Parla Bolkestein

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-Kaname-chan
00lunedì 13 febbraio 2006 22:25
PERCHE' VOGLIO LIBERALIZZARE I REVIZI

Di Fritz Bolkestein

L'articolo.49 del Trattato
dell'UE dice che le restrizioni
alla Iibera prestazione
di. servizi.all' interno della Comunità
sono vietate. Sécondo l'articolo
50, sono considerate servizi
“le attività artigianali e quelle
delle professioni liberali”.
Questo articolo è importante
perché attualmente circa iI 76%
delle nostre attività economiche
sono servizi. inoltre, la maggior
parte di questi sono servizi prestati da piccole e medie imprese,
che oggi sono praticamente le
uniche a creare occupazione. E'
chiaro che i servizi hanno un ruolo
sempre più importante nella
crescita e nell'occupazione in tutte
le economie dell'Ocse.
Sebbene ora i servizi costituiscano
iI 70% delle nostre attività, solo il 20% è costituito da scambi
transfrontalieri all'interno dell'Unione
Europea. Ciò è dovuto
al fatto che i mercati dei servizi
nella zona euro sono ancora ampiamente
segmentati. L'integrazione
dei mercati dei servizi non
esiste veramente da nessuna
parte.
la ragione sta negli ostacoli burocratici di natura protezionistica e la commissione europea ne
ha identificati parecchi. E' essenziale sopprimerli, se vogliamo
portare a termine i mercato interno
e trarre così i vantaggi dei
suoi effetti moltiplicatori per occupazione e crescita.
Ecco tre esempi di ostacoli burocratici: 1) il trattamento fiscale favorevole riservato ai servizi acquisiti
presso fornitori locali; 2)
le condizioni di residenza per gli
azionisti, il personale e le professioni regolamentate;
3) la mancanza di riconoscimento dei diplomi
ottenuti all'estero. Si tratta
soltanto di alcuni degli ostacoli rilevati: l'inventiva dei burocrati
nazionali è inesauribile.
Nel gennaio 2004, la Commissione ha depositato una proposta
di direttiva sui servizi per eliminare i
principali scogli. Tale proposta
era stata approvata all’unanimità
da tutta la Commissione.
Essa mira alla libertà di awiare
un'attività commerciale in un altro
Stato membro e al libero
scambio dei servizi fra Stati
membri. Lo scopo è anche di
consentire al consumatore di far
valere il proprio diritto all'acquisto di servizi provenienti da fornitori
stranieri.
La proposta di direttiva sui servizi
non stabilisce alcun nuovo diritto:
pretende che i diritti esistenti
entrino in vigore designando
gli ostacoli burocratici che
li contrastano.
Va chiarito che la proposta di direttiva
non si applica
né al lavoro in nero (problema che le amministrazioni
nazionali devono
affrontare) né ai lavoratori dipendenti.
Gli operai polacchi che attraversano
la frontiera tedesca
per lavorare in una macelleria tedesca
dipendono dalla Convenzione
collettiva che si applica al
loro datore di lavoro. E ovunque
ci sia subordinazione, non c'è
servizio.
La proposta di direttiva sui servizi, malgrado i suoi vantaggi per
l'Europa, ha incontrato, in certi
ambienti, una forte opposizione.
Opposizione principalmente di
origine politica. E' cominciata in
Belgio, dove il Partito socialista
vallone voleva criticare il governo
diretto dal liberale Guy Verhofstadt.
Ma essendo .i socialisti
stessi rappresentati in quel governo,
dovevano trovare una via
traversa pere farlo. Ebbero l'idea
di utilizzare la proposta di Direttiva
sui servizi come arma contro
il governo. E fu così che la prima
manifestazione contro la proposta
si è svolta proprio a Bruxelles.

(traduzione di Daniela
Maggioni)

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