news del 27.5.06

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marco cotti
00sabato 27 maggio 2006 12:19
Aviaria, positivi test Oms su bimba morta in Indonesia
sabato, 27 maggio 2006 11.09
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GIACARTA (Reuters) - Una bimba indonesiana di 10 anni morta martedì a Bandung è stata uccisa dall'H5N1, il virus dell'influenza aviaria, ha riferito oggi un alto funzionario del settore salute, citando risultati di un laboratorio accreditato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a Hong Kong.

"La (morte della) bambina (per influenza aviaria) è stata confermata dall'Oms e dal laboratorio locale", ha detto a Reuters I Nyoman Kandun, direttore generale del Controllo malattie infettive.

Il fratello della piccola, un 18enne morto anche lui martedì, è risultato positivo in test locali all'H5N1 questa settimana, ma non viene considerato un caso di aviaria dal laboratorio di Hong Kong.

"E' un caso borderline, è risultato negativo in alcune procedure. Potrebbe essere per via della procedura di raccolta del campione, per il suo maneggiamento, forse il laboratorio di Hong Kong ha avuto problemi. Abbiamo avuto un'esperienza analoga in altri casi", ha detto Kandun.

L'ultima conferma della morte della bambina per influenza aviaria porterebbe il bilancio delle vittime in Indonesia a 34, e quello complessivo nel mondo a 125.

psitta
00martedì 30 maggio 2006 09:24
news del 30.5.06
L'influenza aviaria ha iniziato a trasmettersi di persona in persona

I nuovi casi di contagio di influenza aviaria registrati in Indonesia fanno supporre che il virus H5N1 abbia subito delle mutazioni a causa delle quali sia adesso possibile la sua trasmissione da persona a persona. I mercati mondiali hanno bruscamente reagito alle informazioni secondo le quali sarebbe all'orizzonte un nuovo inizio dell'epidemia. I medici russi avvisano che in caso di epidemia decine di milioni di persone possono diventare vittime del famigerato virus. Ad occidente sono gia' stati elaborati scenari che prevedono l'urgente passaggio dei pieni poteri a strutture secondarie.

Come ha in giornata comunicato l'Organizzazione sanitaria mondiale, una famiglia indonesiana di otto persone e' stata mortalmente contagiata dal pericolosissimo virus H5N1. Secondo l'opinione dei medici cio' e' risultato possibile a risultato del prolungato contatto con uno dei membri della famiglia che per primo e' stato contagiato dal virus. Per il momento e' infondato pensare che il virus si sia diffuso proprio in questo modo, sebbene il contagio di un'intera famiglia da parte di volatili infetti appare ancora meno probabile. Le analisi ottenute dai contagiati dimostrano infatti una leggera mutazione da parte del virus, anche se va detto che questa affermazione non trova concordi tutti gli specialisti. Ad esempio l'epidemologo dell'Organizzazione sanitaria mondiale Steven Bjorge, che ha studiato accuratamente i campioni pervenuti dall'Indonesia, afferma che il virus per il momento non e' stato soggetto a nessuna mutazione e che la sfuriata in questione non va considerata affatto come l'inizio di un'epidemia di influenza aviaria fra la gente.


Secondo la sua opinione, gli esperti dell'Organizzazione sanitaria mondiale erano da tempo al corrente di singoli casi di contagio fra persone, come ad esempio il recente caso avvenuto in Thailandia, quando una madre ha contagiato di influenza aviaria il proprio figlio. Tuttavia, secondo Bjorne, tale singolo caso non testimonia di un mutamento generico del virus.

I mercati mondiali pero' hanno reagito momentaneamente alle informazioni relative alla possibile epidemia e oggi gli indici delle principali borse europee sono considerevolmente calati. "Le notizie relative all'influenza aviaria sono in grado di creare preoccupazione tra alcuni investitori", - ha confermato il direttore generale della SNS Securities Marko Overmeer.

