accresciuto interesse nei confronti della salute
    • la maggior parte ha ridotto il consumo di bevande alcoliche
    • quasi tutti hanno smesso di fumare
    • la maggior parte ha rinunciato alla prescrizione di farmaci
    • la maggior parte ha guardato meno televisione
    • la maggior parte ha letto meno giornali
    • un accresciuto interesse nella medicina alternativa
    • un accresciuto interesse nell'apprendimento e nello sviluppo di se stessi
    • il 75% ha sperimentato un significativo cambiamento professionale/lavorativo, e si è spostato nelle aree del volontariato.
    Uno studio americano indipendente condotto dal Dott. Melvin Morse ha riscontrato che i soggetti sopravvissuti a un'esperienza di premorte hanno il triplo di esperienze metafisiche verificabili rispetto alla popolazione generale, spesso non possono portare orologi o hanno problemi con l'elettricità, quali l'esaurimento della batteria del computer portatile o la smagnetizzazione della carta di credito (Morse 1992). Morse ha anche scoperto che gli adulti che hanno avuto una NDE dànno più denaro in beneficenza rispetto ai soggetti del gruppo di controllo, fanno più volontariato all'interno della loro comunità, svolgono più frequentemente professioni che comportino l'aiuto del prossimo, non assumono droghe e mangiano più frutta e verdura fresche rispetto alla popolazione di controllo (Morse 1992).

    Spiegazioni alternative
    Naturalmente, le esperienze di premorte non possono essere accettate sulla parola senza esaminare spiegazioni alternative. Tra queste:
    Si sono inventati tutto?
    Come detto poc'anzi, coloro che hanno studiato le NDE - scienziati, dottori, psicologi, altri investigatori e scettici - sostengono oggi con assoluta certezza che le NDE esistono.

    Alcuni cardiologi dalla mentalità aperta che hanno indagato in materia sostenevano che le NDE non esistevano, ma in seguito hanno cambiato idea. Michael Sabom, il cardiologo citato prima, ha ammesso che, prima di iniziare a indagare, era certo che le NDE dovessero essere delle "creazioni consapevoli" di chi le riferiva o di chi ne scriveva. Tuttavia, dopo avere iniziato ad indagare, rimase profondamente colpito dall'autenticità dei fenomeni.

    Un altro cardiologo altamente attendibile, inizialmente scettico, è Maurice Rawlings, il quale afferma nel suo libro Beyond Death's Door (Oltre la Porta della Morte) del 1978 di avere sempre creduto nella morte come estinzione totale finché un giorno un postino di quarantotto anni stramazzò "morto" nel suo ufficio. Non appena Rawlings cominciò a rianimarlo, il paziente iniziò a urlare: "Sono all'inferno! Tiratemi fuori dall'inferno!". Rawlings racconta che in un primo momento gli disse: "Tienitelo per te il tuo inferno - Sto cercando di salvarti la vita", ma pian piano si convinse del terrore autentico dell'uomo su cui stava operando. L'esperienza fu talmente traumatica e convincente che il Dott. Rawlings continuò a scrivere libri su di essa. Se si accetta la parola di un cardiologo altamente attendibile e altamente qualificato, la sua vita è cambiata dopo questa esperienza.

    La spiegazione farmacologica?
    Qualcuno sospetta che le NDE possano essere causate dai medicinali somministrati al paziente nel momento della crisi. Si è fatto cenno a droghe come la ketamina e la morfina. Moody ha indagato su questa ipotesi e l'ha confutata (Moody 1975: 160-161). Ciò per il fatto che a molti dei pazienti che hanno sperimentato una NDE non erano stati somministrati farmaci o droghe, e per il fatto che le visioni provocate dalla droga erano notevolmente diverse l'una dall'altra e da quelle di una NDE autentica, sia per quel che riguarda il contenuto che per l'intensità, e non avevano effetti profondi di lungo periodo.

    LSD?
    Alcuni ricercatori, e fra essi R. K. Siegel, hanno riferito che alcuni di coloro che assumono droghe allucinogene come l'LSD hanno esperienze simili alle NDE. Ma siamo anche al corrente del fatto che esistono differenze ben precise tra gli effetti dell'LSD e le esperienze di premorte. Questo argomento è stato affrontato con efficacia da Moody e altri.

