Strage di Marzabotto, ergastolo per 10 dei 17 ex ufficiali nazisti

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Lux-86
00sabato 13 gennaio 2007 19:53
LA SPEZIA - Il tribunale militare della Spezia ha condannato all' ergastolo dieci dei 17 imputati (tutti contumaci) per la strage nazista di Marzabotto. Gli altri sette sono stati assolti per non aver commesso il fatto. La camera di consiglio è durata quattro ore e 45 minuti.

Gli imputati sono ex ufficiali nazisti, tutti ultraottantenni e contumaci. La strage risale al periodo tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944: 800 le persone trucidate dai nazisti solo a Marzabotto.

Il principale responsabile della strage resta il maresciallo Walter Reder già condannato all'ergastolo dal tribunale militare di Bologna nel 1951 e liberato nel 1985.

La condanna all'ergastolo è stata emessa per Paul Albers, 88 anni, aiutante maggiore di Reder; per il sergente comandante di plotone Josef Baumann, 82 anni; per il maresciallo delle SS Hubert Bichler, 87 anni; per i sergenti Max Roithmeier, 85 anni; Max Schneider, 81, Heinz Fritz Traeger, 84, Georg Wache, 86, Helmut Wulf, 84; per il maresciallo capo Adolf Schneider, 87 anni; per il soldato Kurt Spieler, 81 anni. Tutti sono stati ritenuti colpevoli di concorso in violenza con omicidio contro privati nemici, pluriaggravata e continuata.

Sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto il caporale Franz Stockinger, 81 anni; il caporalmaggiore Gunther Finster, 82; i caporali Albert Piepenschneider, 83, ed Ernst Gude, di 80; il sergente SS Hermann Becker, 87 anni; il caporalmaggiore Otto Erhart Tiegel, 81 anni ed il sergente Wilhelm Kusterer, di 84.

Il tribunale ha poi deciso la pena dell'isolamento diurno per tutti i condannati, per un periodo variabile tra uno e tre anni, ed il risarcimento dei danni in favore delle parti civili per una somma complessiva di oltre 100 milioni di euro.

La mattanza di Marzabotto è sicuramente la più cruenta, per violenza e numero di vittime, delle stragi compiute dai nazisti in Italia. Venne perpetrata dalla feroce 16. SS-Panzergrenadier-Division in diverse località quali Tagliadazza, Caparra, Castellano, Caviglia, Vado di Monzuno, Grizzana e, appunto, Marzabotto.

La furia nazista colpì la popolazione civile non riasparmiando nè donne, nè bambini. Intere famiglie vennero falcidiate. Si parla di un totale di 1800 vittime, molte delle quali furono ritrovate molto tempo dopo. Scopo die nazisti era reprimere la brigata partigiana Stella Rossa che nella zona contava più di duemila affliati.

(13 gennaio 2007)
Sebastiano Ferrero
00domenica 14 gennaio 2007 10:19
Sicuramente sarà un ergastolo che durerà...
Suppiluliumas
00sabato 20 gennaio 2007 17:10
Come sempre non pagherà nessuno. [SM=x278645]
Breznev
00martedì 23 gennaio 2007 18:23
Un "grazie" a tutti i porci che hanno tenuto nascosto tutto fino a poco fa.
E intanto dei criminali sono rimasti del tutto impuniti. Solo il principio di condanna è salvo.



Lux-86
00lunedì 26 febbraio 2007 19:58
LA SPEZIA - Il tribunale militare della Spezia ha assolto, per non aver commesso il fatto, l'ex tenente della Wehrmacht Herbert Hantschk, 87 anni, l'unico imputato rimasto in vita per la strage di San Polo (Arezzo) del 14 luglio 1944, nella quale furono uccisi una sessantina di civili. Per lui il pubblico ministero Marco De Paolis aveva chiesto l'ergastolo.

Quel giorno oltre sessanta persone vennero uccise sulla via, a Pietramala, comprese donne e bambini, e poi una cinquantina di uomini, rastrellati e condotti a Villa Gigliosi, dove venne fatta scavare loro una fossa comune.

Herbert Hantschk, classe 1920, era allora comandante del plotone di trasmissione del 274.mo reggimento, membro dello stato maggiore, in quanto tenente accusato di concorso in violenza con omicidio contro privati nemici, pluriaggravata e continuata. Come consigliere del comandante Evert, ha sostenuto il pm davanti alla corte, Hantschk ebbe un ruolo determinante. Il pubblico ministero ritiene che "fosse possibile distaccarsi dalla logica criminale della violenza, perché è agli atti testimoniali che ci fu chi lo fece, a differenza dell'imputato, obiettando di non essere un macellaio".

Dal processo è uscito per decesso Klaus Konrad, 92 anni, ex membro del Parlamento federale tedesco dal 1969 al 1980, esponente del partito socialdemocratico di Brandt. La sua figura aleggiava in aula: il pm lo ha citato più volte, perché Konrad in sede di interrogatorio aveva ammesso i fatti, giudicandosi non colpevole, e raccontando dettagli agghiaccianti.

(26 febbraio 2007)
Suppiluliumas
00mercoledì 28 febbraio 2007 17:40
Anche con l'ergastolo non gli sarebbe cambiato niente a lui(purtroppo)...
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