Anche i medici russi da parte loro non sono propensi a sottovalutare il pericolo e negli ultimi tempi, infatti, hanno piu' volte messo in guardia l'opinione pubblica sulla pericolosita' relativa ad una possibile mutazione del virus. Il direttore dell'Istituto di virusologia, l'accademico Lvov, ritiene che la mutazione e susseguente epidemia non siano poi cosi' improbabili. Nell'arco dei primi sei mesi dall'inizio dell'epidemia, fin quando non verra' trovato un vaccino, decine di milioni di persone possono diventare vittime del virus dell'influenza aviaria. Secondo l'accademico e' giunto il momento di preparare centinaia di migliaia di letti e tende di terapia intensiva supplementari, "altrimenti il tasso di mortalita' sara' elevatissimo".

Nei principali Paesi occidentali esistono gia' schemi accuratamente elaborati di gestione di emergenza in caso di scoppio dell'epidemia. In queste nazioni sono gia' note le organizzazioni che in questo caso risponderanno della gestione di questi schemi. Negli Stati Uniti, ad esempio, di tali funzioni si incarichera' l'Agenzia di sicurezza nazionale, in Gran Bretagna il consiglio segreto speciale presso la Regina, mentre in Germania il consiglio dei ministero degli interni delle regioni federali.
marco cotti
00martedì 30 maggio 2006 14:26
news 2 del 30.5.06
Aviaria: non provato contagio fra persone, dice esperto
martedì, 30 maggio 2006 12.01
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ROMA (Reuters) - Quella dell'influenza aviaria è una crisi senza precedenti per il mondo veterinario. Ma per quanto riguarda la salute dell'uomo, non ci sono sinora prove di contagi da essere umano ad essere umano, nemmeno nel caso dei membri di una stessa famiglia indonesiana, tutti morti per il virus dell'influenza aviaria.

E' quanto ha detto oggi ai giornalisti Joseph Domenech, direttore dell'Oie, Organizzazione per la salute animale, ai margini di una conferenza internazionale sull'influenza aviaria ed il ruolo degli uccelli migratori sulla diffusione della malattia, che si tiene nella sede della Fao a Roma.

L'esperto ha definito quella dell'aviaria "una crisi senza precedenti per il mondo veterinario per il numero di Paesi e animali coinvolti".

Quanto ai pericoli per l'uomo, nel caso della famiglia indonesiana sterminata, "c'è una tendenza a concludere che si tratti di una trasmissione da uomo a uomo, ma d'altra parte non ci sono ancora prove", ha detto Domenech, parlando con Reuters Television, aggiungendo che "lo schema genetico (del virus) è rimasto lo stesso, non ci sono state modifiche".

Un caso difficile, quello registrato in Indonesia, ha detto ancora, perchè cui sono sette persone della stessa famiglia che sono rimaste contagiate.

"Ma non si può concludere che siamo nell'imminenza di una pandemia", ha aggiunto. Quanto a mutamenti che potrebbero renderlo più letale per l'uomo, "il virus è stabile per ora, cosa che risulta sorprendente data la sua capacità di cambiare frequentemente, ma non è detto che non cambi. Il rischio esiste sempre", ha aggiunto l'esperto.

"Siamo ancora in tempo a bloccare la trasformazione del virus", ha aggiunto, rilevando come quella attuale non sia una fase pandemica. Nel corso dell'incontro, Domenech ha anche detto che l'Oms ha sta valutando se alzare dal grado 3 al 4 il livello di allerta (su una scala di 6), dopo il caso della famiglia morta in Indonesia.

AFRICA MOLTO PIU' A RISCHIO DELL'EUROPA

Riguardo agli sviluppi possibili nel prossimo futuro, l'esperto ha detto che il rischio "è quello di vedere questo virus diffondersi in particolare in Africa, ma anche in Asia. E il rischio è che arrivi anche in America: dobbiamo aspettarci che succeda prima o poi".

In Africa, ha rilevato ancora l'esperto, il rischio è che il virus diventi endemico, "perché è una regione i cui le condizioni generali non rendono facile sradicarlo. Potrebbe diventare un serbatoio permanente per nuove infezioni".

Domenech ha anche affermato che "in Africa è molto difficile impedire che la gente si sposti da una parte all'altra ed è difficile disporre che si abbattano gli animali... è il continente dove dobbiamo concentrare i maggiori sforzi".

Quanto all'Europa, a giudizio dell'esperto il rischio di diffusione "è molto limitato.. per la capacità di risposta immediata del sistema di allerta veterinaria. Per l'Europa ci sono buone tendenze per essere abbastanza ottimisti".