    Carenza di ossigeno?
    A volte si sostiene che le NDE siano causate dalla mancanza di ossigeno e che esse siano la risposta normale di un "cervello morente". Tuttavia, molte persone hanno sperimentato un'esperienza di premorte prima che ci fosse un qualsiasi stress fisiologico e, in alcuni casi, perfino in totale assenza di danno fisico (Moody 1975: 163). Sabom, d'accordo con il Dott. Fenwick, ha notato che nei casi autentici di carenza di ossigeno si verificano "un progressivo disordine mentale e una confusione delle capacità cognitive", il che è
    in diretto contrasto con la lucidità e l'ampliamento della consapevolezza riferiti da coloro che hanno sperimentato una NDE (Sabom 1980: 176).

    Spiegazioni psicologiche?
    Sono stati fatti vari tentativi per sostenere che le NDE siano fondamentalmente "la realizzazione di un desiderio" - si vede ciò che ci si aspetta di vedere in base ai propri condizionamenti culturali. Tuttavia, Ring (1984), Sabom (1982) e Grosso (1981) hanno scoperto che non esiste nessun legame, nessuna correlazione fra le convinzioni religiose e le esperienze di premorte.

    Altri psicologi come Uri Lowental (1981) hanno sostenuto, senza fornire alcuna prova, che le NDE sono un "rivivere l'esperienza della nascita". Le loro ipotesi sono generalmente considerate speculazioni prive di utilità.

    Gli psicologi Kletti e Noyes (1981) hanno sostenuto che le esperienze di premorte non sono altro che una "spersonalizzazione e delle fantasie piacevoli che rappresentano una forma di protezione psichica contro la minaccia della distruzione". Tuttavia anche questa spiegazione è stata rigettata da Gabbard e Twemlow (1981), i quali sottolineano il fatto che, mentre la spersonalizzazione colpisce solitamente persone di età compresa tra i 15 e i 30 anni, essa è virtualmente sconosciuta fra le persone di età superiore ai 40 anni.
    Altri hanno supposto che le NDE possano essere delle forme di "allucinazione autoscopica" - un raro disordine psichiatrico. Tuttavia, sia Sabom (1982) che Gabbard e Twemlow (1981) l'hanno ritenuta improbabile sulla base di una serie di differenze significative.

    Spiegazioni neurofisiologiche?
    Moody ha effettuato dei paragoni fra la revisione della vita dei pazienti che hanno avuto una NDE e le reminiscenze sperimentate dalle persone affette da anomalie neurologiche. Egli ha concluso che le due cose sono essenzialmente differenti, nel senso che, mentre le reminiscenze sono casuali e riguardano eventi di scarsa importanza, di cui non si ha alcun ricordo dopo che è terminata la crisi, nella revisione della vita tipica di una NDE gli eventi si verificano in ordine cronologico e rappresentano i punti cruciali della vita. Vengono visti tutti insieme e costituiscono una "visione d'insieme" che fornisce alla persona una comprensione dello scopo della sua vita (Moody 1975: 166).

    Il cervello morente?
    Il Dott. Peter Fenwick è un membro del Royal College degli Psichiatri oltre che un neuropsichiatra di fama internazionale - uno specialista dell'interfaccia mente/cervello e dei problemi della coscienza. In Gran Bretagna è la più importante autorità clinica in materia di NDE ed è il Presidente dell'Associazione Internazionale per gli Studi sulle Esperienze di Premorte.

    Con la moglie Elizabeth, anch'essa scienziato professionista formatasi a Cambridge, il Dott. Fenwick ha condotto indagini approfondite sull'argomentazione sostenuta dagli scettici e dai materialisti, secondo la quale l'esperienza di premorte è causata dagli effetti fisiologici del cervello morente (Fenwick 1996).
    Tale assunto, avallato da alcuni psicologi contro le NDE, deve essere considerato alla luce della limitatissima conoscenza posseduta da questi ultimi in merito al funzionamento del cervello. A differenza del Dott. Fenwick, gli psicologi non posseggono, in materia di neuropsichiatria, quelle conoscenze approfondite derivanti dall'esperienza accademica e pratica, che sono indispensabili per potere fare ipotesi sulla fisiologia delle NDE. Il curriculum degli psicologi comprende soltanto uno studio molto essenziale della fisiologia. Un'occhiata a cinque manuali universitari in uso presso le Facoltà di Psicologia mostra che lo studio del funzionamento del cervello costituisce meno del 5% degli insegnamenti complessivi in materia di psicologia. Durante il loro percorso di studi, gli psicologi non praticano la chirurgia, e a maggior ragione non affrontano lo studio del ramo altamente specializzato della chirurgia neurologica umana.

