Un paio di film da vedere

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Cataldo.Malaparola
00venerdì 23 luglio 2004 16:54
Non so se qualcuno ha già consigliato di vedere i film di Silvano Agosti (non ho letto tutti i post...)
I film che vi consiglio sono: "Il giardino delle delizie" del 1969
ed il secondo " Nel più alto dei cieli".
Anche "Uova di garofano" non è male.
Sarà difficile trovarli in videoteca (sono soggetti ad una certa censura che mi piace chiamare "invisibile")
Però potreste richiederli direttamente al regista. Il sito è silvanoagosti.it
(Vi assicuro di non essere un pubblicitario che cerca di vendere i prodotti di un amico)
Ne vale la pena. Promesso.
Dimenticavo il film "Np Il segreto". Agghiacciante.
Per farvi due sane (e un po' ciniche) risate, dopo aver visto i film di Agosti, vi consiglio anche un libro:
"Ti Squamo" di Antonio Rezza.






Sicurezza, amichevole maschera del cambiamento a cui sorrido non vedendo cosa sorride dietro.
CorContritumQuasiCinis
00martedì 7 novembre 2006 23:34
...fresco di doppia visione.



Non esterno niente, per ora. Fresco di visione e di litrotto post visione.

Una cosa sola:
Nuovomondo ha sturato i miei condotti lacrimali. Era da tanto che non mi commuovevo al cinema.

Profumo, con ancora in testa certe "visioni" di Crialese, mi ha sturato le ghiandole olfattive.

Da vedere, soprattutto, o forse solo, il primo.
Meritano entrambi. Il primo di più.

... e poi una serie di coincidenze che "ma che vo dico a fa'"...
ilovesun
00mercoledì 8 novembre 2006 09:21
E te pareva che Giovanni non corresse dietro a Charlotte Gainsbourg... [SM=g27822] [SM=g27828]
lemiemanisudite2.
00mercoledì 8 novembre 2006 11:07
"Il cinema è amore. È impensabile farlo con il denaro..."
Parla Silvano Agosti, regista indipendente che presenta il suo film su Basaglia

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di BARBARA GOIO
«Mi piace questo spazio vuoto», dice Silvano Agosti mentre cammina sul linoleum azzurro di una grande sala.
«Ecco, vedrei la protagonista del mio prossimo film "La ragion pura" camminare qui da sola. Dopo aver abortito».

Perché proprio l’aborto?

«Perché è il momento di massima solitudine di ogni donna».

E lei come lo sa?

«Me lo dice il mio inconscio. E cioè la parte femminile del mio inconscio».

Comincia così una lunga chiaccherata con il regista 62enne autore di «Il giardino delle delizie» (1967), «N.P. Il segreto» (1971), «La macchina cinema» (1976), «Nel più alto dei cieli» (1977), «Quartiere» (1987), «D’amore si vive» (1984), «Uova di garofano» (1991), «L’uomo proiettile» (1955). Ha prodotto il Pianeta azzurro di Franco Piavoli ed è reduce dal fluviale «Trent’anni di oblio», sul Sessantotto e sugli anni seguenti trasmesso da Raitre.
Agosti a diciassette anni se ne andò di casa per andare a visitare il luogo fisico dove era nato uno dei suoi miti, quel Charlie Chaplin di cui aveva visto tanti film da bambino.

«Era una vecchia e sporca casa e vi trovai una puttana francese che mi sorrise e che mi disse che sì, ogni tanto, Charlot passava ancora di lì. Mi stupii che non fosse stato tutto trasformato in un museo o in qualcosa del genere».

Adesso è un tempo buono per la poesia di Charlot?

«L’Occidente ha come progetto quello di mercificare tutto. E si sente affogare e come ogni naufrago tenta di aggrapparsi a quello stesso dato economico su cui si è strutturato. L’ossessione è proprio quella di voler dominare tutto, di associare tutto al denaro, anche i sentimenti, le speranze, i sogni. Allora tutto è sotto controllo e si cerca di controllare l’incontrollabile. Ma questo è un sintomo di disperazione, esprime forte fragilità. È un sintomo dell’agonia dell’Occidente dal punto di vista della gestione del sociale».

E il cinema a cosa serve?

«Il cinema è amore, soprattutto. È impensabile fare cinema con il denaro. Non disconosco l’utilità del denaro, dell’uso del denaro, come dell’uso delle fogne. Ma parlare tutto il giorno delle fogne mi sembra anche volgare».