© Reuters 200
marco cotti
00martedì 30 maggio 2006 14:45
news 3 del 30.5.06
LA FAO CHIEDE AIUTO ALLA DUPONT PER L’AVIARIA


Chiesta la fornitura del disinfettante veterinarioVirkon S, per soddisfare le esigenze immediate di 69 nazioni di Europa Orientale, Medio Oriente e Africa per evitare la diffusione del virus.



Le Nazioni Unite chiedono l'assistenza di DuPont per controllare la diffusione dell'influenza aviaria in 69 Paesi
Per la profilassi dell'influenza aviaria, La FAO (Food and Agriculture Organization), organo delle Nazioni Unite con sede a Roma, ha chiesto a DuPont di fornire il disinfettante veterinario DuPont(tm) Virkon(R) S, per soddisfare le esigenze immediate di 69 nazioni, principalmente dell'Europa Orientale, Medio Oriente e Africa, e aiutare così governi ed allevatori ad evitare la diffusione del virus.
Testato in numerosi laboratori di riferimento della FAO, Virkon(R) S si e' rivelato efficace contro il virus dell'influenza dei polli e altri agenti patogeni di rilevanza internazionale.
Test indipendenti condotti da Harbin Veterinary Research Institute in Cina hanno confermato che Virkon(R) S, se usato in modo adeguato, inattiva il virus dell'influenza aviaria H5N1. Noto in tutto il mondo come uno dei piu' efficaci disinfettanti virucidi in commercio, Virkon(R) S e' una misura profilattica in grado di migliorare le condizioni igienico-sanitarie delle aree di allevamento, contribuendo così ad evitare il diffondersi dell'influenza aviaria.
"Fulcro della preparazione del programma di Emergency Disease Control e' alzare il livello di vigilanza contro l'influenza aviaria", afferma il Dott. Stephen Lister, veterinario ed esperto di biosicurezza che fornì la propria consulenza in passato allorche' scoppio' l'influenza aviaria. "I protocolli di controllo per questa patologia altamente contagiosa si devono basare su misure di biosicurezza continuative, a base di un disinfettante risultato efficace nei test contro il virus H5N1, condotti da organismi indipendenti. Le strategie di controllo delle malattie in situazioni di emergenza devono avere la priorita' per governi e allevatori di pollame a livello internazionale".
Quando nel 2003 scoppio' l'influenza aviaria in Olanda, Virkon(R) S fu utilizzato da numerosi governi per prevenire la diffusione del virus. Virkon(R) S fa ormai parte delle strategie di difesa dall'influenza aviaria adottate da svariati paesi.
DuPont Animal Health Solutions, insieme ai suoi partner locali, tiene corsi di formazione sulla biosicurezza in tutto il mondo per informare allevatori, veterinari e autorita' sulle misure profilattiche di biosicurezza necessarie per ridurre al minimo la diffusione dell'influenza aviaria in futuro.
Le procedure di biosicurezza negli allevamenti prevedono la disinfezione dei veicoli, il controllo dei confini e rigide misure di disinfezione generale. In Indonesia, ad esempio, DuPont, in collaborazione con la Croce Rossa Indonesiana, ha aiutato i villaggi a combattere l'influenza aviaria sensibilizzando la popolazione sulla malattia attraverso programmi di biosicurezza e vigilanza.
Inoltre Virkon(R) S viene attualmente usato nello Zoo del Cairo per proteggere gli animali dopo che sono stati trovati, nei pressi del lago artificiale dello zoo, numerosi uccelli affetti dal letale ceppo del virus H5N1.
"Da oltre 200 anni, DuPont mette a disposizione le proprie innovazioni e il proprio know-how per migliorare la sicurezza e la qualita' della vita", afferma Nick Fanandakis, vice president and general manager - DuPont Chemical Solutions Enterprise, di cui fa parte DuPont Animal Health Solutions.
"Quale societa' globale basata sulla scienza, DuPont e' pronta a offrire il proprio contributo nel momento del bisogno e soprattutto a infondere speranza ad allevatori, governi e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo flagello". Oltre al disinfettante Virkon(R) S, i prodotti e i servizi offerti da DuPont contro l'influenza aviaria comprendono: procedure e programmi di biosicurezza destinati agli allevatori, abbigliamento protettivo e misure di disinfezione.
marco cotti
00martedì 30 maggio 2006 16:16
news 4 del 30.5.06
Aviaria: Sun Microsystem punta su flessibilità contro pandemia
martedì, 30 maggio 2006 2.04
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WASHINGTON (Reuters) - Le inchieste indicano che sono poche le società che hanno progetti coerenti per una possibile pandemia di influenza aviaria, ma una società californiana di high-tech spera che la propria abitudine alla flessibilità sul posto di lavoro possa pagare nel caso di una simile emergenza.