    Certamente, chi si trova nella posizione del Dott. Fenwick possiede, invece, tutte le conoscenze tecniche necessarie per asserire con precisione se una NDE può essere spiegata o meno con quello che succede in un cervello agonizzante. Il Dott. Fenwick sostiene che questi psicologi scrivono delle grosse sciocchezze
    quando si avventurano in rami del sapere che esulano dalle loro conoscenze tecniche, conoscenze che non posseggono, non comprendono e che vanno al di là della loro attività quotidiana.

    Egli è sarcastico con gli scettici:
    Semplicemente non hanno le conoscenze necessarie ... Si dicono tante sciocchezze sulle esperienze di premorte, e a dirle sono persone che non hanno a che fare quotidianamente con queste cose. Pertanto, io sono assolutamente certo che queste esperienze non sono causate dalla carenza di ossigeno, dalle endorfine o da qualunque altra cosa del genere. E certamente nessuna di queste cose è in grado di giustificare la qualità trascendentale di molte di queste esperienze, né il fatto che le persone avvertono un incolmabile senso di perdita quando se le lasciano alle spalle (Fenwick 1995: 47).

    In qualità di consulente neuropsichiatrico, il Dott. Fenwick lavora costantemente a contatto con persone che si sentono confuse, disorientate o soffrono di danni cerebrali, e sottolinea:
    Quel che è chiaro è che ogni disorientamento della funzione cerebrale provoca un disorientamento della percezione e una riduzione della memoria. Di regola non è possibile avere esperienze altamente strutturate e ricordarle con chiarezza se il cervello è fortemente danneggiato o è disorientato (Fenwick 1995: 47).

    Allo stesso modo, egli confuta la tesi delle endorfine:
    Per quel che riguarda la storia delle endorfine, credo che si stia sopravvalutando il loro effetto, perché a migliaia di persone ogni giorno viene somministrata la morfina. Questa certamente produce un senso di calma, ma non dà vita a esperienze strutturate (Fenwick 1995: 47).

    Chiediamo agli scettici dalla mentalità chiusa di rispondere alle seguenti domande:
    • Se le NDE sono un effetto del cervello morente, allora chiunque stia per morire dovrebbe sperimentarle. Per quale motivo non tutti coloro che sono in punto di morte, non tutti quelli il cui cervello sta "morendo", sperimentano una NDE?

    • Se le NDE sono la realizzazione di un desiderio, per quale motivo non tutte le esperienze di premorte sono positive? Per quale motivo alcuni sperimentano delle NDE neutre o addirittura terrificanti, come documentato da Phyllis Atwater (1994).

    • Se le NDE sono causate dal rilascio di endorfine, qual è la prova oggettiva esistente in grado di dimostrare che il rilascio di endorfine provoca necessariamente una revisione della vita in modo cronologicamente ordinato?

    • Qual è la prova oggettiva in grado di dimostrare che il rilascio delle endorfine provoca una perdita della percezione del tempo e della sua relazione con il "sé"?

    • Per quale ragione quasi tutti quelli che hanno un'esperienza di premorte subiscono una trasformazione permanente consistente in un miglioramento spirituale, in un migliore stile di vita?

    • Per quale motivo la maggior parte di coloro che hanno un'esperienza di premorte riferiscono di avere trovato una motivazione intrinseca dell'esperienza straordinaria che hanno vissuto fuori dal corpo?

    • Quali prove oggettive vengono presentate per dimostrare che la comprensione del ruolo del sistema limbico e del lobo temporale sono in grado di spiegare le esperienze di familiarità, introspezione e déjà vu oltre che l'incremento statisticamente significativo di eventi paranormali che seguono una NDE?

