cefalonia

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Lux-86
00venerdì 22 settembre 2006 10:20
BERLINO - I soldati italiani massacrati a Cefalonia erano dei traditori. Da trattare come sarebbero stati trattati dei disertori tedeschi. Con questa motivazione sconcertante, due settimane fa la procura di Monaco di Baviera ha deciso di archiviare il procedimento a carico dell'ex sottotenente Otmar Mulhauser, oggi unico imputato della strage. Lo rivela L'Espresso nel numero oggi in edicola. La decisione della procura di Monaco, firmata dal pm Stern, ha un gravissimo valore politico: riscrive in senso revisionista la Storia della seconda guerra mondiale, legittima una delle più atroci stragi di italiani ordinate e compiute dal Terzo Reich, minaccia di incoraggiare i neonazisti.

L'ex sottotenente Otmar Muhlhauser, che oggi ha 86 anni e vive tranquillo a Dillingen, in Svevia, non nega peraltro le sue responsabilità nel massacro. Ha confessato di aver personalmente ordinato la fucilazione di centinaia di militari italiani, tra cui lo stesso generale Antonio Gandin, il comandante della divisione Acqui dell'allora Regio esercito.

Dopo la fine del conflitto, per non creare tensioni tra paesi della Nato (cui appartengono sia Germania sia Italia) durante la guerra fredda, nessun governo italiano si costituì mai parte civile nel procedimento contro Mulhauser. Lo fece invece Marcella De Negri, figlia del capitano Francesco, uno dei fucilati di Cefalonia. Ora la signora De Negri accusa. "Le motivazioni addotte dalla magistratura bavarese", afferma, "sono un oltraggio alla memoria di mio padre e di tutti i soldati italiani che combatterono nello Ionio; non capisco come si possa dire che uccidere a freddo migliaia di soldati che si erano arresi non sia un crimine di guerra".

Adesso i legali di Marcella de Negri, l'avvocato milanese Gilberto Pagani e il suo collega tedesco Michael Hofmann, faranno ricorso. Nelle prossime settimane il tribunale della capitale bavarese dovrà quindi decidere se accogliere il ricorso, o decidere se il caso venga definitivamente chiuso.

La tragedia di Cefalonia resta nella Memoria come uno dei più spaventosi drammi delle forze armate italiane nella seconda guerra mondiale. L'8 settembre, come è noto, il governo Badoglio firmò l'armistizio con le democrazie occidentali. Condizione fu la sua entrata in guerra contro l'ex alleato, appunto la Germania nazista. La divisione Acqui, schierata nell'isola greca di Cefalonia, ricevette l'ordine di resistere. I reparti tedeschi a Cefalonia chiesero alla Acqui la resa incondizionata, il generale Gandin rifiutò. Dopo due ultimatum, il 15 settembre la wehrmacht iniziò a bombardare le posizioni della Acqui nei dintorni della città di Argostoli.

Cominciò la resistenza disperata degli italiani. Inferiori in numero, con in pugno armi vecchie e obsolete, contro i tedeschi superarmati, resistettero una lunga settimana d'inferno. La mattina del 22 settembre il generale, dopo aver perso circa millecinquecento uomini, decise di arrendersi e fece issare la bandiera bianca. Sperava di salvare la vita dei suoi soldati. I tedeschi invece eseguirono zelanti gli ordini di Hitler: Gandin e tutti i suoi uomini furono uccisi uno a uno.

Nel dopoguerra, Roma scelse il silenzio. La documentazione sulla strage venne celata. Ci volle Sandro Pertini, nel 1980, per denunciare la "congiura del silenzio su Cefalonia". E cinque anni fa, l'allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi si recò nell'isola. Rese onore ai caduti, si disse "orgoglioso di quella pagina di Storia da loro scritta, una delle più gloriose della nostra Storia millenaria". Quella Memoria di un paese-chiave dell'Europa, oggi alleato di Berlino nella Ue e nella Nato, è calpestata dai giudici di Monaco di Baviera.
Riccardo.cuordileone
00venerdì 22 settembre 2006 10:53
La strage di Cefalonia è stata ingigantita dalla propaganda, i morti furono molti meno, inoltre fossi stato un tedesco avrei fatto lo stesso.
Lux-86
00venerdì 22 settembre 2006 11:02
molti altri avrebbero fatto lo stesso, ma questo non vuol dire che sia giusto.

tra l'altro questa sentenza tralascia alcune cose:

1)erano soldati italiani, non tedeschi
2)ubbidivano a degli ordini
3)badoglio aveva dichiarato guerra alla germania quindi al massimo potevano essere considerati prigionieri di guerra.

come al solito i tedeschi si rivelano per essere dei nazisti.
smea37gollum
00venerdì 22 settembre 2006 14:06
Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 22/09/2006 10.53
La strage di Cefalonia è stata ingigantita dalla propaganda, i morti furono molti meno, inoltre fossi stato un tedesco avrei fatto lo stesso.