Nel tuo ultimo film "La seconda ombra" ti occupi dell’impresa di Franco Basaglia di chiudere i manicomi. Com’è l’Occidente, ora?

«Per fortuna l’Occidente non è il mondo. Il mondo è più vasto e va avanti. Basaglia appartiene a quel filone umano, come Lao Tse, Martin Luther King e Gandhi, che ospita dentro di sé l’essere umano. Diceva, voglio dimenticarmi di essere uno psichiatra. Ho un ricordo di lui molto particolare: c’erano sei piedi che spuntavano dal basso di una scrivania. Stava facendo una riunione coi suoi collaboratori, e tutti se ne stavano distesi per terra. Era estate e Basaglia ha detto: "Xe fresco". Basaglia era davvero un bravissimo uomo, cresciuto miracolosamente nella pratica del gioco. E il gioco è un antidoto alla sterilità dei burocrati.»

Ma lui è riuscito a fare molto...

«Gli apparati hanno cercato di cancellarlo subito e gli hanno concesso solo ciò che non potevano toglierli. È giusto che il lupo si difenda con la logica del lupo. Nel piccolo, come hanno fatto con me: ora non possono più mandarmi i carabinieri e togliermi un film, come hanno fatto a Parma nel ’83 quando vollero sequestrare "D’amore si vive". Ma dove semino io i poliziotti non riescono ad arrivare. Semino nel quotidiano, ricordo agli esseri umani la preziosità della vita.»
«Per quanto riguarda Basaglia, nel mio film c’è la fiaba che è ospite nel cuore di tutti: il passaggio da una condizione di sottomissione, schiavitù e dolore, a un sereno confronto tra esseri umani, la necessità di festeggiare la vita, il fatto più straordinario che concerne gli esseri umani. Ora da noi la vita è un fenomeno di clandestinità. Vedi i Tg, strutturati sulla morte. Gli apparati continuano a pubblicizzare l’interruzione della vita, imponendo un terrore scientificamente costruito: ed è cosa che serve a sottomettere la gente. Il germe della cultura di Stato è eminentemente mafioso.»

Cosa va salvato?

«Oggi di straordinario c’è l’autogestione dell’individualità. Quando vedo la nonna del mio portiere, analfabeta, che usa il telecomando, o come l’altro giorno un barbone che usa il cellulare...sono delle immagini strepitose. Non c’è mai stata una avanzata così veloce ed inesorabile dell’individuo. Si sta sbriciolando il concetto finto di collettivo, la massa non serve più. Sono esistiti comportamenti di massa. Il trionfo della nuova cultura è il patrimonio della diversità, intesa come qualcosa di irripetibilmente umano.»

Ma l’uomo non rischia così di isolarsi?

«La solitudine è straordinaria. La disperazione nasce dal disamore verso se stessi. Manca una cultura operante dell’amore. Dove per amore si intende disponibilità totale e costante verso ciò che esiste. Uno dei poemi più straordinari che siano stati scritti è «ama il tuo nemico». Una folgorazione. Il poeta si chiamava Gesù Cristo e ha così dato la chiave di apertura di tutti i conflitti. Molti stanno male perché odiano se stessi: ecco "ama il tuo nemico", anche se è te stesso.

Come ti vedi?

«In me non c’è niente di ex, sono protagonista di una scelta perenne. Ma io ho avuto una grande fortuna: non sono andato a scuola sino ai 10 anni e nessuno mi ha strappato la mia infanzia, correvo sulle colline, libero, a piedi nudi. Anche se per certi versi è stata dura: ho visto anche fascisti e nazisti giocare a pallone con la testa di un partigiano. L’infanzia è un momento straordinario, in cui ho perso il credito nei confronti degli adulti. L’età magica è a quattro anni, quando si vuole conoscere tutto, toccare tutto, giocare con tutto. Non credo agli adulti che non si chiedono più i perchè. L’unico adulto che ho visto sorridere è stato Charlie Chaplin.»

- Oltre al viaggio per vedere la sua casa, qual è stato un altro momento importante della tua vita?

«A 18 anni, mentre camminavo a Monaco, ho visto l’ombra di uno che mi stava spezzando una bottiglia sulla testa. Ho schivato il colpo e l’ho guardato in silenzio. Poi gli ho chiesto: hai bisogno di qualcosa? E mi sono reso conto che per lui quello era l’unico modo per entrare in contatto con un altro essere umano. La violenza è figlia della disperazione. L’essere umano in stato di libertà è incapace di violenza. In stato di bisogno e di cattività invece no. Su 6 miliardi di uomini forse 20 milioni saranno violenti, lo zero virgola qualcosa. Ma si racconta sempre di loro. L’essere umano se ha mangiato, se può creare, dare, è felice di vivere il proprio destino. A scuola si studia la storia del potere, non quella degli uomini. Nessuno ha mai raccontato la storia umana, perchè quella sì è veramente meravigliosa. Porto la croce di essere un uomo felice.»