    • Come fanno gli scettici a spiegare l'incredibile congruenza esistente tra le esperienze di premorte e le esperienze extracorporee?
    Le spiegazioni fisiche sono insufficienti

    Elizabeth Fenwick, coautrice del libro The Truth in the Light - An investigation of Over 300 Near-Death Experiences (La Verità nella Luce - Un'Indagine su Oltre 300 Esperienze di Premorte) del 1996, in realtà iniziò la sua ricerca credendo che tutto potesse essere spiegato in termini scientifici. Ma, dopo avere indagato, concluse:
    Anche se si possono trovare delle spiegazioni scientifiche in grado di giustificare alcuni aspetti delle Esperienze di Premorte, non sono riuscita a trovare nessuna spiegazione che sia in grado di giustificarli tutti contemporaneamente. Occorre spiegarli tutti nel loro complesso ed è proprio questo ... che gli scettici non fanno. Nessuna delle spiegazioni puramente fisiche funziona. (Gli scettici) sottovalutano ampiamente il fatto che le Esperienze di Premorte non sono soltanto il verificarsi di un insieme di eventi casuali, bensì una faccenda altamente organizzata e dettagliata (Fenwick 1995: 47).
    Questi punti di vista sono supportati da uno studio sulle Esperienze di Premorte, condotto in Olanda dal cardiologo Dott. Pim van Lommel e dal suo gruppo di collaboratori, e avente ad oggetto 345 casi di persone che, senza rianimazione, sarebbero morte. Il 10% ricordava una consistente Esperienza di Premorte e un ulteriore 8% ne aveva avuta una meno intensa.

    Questi pazienti vennero confrontanti con un gruppo di controllo, identico in termini di gravità della malattia, ma i cui componenti non avevano avuto una Esperienza di Premorte. Secondo il Dott. Van Lommel (1995):
    La nostra scoperta più sorprendente è stata che le Esperienze di Premorte non hanno un'origine fisica o medica. In fin dei conti, il 100% dei pazienti aveva avuto una carenza di ossigeno, al 100% dei pazienti erano stati somministrati farmaci di tipo morfinico, il 100% dei pazienti era stato vittima di un grave stress, pertanto queste non possono chiaramente essere le ragioni per cui il 18% ha avuto un'Esperienza di Premorte e l'82% non ne ha avuto. Se l'Esperienza di Premorte fosse stata innescata da una di queste cause, tutti avrebbero avuto un'Esperienza di Premorte (Van Lommel 1995).

    Senza dubbio, le esperienze di premorte, insieme alle esperienze extracorporee e alle prove oggettive dei fenomeni metafisici che sono state presentate in quest'opera, costituiscono un'argomentazione oggettiva e imponente a supporto dell'esistenza dell'Aldilà.
    [Modificato da nevio63. 05/01/2012 05:41]
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    Cristianalibera
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    00 05/01/2012 15:49
    In merito alla prova “scientifica”, c’è stato 4 anni fa uno studio di Sam Parnia che ha condotto uno studio sulle NDE in collaborazione con il Dr. Fenwick



    Aggiornamento esperimento dott. Sam Parnia sulla Pre-Morte

    <<<19/06/2010
    Esperimento sulla vita dopo la morte: Aggiornamento

    I ricercatori dell’università di Southampton con l’ausilio del dottor Sam Parnia hanno già comunicato i primi esiti degli esperimenti premorte condotti.

    Gli studi sembrano rilevare che la coscienza e la mente continuino a sopravvivere nonostante il cuore si sia fermato, e nonostante il cervello non abbia più funzioni. Nonostante il paziente venga dichiarato clinicamente morto.

    Tutto questo induce gli studiosi a pensare che la mente sia un entità a se rispetto al cervello. Cosa che avrebbe dei risvolti scientifici incredibili se fosse realmente comprovato.

    Gli esperimenti vanno avanti ormai da un anno e gli studi sono stati condotti su un campione di pazienti che in seguito ad arresto cardiaco, sono stati dichiarati clinicamente morti.

    Solo sette dei sessantatre pazienti sopravvissuti, hanno dichiarato di aver avuto delle visioni, riportano di emozioni vissute durante la loro situazione di morte apparente.

