Trapianto con staminali - l'ultima idea antirigetto

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vanni-merlin
00mercoledì 26 novembre 2008 00:13
Trapianto con staminali - l'ultima idea antirigetto

A Barcellona la straordinaria sostituzione di trachea, su una donna di 30 anni. Un italiano guida il team che ha eseguito l'operazione


UNA DONNA spagnola di 30 anni è stata sottoposta a un trapianto di trachea nel quale l'organo, per la prima volta al mondo, è stato innestato con cellule staminali della ricevente, per evitare l'impiego di debilitanti farmaci antirigetto.

L'intervento è stato condotto in giugno da una équipe internazionale alla Clinica ospedaliera di Barcellona. Quattro gruppi di ricercatori, guidati dall'italiano Paolo Macchiarini e provenienti da centri universitari di Italia, Spagna e Gran Bretagna, hanno collaborato al caso, spiegato in un articolo pubblicato da "Clinical transplantation of a tissue-engineered airway" sulla rivista The Lancet. La donna era affetta da tubercolosi, aveva un polmone collassato e non riusciva a respirare da sola.

Il nuovo organo, modificato grazie alla bioingegneria, le permette a quattro mesi dall'intervento di occuparsi dei figli, fare le scale e persino ballare, cose impensabili per lei prima. I medici hanno risolto il problema del rigetto utilizzado la trachea del donatore solo come "supporto meccanico": l'innesto di staminali ne ha fatto un organo nuovo, "costruito" su misura per lei. "Claudia non poteva giocare con i suoi bambini nè lavorare nè condurre una vita normale - ha detto il professor Macchiarini - ora può farlo: è il dono più bello che possiamo dare con il nostro lavoro".

In pratica, per la prima volta, si è assistito alla sostituzione di un tratto delle vie aeree con una trachea da donatore "ricolonizzata" con cellule staminali autologhe, ovvero tratte dal midollo osseo e dall'epitelio respiratorio della stessa paziente (in termini tecnici detto "costrutto ingegnerizzato in vitro"). In precedenza, la paziente aveva rigettato tutti i tentativi di innesto di protesi sintetiche. Da qui la decisione di ricorrere ad un intervento innovativo e reso possibile grazie al lavoro del gruppo di ricerca di Pier Paolo Parnigotto e di Mariateresa Conconi, del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell'Università di Padova, a cui si devono i preventivi studi sperimentali che hanno permesso di realizzare il "costrutto".


(19 novembre 2008)


da: www.repubblica.it/2008/11/sezioni/ambiente/trapianti-trachea/trapianti-trachea/trapianti-trac...
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