Sono stati bloccati dalla Digos di Verona in Lombardia gli ultimi due componenti del gruppo che ha picchiato a morte Nicola Tommasoli la notte del primo maggio scorso nel centro di Verona. Si tratta di Federico Perini, di 20 anni, e di Nicolò Veneri, di 19 anni, entrambi veronesi, fermati dalla polizia ieri sera alle 23.40 nell'aeroporto di Orio al Serio al loro arrivo dall'Inghilterra.
Peri e Tarabuio, questi i loro soprannomi, erano fuggiti dopo il pestaggio con la macchina della mamma di uno dei due. Le famiglie, in contatto con loro, sono riuscite a convincerli a costituirsi e i due sono ritornati in Italia dove hanno confessato di aver partecipato al pestaggio del giovane disegnatore industriale che, dopo cinque giorni di agonia, è morto ieri pomeriggio nell'ospedale di Verona. Anche per loro, come per gli altri tre già fermati, si prospetta l'ipotesi di un'accusa per omicidio volontario o preterintenzionale.
Le indagini, grazie alla visione delle immagini registrate di alcune telecamere presenti nella zona del pestaggio, si erano sin dai primi momenti indirizzate verso alcuni giovani simpatizzanti della destra più estrema. L'aggressione di Tommasoli, però, non avrebbe avuto motivazioni politiche, ma semplicemente sarebbe stata legata al fatto che la vittima, assieme a due amici, aveva risposto negativamente a una richiesta di una sigaretta da parte dei cinque componenti del gruppetto.
Il primo a presentarsi in questura era stato Raffaele Dalle Donne, 19 anni, poi ieri il fermo di Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario. All'appello mancavano gli ultimi due che risultavano fuggiti dopo l'episodio a bordo di un'automobile diretti a Innsbruck, per poi raggiungere successivamente Monaco di Baviera. Di Lì hanno preso un aereo diretto a Londra. A quel punto, convinti dalle famiglie e sottoposti anche alla pressione della Digos che era ormai sulle loro tracce, si sono convinti a rientrare in Italia con un volo RyanAir che è atterrato ieri sera alle 23.40 all'aeroporto di Orio Al Serio (Bergamo). E' lì, che i due, giunti in Italia, sono stati presi in consegna dal personale della questura di Verona.
perlomeno li hanno beccati subito, comunque rock è normale che queste associazioni si dissocino immediatamente da azioni del genere, che dovrebbero fare altrimenti?