Sun Microsystem, che ha sede a Santa Clara, in California, spera che sia la tecnologia che la possibilità, piuttosto ben sfruttata dal personale, del telelavoro contribuiscano a mantenere in salute i suoi 38.000 dipendenti, in caso di pandemia o altra situazione d'emergenza.

"Pensiamo che siamo un po' oltre la posizione in cui si trovano la maggior parte delle aziende, e ritengo che ci darà un piccolo vantaggio", ha detto in un'intervista telefonica Bill MacGowan, responsabile delle risorse umane e vice presidente esecutivo del settore Persone & Luoghi di Sun.

L'influenza aviaria del tipo H5N1 contagia solo in rari casi gli esseri umani, con solo 224 casi confermati finora. Ma alcuni recenti casi registratisi in un'unica famiglia in Indonesia hanno rinnovato il timore che la malattia potrebbe trasformarsi e passare facilmente da persona a persona, provocando una pandemia col 30% della popolazione contagiata nella prima fase e milioni di morti.

Ma anche se la percentuale delle persone malate in modo grave fosse piccola, il 40% della forza lavoro sarebbe assente per settimane, o perché malata, o perché impegnata a prestare cure a parenti o a occuparsi dei bambini costretti a casa con la chiusura delle scuole.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità sta invitando società e governi a fare progetti per una simile evenienza, ma un'indagine condotta qualche mese fa dagli esperti di lavoro della Watson Wyatt Worlwide indica che solo il 15% delle grandi aziende Usa dispongono di un piano anti-febbre aviaria. MacGowan ritiene che la sua società, Sun, sia meglio preparata che la maggior parte delle altre: "Dal 40% al 50% dei nostri impiegati lavora in un ambiente flessibile, o da casa".

"Abbiamo centri di drop-in, invece dei soliti grandi uffici che la gente può usare. Alcune di queste soluzioni funzioneranno a nostro beneficio, se ci dovesse essere una pandemia", ha detto MacGowan.

I medici consigliano che i dipendenti stiano a un metro l'uno dall'altro durante le epidemie di influenza, perché il virus è trasportato dalle particelle fino a quella distanza.

Gli esperti dicono anche che occorre pulire pavimenti e attrezzature con sostanze a base di candeggina o antivirali.

Sun ha acquistato saponi anti-microbiotici, maschere per il viso, e ha cominciato a organizzare corsi sull'igiene per i dipendenti.

I telelavoratori, o coloro che usano gli uffici-satellite, dovrebbero evitare i luoghi affollati lavorando nelle ore non di picco, ha detto MacGowan. La sua società, a differenza di altre, ha messo in prova il sistema.

"Molti dei nostri dipendenti sono abituati a lavorare da casa", ha detto il dirigente di Sun. "In questo modo si hanno sempre a disposizione impiegati chiavi che altrimenti si perderebbero e se ne possono attrarre degli altri".

La tecnologia usata dalla società può contribuire allo scopo, ha detto MacGowan. Per esempio, il prodotto Sun Ray consente ai dipendenti di trasportare l'equivalente della propria stazione di lavoro da un posto di lavoro all'altro, consentendo di non perdere i dati e senza bisogno di entrare e uscire dal sistema.

Molto dipende da Internet, il che è una debolezza, ha ammesso MacGowan. Alcuni modelli di crisi prevedono che Internet e il sistema di telecomunicazioni in generale potrebbero rallentare o anche interrompersi, se decine di milioni cercassero di connettersi contemporaneamente.

"Per noi, come società high-tech, sarebbe una bella sfida se Internet o l'elettricità non funzionassero".

© Reuters 2006
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