- Ma come spieghi l’esistenza di uomini come Hitler?

«Era un imbianchino disoccupato che cercava di sbarcare il lunario. Poi è diventato una creatura degli Americani che così speravano di costruire un fantoccio da opporre all’egemonia russa: la cosa gli è sfuggita dalle mani. Il potere è una malattia, e più è legato alla mediocrità più diventa pericoloso».

Cosa ti ha spinto a diventare regista?

Ride.

«Ad un certo punto della mia vita mi sono rinchiuso a casa, una stanza, e per un anno ho letto tutti i classici. Ma avevo anche fame e quando ho saputo che lì vicino c’era una scuola dove si mangiava gratis mi ci sono iscritto. Ho cominciato così la scuola di regia. Ma l’amore per cinema ce l’avevo ancora da piccolo: avevo sette anni e mio padre, che era maestro di scuola, ogni tanto portava a casa quella macchinetta per fare i film, per farci stare un po’ buoni, e noi che eravamo sei figli restavamo incantati».

È vero che Morricone ha composto gratis molte tue colonne sonore?

«Come si può offrire soldi ad un amico? Sì, ha composto diverse musiche per i miei film ed io in cambio gli ho offerto un gelato di cioccolato e limone, ed ho anche protestato perchè mi sembrava una schifezza».

Non promuovi i tuoi film. E così molta gente non riesce a vederli...

«Non mi interessa riempire le sale. Io voglio che il chicco che getto nel campo arrivi là dove può crescere. Se nella sala ci sono 100 persone soddisfatte del mio film, per me sono 100 milioni. Perché sono l’umanità. E poi, cosa vuol dire la fissazione della quantità? È tipica dei dittatori. Se un film vale, prima o poi si fa una strada. O vuol dire che è solo in anticipo sui tempi.»

Hai un cinema tuo, ormai quasi una metafora...

«Ogni anno l’Azzurro Scipioni (azzurro perchè è il colore della vita, Scipioni perchè è in via Scipioni, a Roma) proietta 800 film all’anno, e nessuno di questi è un film americano industriale perchè chi viene al mio cinema sa quello che cerca. Vengono proposti i grandi film della storia del cinema, perchè per chi non ha mai visto un capolavoro, anche quello diventa una prima visione. Poi ci sono delle pellicole che, pur nella loro semplicità, contengono il mistero dell’immagine, come l’Atalante di Jean Vigo...e io credo che l’immagine sia molto superiore alla parola. Ho sempre diffidato di chi parla troppo».

In effetti, i "matti" del film "La seconda ombra" parlano poco e si perdono nei loro immensi sguardi...

«Avevo bisogno di questo film. Dopo le molte pellicole dedicate a temi sociali avevo deciso di fare un film estremamente intimista tratto dal mio libro "La ragion pura" - titolo ispirato a Kant - in cui affrontavo l’inconscio femminile. Poi ho avuto come una folgorazione ed ho iniziato a lavorare a "La seconda ombra" , che mi ha permesso di fare come una pausa, un intermezzo. Ora ritorno a "La ragion pura": è la storia di un uomo e di una donna che vivono insieme da quindici anni. Mentre lei è imprigionata nel ruolo di moglie, uno dei più terribili che ci siano, lui vuole ritrovare la passione. E alla fine ci riesce.»

Come vedi la donna?

«Ha la capacità di procedere per sintesi, al di fuori della dialettica maschile. Come se la donna avesse in sè strutture culturali autentiche, mentre gli uomini sono sempre bugiardi»




lemiemanisudite2.
00mercoledì 8 novembre 2006 12:37
Re: ...fresco di doppia visione.

Scritto da: CorContritumQuasiCinis 07/11/2006 23.34

Non esterno niente, per ora. Fresco di visione e di litrotto post visione.

Una cosa sola:
Nuovomondo ha sturato i miei condotti lacrimali. Era da tanto che non mi commuovevo al cinema.

Profumo, con ancora in testa certe "visioni" di Crialese, mi ha sturato le ghiandole olfattive.

Da vedere, soprattutto, o forse solo, il primo.
Meritano entrambi. Il primo di più.

... e poi una serie di coincidenze che "ma che vo dico a fa'"...