    In verità però, solo quattro di questi sette pazienti sono riusciti a passare l’esame dei criteri di Greyson che risultano molto selettivi e differenziano in modo netto le situazioni di premorte dagli stati di incoscienza e/o comatosi.

    Questi quattro pazienti hanno dichiarato, di aver vissuto esperienze di pace e di gioia, una sensazione di tempo accelerato, sensi intensificati, perdita di consapevolezza del proprio corpo, la visione di una luce bianca, l'ingresso in un altro mondo, l'incontro con un essere mistico o con parenti defunti, e la sensazione di giungere in un punto di non ritorno.

    Le spiegazioni scientifiche per ciò che è accaduto sono sostanzialmente tre.

    Abbiamo una spiegazione fisiologica, secondo la quale le esperienze vissute dai pazienti sono causate da uno stato chimico del cervello dovuto a trattamenti farmacologici, a carenza di ossigeno o cambiamenti dei livello di anidride carbonica.

    La seconda è metafisica secondo la quale le esperienze di pre-morte vengono viste come indice della continuazione della vita dopo la morte. Di fatto però tutti e quattro i pazienti si sono dichiarati cattolici, uno di questi pagano. Ma in nessun caso hanno ricordato di aver visto figure religiose durante queste esperienze.

    La terza spiegazione potrebbe essere associata alla mente, che tenta di preparare il paziente al distacco dalla vita terrena.

    Come ipotizzato prima, e in quest’ultimo caso si ipotizza che la mente sia totalmente indipendente dal cervello e dal cuore. Fatti che potrebbero aprire nuovi varchi nella ricerca scientifica.

    Il dottor Parnia ha dichiarato che i risultati totali dello studio non saranno pronti prima del 2011.

    Ha inoltre dichiarato che prima di tale data non verranno forniti aggiornamenti, a meno che non si sottoscriva un abbonamento e solo agli abbonati verranno rilasciati aggiornamenti e che il frutto di questi abbonamenti serviranno a sostenere la ricerca.>>>
    [Modificato da Cristianalibera 05/01/2012 16:00]
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    Cristianalibera
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    00 05/01/2012 15:56
    Sam Parnia: esperimento pre morte è giunto al termine

    Finalmente l’esperimento di Sam Parnia, sulle esperienze di pre morte è giunto al termine e sono state divulgate le informazioni.

    Una percentuale non ben definita tra il 10% e il 20% ha dichiarato di aver avuto delle esperienze di pre morte.

    Tra le loro descrizioni, alcune erano molto più frequenti di altre: esseri fatti di luce, una sensazione di benessere superiore, parenti defunti che li accolgono. Quasi tutti vedono un passaggio, un fiume o un cancello e una voce che li avverte, che varcando quel confine non potranno più tornare indietro.

    Alcuni hanno anche dichiarato di sentirsi diversi, evoluti grazie all’esperienza, meno egoisti, meno materialisti, consapevoli di una morte vista come non la fine ma il continuo di qualcosa.

    Anche un bambino di tre anni, ha dichiarato di aver visto una luce brillante che lo accoglieva e di essere legato a lei attraverso una corda di luce.

    I malati terminali, tra le quarantotto e ventiquattro ore prima di morire, hanno cominciato a vedere esseri fatti di luce e parlavano di parenti defunti che erano giunti per accompagnarli nel trapasso.

    Il dottor Parnia ha dichiarato che durante i primi minuti di morte, la mente, e la coscienza non sembrano disintegrarsi. Tutto ciò in base all’esperimento durato circa dodici mesi.

    Un altro esperimento, ancora in corso, iniziato nel 2008 ci fornirà ulteriori informazioni in merito alle esperienze di pre morte.



    Le informazioni che vengono comunque riportate, ricordiamo che sono quelle di una percentuale bassissima del gruppo di studio.

    Non ci giungono però informazioni relative al restante 80%, che ci lascia quindi qualche dubbio.

    Continuerò a fare ricerche e appena avrò ottenuto ulteriori informazioni le aggiungerò all'articolo

    Sam Parnia: esperimento pre morte è giunto al termine

    Finalmente l’esperimento di Sam Parnia, sulle esperienze di pre morte è giunto al termine e sono state divulgate le informazioni.

