Cecchi Gori disperato «Voglio l'eutanasia»
In isolamento, guardato a vista. Perché temono che Vittorio Cecchi Gori possa suicidarsi. «Voglio morire, ma da solo non ce la faccio, aiutatemi con un'iniezione letale», avrebbe confidato agli amici più stretti qualche giorno prima di essere arrestato. Ormai andava avanti da settimane. I richiami sempre più frequenti alla morte, le visite infittite del suo medico-amico, il geriatra Walter Regolo, e quella frase buttata lì: «Per me ci vorrebbe l'eutanasia». Dopo due giorni passati dentro il carcere di Regina Coeli, si moltiplicano gli sforzi dei legali per sottrarre il loro assistito a «un regime totalmente incompatibile con le sue condizioni di salute», come ha scritto Regolo nella relazione che sarà consegnata ai giudici. «Cecchi Gori di recente, prima dell'arresto, ha manifestato idee suicide, e certo lo stress di queste ore non lo aiuta a stare meglio », spiega il medico.
La voce di Valeria Marini tradisce l'ansia e la preoccupazione per le condizioni psicologiche dell'ex compagno: «Non deve stare dentro un minuto di più, non capisco questo accanimento verso un uomo che non si è mai sottratto alle sue responsabilità. Se ha sbagliato lo stabiliranno i giudici. Adesso è prioritario aiutare una persona sola che sta male», insiste. Ha già chiesto di poterlo vedere, ma le hanno risposto che non è possibile. Non può fare altro che restare in costante contatto con il professor Regolo, che questa mattina incontrerà il produttore in prigione. Ieri, l'ex patron della Fiorentina ha ricevuto anche la visita di Donato Robilotta. «Aveva passato la notte in bianco, era sdraiato a letto, il resto del pasto lasciato sul tavolo per problemi di stomaco», racconta il consigliere regionale dei Socialisti riformisti, che è entrato nella sua cella. Golf blu sui pantaloni della tuta, Cecchi Gori era molto preoccupato per l'imminente incontro con la gip. «È vero che è una donna — ha chiesto —? E allora che mi metto? Non ho un vestito, mi mancano le bretelle, non ho neppure la cravatta, ho solo questa tuta con un filino di elastico. E non c'è neanche uno specchio per farsi la barba». Il tempo ha acquisito una nuova dimensione: «Non avere un orologio non è sempre negativo, fa guadagnare spazio». La presa di coscienza delle barriere con l'esterno: «Mentre entravo io, uscivano in tanti, una quarantina... ». Il pensiero, stonato, di voler essere presto fuori per incontrare il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, in visita a Roma: «Conosco molto bene il padre...». L'ultimo mantra è positivo: «Sono convinto che presto uscirò». Per continuare a vivere, sperano tutti.
e poi parla di "semplice disguido"