Complimenti per il tuo amor di patria. [SM=x278630]
Riccardo.cuordileone
00venerdì 22 settembre 2006 14:29
Re:

Scritto da: smea37gollum 22/09/2006 14.06
Complimenti per il tuo amor di patria. [SM=x278630]


L'amor patrio centra poco, i soldati uccisi a Cefalonia si erano macchiati di tradimento verso gli alleati tedeschi e anche se mi dispiace per loro, hanno subito la sorte che si meritavano.

Poi si può discutere se era giusto stare con o contro i tedeschi, ma i crucchi quella volta avevano tutte le ragioni.
Lux-86
00venerdì 22 settembre 2006 14:33
e da quando tocca ai crucchi decidere? il soldato deve ubbedire ai suoi superiori, non agli alleati. se badoglio era capo di stato maggiore ed ha ordinato una cosa non è certo colpa dei soldati che hanno obbedito [SM=x278630]
Riccardo.cuordileone
00venerdì 22 settembre 2006 15:09
Re:

Scritto da: Lux-86 22/09/2006 14.33
e da quando tocca ai crucchi decidere? il soldato deve ubbedire ai suoi superiori, non agli alleati. se badoglio era capo di stato maggiore ed ha ordinato una cosa non è certo colpa dei soldati che hanno obbedito [SM=x278630]


Certamente, i soldati italiani non hanno nessuna colpa, hanno fatto quello che gli è stato ordinato, ma neanche quelli tedeschi ne hanno, primo perchè anche loro hanno rispettato gli ordini, secondo perchè il trattamento che hanno riservato ai (per loro) traditori è giusto e comprensibile oltre che prevedibile.

Con questo io non dico che gli sta bene, che i tedeschi hanno fatto bene ecc, però non piannucolo nemmeno gridando almassacro; i tedeschi hanno fatto quello che dovevano fare, era una reazione da preventivare e a mio avviso eticamente corretta in quel contesto.
Lux-86
00venerdì 22 settembre 2006 15:13
sì ma comunque uccidere soldati che si sono arresi è comunque un crimine di guerra...
Riccardo.cuordileone
00venerdì 22 settembre 2006 16:20
Re:

Scritto da: Lux-86 22/09/2006 15.13
Sì ma comunque uccidere soldati che si sono arresi è comunque un crimine di guerra...


Si, però io vedo la faccenda da un'altra punto di vista, cioè il discorso che fai tu lo applico solo ai prigionieri di Gran Bretagna, Francia, USA ecc, non per quelli italiani.

Questo perchè il Regno d'Italia non lo vedo come uno stato nemico vero e proprio ma come uno stato ribelle.
Quindi i soldati del regno non sono soldati nemici, ma soldati amici passati al nemico, quindi macchiati di alto tradimento e condannabili regolarmente alla fucilazione.
Lux-86
00venerdì 22 settembre 2006 16:32
avevamo firmato un'armistizio, a questo punto gli inglesi nel ?40 avevano il diritto di massacrare i francesi che avevano osato arrendersi a hitler (tradendo la germania) [SM=x278633]
Pius Augustus
00venerdì 22 settembre 2006 16:58
Che sciocchezza;i soldati italiani non potevano in nessun modo considerarsi ribelli,ma soldati di una nazione ostile,poichè non avevano mai giurato fedeltà ad un comandante tedesco,e quindi non erano mai stati alle dipendenze di ufficiali del raich.Quello tedesco fu un abuso bello e buono contro ogni legalità internazionale,come la fucliazione dei libici prigionieri di guerra italiani negli anni trenta,considerati traditori anche se non avevano mai giurato fedeltà all'italia.
Riccardo.cuordileone
00venerdì 22 settembre 2006 17:11
Re:

Scritto da: Lux-86 22/09/2006 16.32
Avevamo firmato un'armistizio, a questo punto gli inglesi nel 40 avevano il diritto di massacrare i francesi che avevano osato arrendersi a hitler (tradendo la germania) [SM=x278633]


No noi abbiamo firmato un'armistizio con gli alleati e abbiamo sostanzialmente dichiarato guerra alla Germania nostra alleata.