Li ho visti entrambi.
Il film di Crialese è un bel film, ma mi era piaciuto di più Respiro, suo primo, stupefacente film.

Per Profumo riporto una Recinzione di Palomba che condivido appieno.



Profumio


"SCUSA TANTO L'INVADENZA MA DI TE IO FACCIO ESSENZA"

cestà uregazzetto antico umpo' srtano mannò tantissimo che infatti lui da cuanno che era piccoletto sentiva lepuzze dalontano anzi lontanissimo che poteva sentì lodore de ninvortinoprimavera incina ottipo erprofumio denghiacciolo artammarindio nalasca o tipo lapuzza dempastore nabbruzzo allora lui cuanno diventa regazzetto collormoni ammille infatti scopre lodore deroscia e sengrifa tutto allora infatti lui vole tipo aprì naprofummeria vole diventà erdorcegabbiana antico allora siccome alle rosce nullepò spreme come ullimone allora ie toiie lasugna roscia dedosso eppoi ce fà erprofumo solo che lerosce nuiabbastano mai e allora ledeve fà cabbrio solo che laggente umpo' sencazzeno che lovoiiono uccide allora peròappena senteno erprofumo desugna deroscia fanno nammucchiamento gigante tutti nudi tutti chessengarelleno eallora storegazzetto poi semette dugocce descianel e selomagnano.

astofirm infatti già duchilometri prima dentrà sesentiva puzza de sòla.

venticincuesettemmredumuileccincue
(Cinestar Cassia sala 2 fila I posti centrali)





:Bacco:
00mercoledì 8 novembre 2006 12:54
denghiacciolo artammarindio

AHHAAH magnifico.


In più per dire... ma non c'è già il topic dei
film da consigliare al monno?
WalterA
00mercoledì 8 novembre 2006 13:19
Oggi vado a vedere all'ugc Cinecitè il nuovo filmo di di Ken Loach
"il vento che accarezza l'erba": anteprima gratis con con il biglietto vinto su radio roccko.
WalterA
00mercoledì 8 novembre 2006 13:24
Re:

Scritto da: Cataldo.Malaparola 23/07/2004 16.54
Non so se qualcuno ha già consigliato di vedere i film di Silvano Agosti (non ho letto tutti i post...)
I film che vi consiglio sono: "Il giardino delle delizie" del 1969
ed il secondo " Nel più alto dei cieli".
Anche "Uova di garofano" non è male.
Sarà difficile trovarli in videoteca (sono soggetti ad una certa censura che mi piace chiamare "invisibile")
Però potreste richiederli direttamente al regista. Il sito è silvanoagosti.it
(Vi assicuro di non essere un pubblicitario che cerca di vendere i prodotti di un amico)
Ne vale la pena. Promesso.
Dimenticavo il film "Np Il segreto". Agghiacciante.
Per farvi due sane (e un po' ciniche) risate, dopo aver visto i film di Agosti, vi consiglio anche un libro:
"Ti Squamo" di Antonio Rezza.






Sicurezza, amichevole maschera del cambiamento a cui sorrido non vedendo cosa sorride dietro.



All' Azzurro Scipioni a Roma vicino Ponte Milvio il film che mi piace di più di Agosti.
"Matti da Slegare" e "D'amore si vive"... molto utopistici come lo è lo stesso regista ma incantevoli e pregiati.

Non so se Silvano Agosti proietterà prossimamente su qualche parete di qualche stabile a Roma qualche suo film. Se lo farà vorrei tanto esserci.
lemiemanisudite2.
00mercoledì 8 novembre 2006 14:01
Re: Re:

Scritto da: WalterA 08/11/2006 13.24


All' Azzurro Scipioni a Roma vicino Ponte Milvio il film che mi piace di più di Agosti.
"Matti da Slegare" e "D'amore si vive"... molto utopistici come lo è lo stesso regista ma incantevoli e pregiati.

Non so se Silvano Agosti proietterà prossimamente su qualche parete di qualche stabile a Roma qualche suo film. Se lo farà vorrei tanto esserci.



Eccoti accontentato [SM=g27823]

» Lunedì 13 Novembre 2006
» SALA LUMIERE
Ore 18:00 MATTI DA SLEGARE (1975) AGOSTI/BELLOCCHIO/PETRAGLIA/RULLI

Ore 20:00 D’AMORE SI VIVE (1983) AGOSTI

Ore 22:00 LA SECONDA OMBRA (2000) AGOSTI


All'Azzuro Scipioni, via Degli Scipioni angolo via Ottaviano.






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