Ri'dico'li

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la piazza della poesia » la piazza della poesia » zibaldone in piazza » ci mettiamo anche un po' di politica?

vanni-merlin

00mercoledì 14 febbraio 2007 22:52

Ri'dico'li

di Roberta Anguillesi

Italia, ultimo bastione per una chiesa cattolica incapace, per coloro che la guidano, di interpretare i tempi e corteggiarne le evoluzioni. Si diceva un tempo che la cattolicità aveva un metodo per non essere sopraffatta dalla storia, si adeguava. Adesso, con la mezzaluna alle porte e la caduta non solo delle ideologie ma soprattutto delle idee, i porporati scelgono la contrapposizione frontale, in italia.

In Italia è facile, facilissimo perché abbiamo la classe politica più vuota e più vecchia d’europa. Deboli e decadenti , interessati solo a ascoltare le proprie voci nei microfoni della tv, interessati solo a mantenere rapporti ‘passabili’ con proprio elettorato che, si sa, è di bocca buona; oppure interessati solo al potere , al controllo, alla spartizione del paesuccio , vanitosi e smarriti, consapevoli di aver ben lavorato per non permettere a questo paese di rinnovarsi o semplicemente di poter scegliere, rendendolo un paese senza alternative: o loro e la loro pochezza e i loro avvitamenti o il diluvio.

La chiesa cattolica, complice in genere nelle peggiori schifezze che la nostra storia ricordi e soprattutto parte attiva nel congelamento della nostra repubblica in una sorta di sistema feudatario a cosche ideologiche, sa perfettamente quale classe politica ha collaborato a creare. Se avesse poi avuto dei dubbi questi ultimi 10 anni di ‘outing’ mistici, matrimoni riparatori, concessioni economiche fuori da ogni regola antitrust e fuori da ogni regola costituzionale,concessioni culturali irreparabili per un paese che si ostina a spacciarsi per laico, ne hanno fornita vasta e indiscutibile conferma. Ed è In questo bel panorama che si legifera, dopo aver portato un parlamento un transgender un paio di lesbiche e svariati gay come fatto evidentemente propagandistico e folcloristico, si legifera sulle unioni di fatto perché, dicevamo, i rapporti con l’elettorato debbono almeno essere di cortesia. In questo clima si partorisce una leggiucchia in cui ‘non possumus’ dare una dignità alle coppie di fatto ne etero ne tantomeno omo, una dignità di ‘nucleo’ affettivo e (anatema anatema) sessualmente attivo, ma le si deve confondere con le zie che decidono di convivere per mutuo soccorso, o con la coppia d’amici (di sesso opposto cosi’ come dello stesso sesso) , che per gli strani fatti della vita e una vita passata insieme a giocare a brisca decidono diconvivere per pagare l’affitto e garantirsi seratine piacevoli a smazzettare sul tavolo di cucina.

Dignità e riconoscimento per l’affettività e la sessualità etero che sceglie di non essere ritualizzatama solo riconosciuta, niente.

Dignità e riconoscimento per l’affettività e la sessualità omosessuale che vuole essere riconosciuta e magari anche ritualizzata, tanto meno.

Una leggiucchia tampone, più simile a un vuoto e triste atto da leguleio vile stanco che al riconoscimento di diritti e doveri laici e civili. Sarebbe necessario capire che l’estensione del diritto,il riconoscimento delladignità e soprattutto la cacciata dei demoni, di tutti i demoni e soprattutto di quelli che si annidano come compagni di merende nelle camere da letto, per giudicare e definire cio’ che è norma naturale fatta da “un supposto” creatore, prono evidentemente alla volontà di chi in quel momento lo rappresenta e soprattutto fallibilissimo nel suo creare, e sciagurato nel suo concedere un libero arbitrio esagerato, cacciare quei demoni e consegnare valore e, ripeto la parola chiave, dignità agli individui separando la sessualità dal diritto e il giudizio maorale dal patto sociale laico, tutto questo potrebbe diventare garanzia di crescita, di rinascita culturale per un paese assopito che ha perso ogni coraggio, rinunciato ad ogni tentazione al crescere e creare cultura rinnovandosi.

da: www.democrazialegalita.it/roberta/roberta_dico_unioniCivili=12feb...

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