I francesi si arresero alla Germania ma non si misero a combattere insieme ai tedeschi contro gli inglesi come invece fecero gli italiani.

Ripeto io la vedo in questi termini: gli italiani erano soldati dell'asse che sono passati con gli alleati macchiandosi così di alto tradimento e meritandosi la fucilazione in caso di cattura.
Anzi, vi dirò di più, i soldati e anche i civili che avessero aiutato gli alleati.
Lux-86
00venerdì 22 settembre 2006 17:20
i soldati italiani giuravano fedeltà all'italia, non all'asse.
Lux-86
00venerdì 22 settembre 2006 17:21
Re:

Scritto da: Pius Augustus 22/09/2006 16.58
Che sciocchezza;i soldati italiani non potevano in nessun modo considerarsi ribelli,ma soldati di una nazione ostile,poichè non avevano mai giurato fedeltà ad un comandante tedesco,e quindi non erano mai stati alle dipendenze di ufficiali del raich.Quello tedesco fu un abuso bello e buono contro ogni legalità internazionale,come la fucliazione dei libici prigionieri di guerra italiani negli anni trenta,considerati traditori anche se non avevano mai giurato fedeltà all'italia.



[SM=x278683] [SM=x278683] [SM=x278683]
Riccardo.cuordileone
00venerdì 22 settembre 2006 17:34
Re:

Scritto da: Lux-86 22/09/2006 17.20
I soldati italiani giuravano fedeltà all'italia, non all'asse.


Bo vedetela come vi pare, per me comunque è troppo facile scaricare le colpe in questo modo, bisogna prendersi le proprie responsabilità fino in fondo, abbiam voluto tradire bene ma sia chiaro che al traditore aspetta la fucilazione.
Breznev
00venerdì 22 settembre 2006 17:41
Bah... [SM=x278644]

E poi quali responsabilità? Quelle di Badoglio? Quelle di Mussolini? (Sempre, ricordiamo, unico responsabile di quanto accaduto con la sua scellerata decisione di entrare in guerra, primo traditore del popolo italiano). E poi, ammesso (e non concesso) le questioni di tradimento e baggianate simili - tralasciando le peggiori sull' "Eticamente" - ), perchè qui dovrebbero pagare i soldati? Al massimo avrebbero dovuto fucilare i comandanti, il resto sono crimini di guerra e basta, non giustificabili né comprensibili. [SM=x278660]


=Ferdinand=
00sabato 23 settembre 2006 12:51
Credo che questa discussione stia uscendo dai binari e si stia avvitando su se stessa. Quì non stiamo parlando se sia giusto o sbagliato trucidare gli italiani traditori o no ma il processo verte sulla domanda non se condannare Hitler per avere dato l'ordine ma se condannare il sottotenente Otmar Mulhauser.

Sotto questo punto di vista la decisione del tribunale è chiaramente sacrosanta, anche dando per assodato che ad ordini chiaramente criminali è in se vietato seguirli indipendentemente dai rischi della disobbedienza, questo soldato non si trovava di fronte ad una palese situazione di crimine in quanto gli veniva detto che quei soldati non civili erano dei traditori. Doveva lui informarsi diligentemente di tutti i confussissimi avvenimenti del momento, confusi ancora adesso immaginatevi come dovessero essere al tempo su isolotti, e capire se secondo il diritto internazionale l'ordine era da considerarsi eseguibile o no e quindi se la sua non giustezza fosse tale da essere un crimine per cui era imposta moralmente la disobbedienza?...
Lux-86
00sabato 23 settembre 2006 14:17
da quello che si legge nella sentenza l'imputato è stato assolto non perchè ha ubbidito a degli ordini ma in quanto quegli ordini erano legittimi.
poi comunque l'ignoranza o la confusione non è una susante, al massimo un'attennuante. vorrei anche leggere in base a quale diritto i tedeschi potevano punire gli italiani visto che rispondevano a comandi e ufficiali differenti.

[Modificato da Lux-86 23/09/2006 14.18]

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