    Una percentuale non ben definita tra il 10% e il 20% ha dichiarato di aver avuto delle esperienze di pre morte.

    Tra le loro descrizioni, alcune erano molto più frequenti di altre: esseri fatti di luce, una sensazione di benessere superiore, parenti defunti che li accolgono. Quasi tutti vedono un passaggio, un fiume o un cancello e una voce che li avverte, che varcando quel confine non potranno più tornare indietro.

    Alcuni hanno anche dichiarato di sentirsi diversi, evoluti grazie all’esperienza, meno egoisti, meno materialisti, consapevoli di una morte vista come non la fine ma il continuo di qualcosa.

    Anche un bambino di tre anni, ha dichiarato di aver visto una luce brillante che lo accoglieva e di essere legato a lei attraverso una corda di luce.

    I malati terminali, tra le quarantotto e ventiquattro ore prima di morire, hanno cominciato a vedere esseri fatti di luce e parlavano di parenti defunti che erano giunti per accompagnarli nel trapasso.

    Il dottor Parnia ha dichiarato che durante i primi minuti di morte, la mente, e la coscienza non sembrano disintegrarsi. Tutto ciò in base all’esperimento durato circa dodici mesi.

    Un altro esperimento, ancora in corso, iniziato nel 2008 ci fornirà ulteriori informazioni in merito alle esperienze di pre morte.

    raffaelaassisi.myblog.it/archive/2011/04/22/sam-parnia-esperimento-pre-morte-e-giunto-al-term...

  • Titti-79
    00 05/01/2012 16:08
    Cristianalibera, 04/01/2012 19.17:



    Non so se un coma farmacologico sia identico ad una vera e propria EPM, ma sono sicura se un ateo incallito come la titty avesse mai una simile esperienza lo prenderebbe per il solito delirio mistico...

    e certo che si riguarderebbe bene dal raccontarla. [SM=g7349]

    o no? pensi che si convertirebbe?


    [SM=g7344] [SM=g7344] [SM=g7344]

    [SM=g2490071] [SM=g2490071] [SM=g2490071] [SM=g2490071]




    Per mia fortuna (e spero che ne siate contenti [SM=g27987]) non sono mai morta.
    Quindi io personalmente non ho esperienze del genere da raccontare.
    Ne avrei una di una persona molto vicina a me, ma è una cosa troppo personale e non mi va di raccontarla.
    Però posso dire che la mia impressione è di un forte coinvolgimento emotivo.
    Mi spiego meglio.
    In situazioni di forte pericolo una parte del nostro cervello agisce autonomamente.
    Quello che succede è fuori del nostro controllo, anche perchè si è incoscienti o in coma e quindi anche volendo non potremmo gestire la situazione.
    Questo non esclude che qualsiasi cosa succeda in quel periodo nel nostro cervello non possa essere fortemente influenzato dal nostro "io", cioè i nostri ricordi, i nostri affetti e tutto il nostro vissuto.
    Senza contare i vari inculcamenti religiosi ricevuti fin da piccoli.

    Quindi, per come la vedo io, queste esperienze non possono essere considerate veritiere perchè fortemente "contaminate".
    E se succedesse a me penserei la stessissima cosa.
    Non sono mica immune alle contaminazioni! [SM=x2492518]
    Il massimo che mi è successo è di sognare persone morte che mi predicevano il fututo. [SM=g2490071]


    Titti.
    [Modificato da Titti-79 05/01/2012 16:09]
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    The Red baron
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    00 05/01/2012 18:03


    Mi piaceva sentire il parere di Super_Claudio [SM=x2491382]

    cmq le scritture dicono chiaramente che dopo la morte non c'è nulla vedi Ecclesiaste,

    anche Lazzaro e i vari risuscitati da Gesù non hanno raccontato nulla di particolare
    é anche scritto che nessun Uomo è asceso al Cielo se non colui che ne è disceso!

