I tatuaggi ricordati in Lev. 19:28 erano sicuramente di derivazione pagana, i loro significati riflettevano dei rituali legati alla religiosità di quei popoli, mentre Israele era chiamato alla purezza, una purezza che si esprimeva attraverso tutto l'essere: dall'igiene personale all'alimentazione e nel culto. Il popolo tutto, e quindi anche il singolo, era considerato "Santo a Dio", cioè consacrato. In quella mentalità i tatuaggi non potevano non essere condannati.
Chi vede una perenne validità nei princìpi Rivelati può scorgervi un precetto ancora valido ai nostri giorni.
Qualcuno potrebbe dire che le
motivazioni sono quelle che, in fondo, rendono discutibile o meno questa pratica, e ci sarebbe del vero in questo.
Mi chiedo però se oggi, visto che molte aziende, di turismo per esempio, pretendono che gli operatori che saranno a stretto contatto con i loro clienti non espongano tatuaggi e, addirittura, non li assumono se hanno tatuaggi abbastanza visibili, se non vi sia da riflettere.
E vero che sono sorti molti "centri" dove praticano tatuaggi, ma ne stanno nascendo anche tanti altri che promettono di cancellarli. E' evidente che in molti vi sono stati dei ripensamenti, oppure hanno voluto rinunciare ai loro tatuaggi per non porre ostacoli alla possibilità, per esempio, di trovare lavoro in un certo campo.
Io porrei la questione anche in un altro modo:
L'apostolo Paolo ha scritto che il corpo è tempio dello Spirito Santo e ci esorta a 'santificare' il proprio corpo. Mi chiedo se tale 'santificazione' non passi anche dall'evitare cose che, lasciamo perdere i significati delle epoche passate, in ogni caso lanciano un messaggio, ovvero che comunicano qualcosa agli altri, che non sono strettamente fatti privati dal momento che, per la maggior parte, vengono pubblicamente esposti.
Mi chiedo anche se Cristo, gli apostoli, gli anziani e i diaconi dell'era apostolica si sarebbero tatuati. Andrei il più possibile all'origine per capire come comportarmi perché credo che la religione cristiana pervade tutto l'essere, anche l'esteriore.
Io, come forse si capisce, sono un anticonformista e pur essendo uno sportivo che frequenta palestre, piscine ed altri centri sportivi ed è a contatto con molti, non ho mai sentito il bisogno di tatuarmi; non tanto per una questione religiosa che, anzi, riguardo alla quale non ho le idee abbastanza chiare, ma proprio per il genere di messaggio che comunque parlerebbe, forse più a sproposito che altro, di me e per un senso di anticonformismo.
Agabo.
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