Tutti i volti del Messico

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vanni-merlin
00domenica 31 gennaio 2010 00:46
Tutti i volti del Messico


di Emanuele Coen

Fino al 25 aprile, al Palais des Beaux Arts di Bruxelles è di scena il Festival ¡México!. Cinque mostre, concerti, proiezioni, recital e feste per ripercorrere duecento anni tra arte, costume, politica, architettura e fotografia, sul filo dei protagonisti della storia messicana e delle loro passioni Foto di Dante Busquet, dalla serie Sateluco (2006)
Collezione Centro de la Imagen, MessicoUn festival lungo tre mesi per celebrare due date cruciali della storia messicana: il 1810 e il 1910. Il bicentenario della guerra di indipendenza contro il dominio coloniale spagnolo e il centenario della rivoluzione di Emiliano Zapata, Pancho Villa e dagli altri uomini del movimento armato che, dopo sette anni di cruento conflitto contro la dittatura, promulgarono la prima costituzione al mondo a riconoscere garanzie sociali e diritti ai lavoratori, alla vigilia dell'assalto al Palazzo d'Inverno a Mosca.

Fino al 25 aprile, al Palais des Beaux Arts di Bruxelles è di scena il Festival ¡México!, il più grande evento dell'anno organizzato sul tema oltre i confini del Paese centroamericano: cinque mostre, concerti, proiezioni, recital e feste per ripercorrere duecento anni tra arte, costume, politica, architettura (la mostra Mexican Modernisms, dall'11 febbraio fino all'11 aprile) e fotografia, sul filo dei protagonisti della storia messicana e delle loro passioni. Al di là dei soliti clichè: il dio atzeco Quetzalcoatl, la Vergine di Guadalupe, il gaucho con il sombrero calato sulla fronte.

Nella mostra Frida Kahlo y su mundo (fino al 18 aprile), innanzitutto, vengono esposte le opere custodite nel museo Dolores Olmedo, la più grande collezione privata dedicata alla celebre artista messicana (1907-1954) che affermava di essere nata con la rivoluzione: diciannove quadri - tra cui gli enigmatici Autoritratto con scimmia del 1945 e Io e la mia tata del 1937 - una litografia, sei disegni e numerose fotografie.

E il 24 gennaio, sempre al Palais des Beaux Arts, verrà proiettato il documentario The life and times of Frida Kahlo della filmaker americana Amy Stechler Burns. "Guardate questi occhi", esclamò una volta Picasso riferendosi alle due fessure nere sul volto della pittrice-pasionaria che illuminano i cinquantacinque autoritratti, un terzo della sua produzione artistica - né io né voi siamo capaci di dipingere due occhi così". Occhi indecifrabili, che trasmettono passione e dolore. Nata a Coyoacan da genitori tedeschi, Frida era affetta da spina bifida. A diciassette anni, in seguito a un grave incidente, riportò la frattura della colonna vertebrale. Durante i lunghi mesi di riposo cominciò a leggere libri sul movimento comunista, in seguito si sposò con il pittore Diego Rivera e si iscrisse nel 1928 al partito comunista messicano, intrecciando relazioni, in alcuni casi anche sentimentali, con intellettuali di spicco dell'epoca, dal rivoluzionario russo Lev Trotsky al poeta surrealista francese André Breton, alla fotografa Tina Modotti.


Se molti dipinti di Frida Kahlo sono conosciuti dal grande pubblico, la più grande mostra del festival, Imagenes del mexicano (dall'11 febbraio fino al 25 aprile), offre invece l'occasione di ammirare opere meno note: 150 ritratti di messicani famosi e sconosciuti, che risalgono a quattro epoche diverse ? l'età precolombiana, l'era coloniale, il periodo dell'indipendenza e i giorni nostri ? realizzati da artisti messicani e stranieri, tra cui Diego Rivera, Hermenegildo Bustos, David Alfaro Siqueiros, i filmati di Sergei Eisenstein e le fotografie di Tina Modotti.

Uno sguardo sul Messico attraverso le generazioni, che si completa con la mostra Mundos mexicanos (dall'11 febbraio fino all'11 aprile), una selezione di scatti di venticinque fotografi contemporanei e della seconda metà del ventesimo secolo ? tra gli altri Manuel e Lola Alvarez Bravo, Agustin Jimenez, Gabriel Figueroa ? il loro sguardo sul popolo e sui temi forti dell'esistenza: la morte, la vita, lo spazio, il sogno.
(20 gennaio 2010)


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