    Poi le cose sono cambiate dopo la salita al trono celeste di Gesù
    rendendo libero l'accesso al cielo per i 144.000

    poi se anche altri vanno in Cielo, chi morirà vedrà [SM=x2491382]

    [Modificato da The Red baron 05/01/2012 18:12]





    """Ci sono due tipi di sciocchi;
    quelli che non hanno dubbi,
    e quelli che dubitano di tutto"""
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    00 05/01/2012 18:39
    Re:
    The Red baron, 05/01/2012 18.03:





    cmq le scritture dicono chiaramente che dopo la morte non c'è nulla vedi Ecclesiaste,






    mi sa tanto che tu hai preso una "sbornia"leggendo la letteratura dello s.f.d.
    leggiti bene 1,samuele 28.1,25 t.n.m.
  • nevio63.
    00 05/01/2012 19:31
    Per Red Baron

    Io ho avuto un'esperienza di NDE a 17 anni e VroniKa lo sa da tempo, ma per ora non vorrei parlarne.
    Red, credimi, non muore l'anima col corpo.
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    00 05/01/2012 21:35
    Re: Re:
    lenin.vladimir, 05/01/2012 18.39:




    mi sa tanto che tu hai preso una "sbornia"leggendo la letteratura dello s.f.d.
    leggiti bene 1,samuele 28.1,25 t.n.m.




    Ognuno ha le Sue di Sbornie,

    come ti spieghi le altre scritture tipo:

    -Giov3:13 13 Inoltre, nessun uomo è asceso al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.

    Ecclesiaste 9:10
    10 Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai.






    """Ci sono due tipi di sciocchi;
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    00 05/01/2012 21:43
    Re: Re: Re:
    The Red baron, 05/01/2012 21.35:




    Ognuno ha le Sue di Sbornie,







    hai ragione tu , io ti faccio un esempio: tu vai in giro a fare proselitismo,incontri me , ti "obbietto" questa scrittura a proposito dell'aldilà, tu come mi rispondi, ho bisogno di approfondire, passo un'altro giorno, o prendi il libro
    "ragionamo facendo uso delle scritture"
    o cosa?
    [Modificato da lenin.vladimir 05/01/2012 21:44]
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    00 06/01/2012 10:06
    Re: Re: Re: Re:
    lenin.vladimir, 05/01/2012 21.43:




    hai ragione tu , io ti faccio un esempio: tu vai in giro a fare proselitismo,incontri me , ti "obbietto" questa scrittura a proposito dell'aldilà, tu come mi rispondi, ho bisogno di approfondire, passo un'altro giorno, o prendi il libro
    "ragionamo facendo uso delle scritture"
    o cosa?



    Non si tratta di chi ha ragione,

    ma di tentare di capire come stanno le cose, ammesso che sia possibile.
    la scrittura che hai citato è molto interessante e potrebbe sostenere l'idea di una vita dopo la morte

    ma alla luce delle altre due scritture come te la spieghi???

    Saluti






    """Ci sono due tipi di sciocchi;
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    Re: Re: Re: Re: Re:
    The Red baron, 06/01/2012 10.06:



    Non si tratta di chi ha ragione,

    ma di tentare di capire come stanno le cose, ammesso che sia possibile.
    la scrittura che hai citato è molto interessante e potrebbe sostenere l'idea di una vita dopo la morte

    ma alla luce delle altre due scritture come te la spieghi???

    Saluti



    se hai tempo e voglia leggiti questa pagina
    ricambio i saluti
    lenin.vladimir
    digilander.libero.it/ametistaazzurra1967/2.htm
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    00 06/01/2012 11:58
    red

    Ecclesiaste 9:10
    10 Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai.




    Se vogliamo basarci su ecclesiaste anche il paradiso terrestre cadrebbe, siì cosi gentile di mandare in onda tutto il capitolo 9 per piacere ci sarà una sorpresa per te.
    A volte usando certe scritture i tdG si dano la zappa sui stessi piedi.
    [Modificato da Cristianalibera 06/01/2012 12:18]
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    Cristianalibera
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    Re: Per Red Baron
    nevio63., 05/01/2012 19.31:


    Io ho avuto un'esperienza di NDE a 17 anni e VroniKa lo sa da tempo, ma per ora non vorrei parlarne.
    Red, credimi, non muore l'anima col corpo.




    Confermo e speravo che ne avessi parlato.
    Ma va bene cosi. [SM=g27998]


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