Paolo Caccia Dominioni

falisca.
00lunedì 3 gennaio 2011 21:27
Un personaggio poliedrico
Di nobile famiglia lombarda, visse la sua adolescenza al seguito del padre diplomatico in Francia, in Austria-Ungheria, in Tunisia ed in Egitto; tornato in Italia nel 1913 si iscrisse al Regio Politecnico di Milano frequentando il primo anno la facoltà di ingegneria. Trasferitosi a Palermo, allo scoppio della Prima guerra mondiale si arruolò volontario nell'esercito italiano.
Dopo un primo periodo in Sicilia come soldato semplice, frequentò il corso ufficiali a Torino fra il novembre 1915 e il marzo 1916. Venne quindi assegnato al Genio Pontieri, dove, divenuto tenente, nel maggio del 1917 si guadagnò una medaglia di bronzo, per il forzamento dell'Isonzo nei pressi di Canale (ora Slovenia) durante il quale fu ferito in maniera non grave.
Dietro sua richiesta venne trasferito ad una sezione lanciafiamme operante in prima linea sul Carso nell'agosto 1917, dove riportò una seconda ferita alla mano.
Dopo la ritirata di Caporetto dell'ottobre-novembre 1917, Paolo Caccia Dominioni, fu trasferito in seconda linea in Valbrenta,dove fu raggiunto dalla notizia della morte in guerra del fratello Cino il 29 gennaio 1918.
Trasferito in Libia nell'aprile 1918, venne adibito a servizi di guarnigione nei dintorni di Tripoli, dove lo sorprese l'annuncio della Vittoria (4 novembre 1918). Ammalatosi di influenza spagnola, venne rimpatriato nel maggio 1919 e congedato l'anno seguente.
Terminati gli studi, dopo un iniziale avvicinamento al Fascismo, se ne distaccò trasferendosi in Egitto nel 1924, dove avviò la propria attività professionale, progettando importanti edifici in tutto il Medio Oriente.
Richiamato una prima volta nel 1931, prese parte ad una spedizione (di carattere esplorativo) operante nell'estremo sud del deserto Libico, il che gli valse il grado di capitano.
Richiamato ancora in servizio per la Guerra d'Etiopia nel 1935, venne dapprima impiegato in una missione di intelligence in Sudan, poi in una pattuglia esplorante aggregata alla Colonna Starace, partecipazione che gli fruttò la Croce di Guerra al Valor militare.
Nel 1941 venne richiamato in servizio per la quarta volta e assegnato al Servizio Informazioni Militare. Insoddisfatto di questa collocazione, ottenne di essere assegnato alla neocostituita specialità del Genio Guastatori alpino ; destinato in un primo momento in Russia, nel luglio 1942 gli fu affidato il comando del 31º Battaglione Guastatori d'Africa del Genio, impiegato durante tutta la campagna del Nord Africa.
Durante l'offensiva della prima battaglia di El Alamein, alla quale partecipò con una compagnia esplorante dei suoi guastatori, il Maggiore Sillavengo venne decorato da Rommel con la Croce di Ferro di 2ª classe tedesca ,seguita da un encomio solenne.

Partecipò poi anche alla seconda battaglia di El Alamein nel novembre 1942, riuscendo a sfuggire all'accerchiamento con tutto il suo reparto, unico reparto superstite del X Corpo d'armata italiano; per tale risultato il maggiore Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo venne decorato di Medaglia d'argento al valor militare.
Dopo un periodo di convalescenza, nel maggio 1943 si fece promotore della ricostituzione del Battaglione Genio Guastatori Alpini, e ne assunse il comando fino all'8 settembre 1943. Sfuggito alla cattura tedesca, si diede alla macchia entrando nel gennaio 1944 a far parte della 106a brigata partigiana Garibaldi.
Nella Resistenza dopo varie vicende, arrivò ad assumere la carica di Capo di Stato Maggiore del Corpo lombardo Volontari della Libertà nell'aprile 1945. Per la partecipazione alla lotta partigiana gli verrà concessa la Medaglia di Bronzo al Valore Militare.
Dopo la fine della guerra riprese la sua attività nello studio di ingegneria del Cairo, e nel 1948 venne incaricato dal governo italiano di redigere una relazione sullo stato del cimitero di guerra italiano di Quota 33 ad El Alamein, a cui seguì presto l'incarico di risistemarlo. Ebbe inizio così una missione di recupero che durò circa quattordici anni, spesi in gran parte nel deserto, alla ricerca delle salme dei caduti di ogni nazione, culminando con la costruzione del sacrario italiano da lui progettato.
Conosciuta nel 1958 la moglie Elena Sciolette, Paolo Caccia Dominioni tornò in Italia, pur frequentando assiduamente il sacrario di Quota 33.
Dal 1962 in poi, anche in seguito alla pubblicazione del libro Alamein 1933-1962 che vinse il Premio Bancarella, Paolo Caccia Dominioni svolse un'intensa attività progettistica di sacrari e cappelle commemorative dei caduti italiani della Seconda guerra mondiale, unita ad una fertile attività letteraria e illustrativa sul tema delle proprie vaste esperienze belliche, che gli fruttò diversi premi e riconoscimenti (tra i quali il San Valentino d'oro della Città di Terni).
È da segnalare che Paolo Caccia Dominioni, che parlava correntemente tedesco, francese, inglese, arabo, continuò la sua attività di architetto e scrittore anche in tarda età fino alla morte, sopraggiunta all'ospedale militare del Celio all'età di 96 anni nel 1992.
Nel 2002, in occasione del 60º anniversario della battaglia di El Alamein, il Presidente della Repubblica ha concesso al tenente colonnello Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo la Medaglia d'Oro al Merito dell'Esercito "alla memoria".
Da Wikipedia

Questo poliedrico personaggio, ha pubblicato il suo diario 1915-1919 che è una pietra miliare per tutti quelli che si interessano della GG, ma non tutti sanno che fu anche un notevole pittore, con un’impronta molto tecnica che deriva sicuramente dai suoi studi ingegneristici.











I suoi quadri sono oggi esposti in un noto ristorante del goriziano. [SM=g7285]
driade69
00lunedì 3 gennaio 2011 22:30
complimenti per il post, un grandissimo personaggio ed è uno dei miei favoriti tra gli scrittori sul genere, mi è sempre piaciuto per la franchezza con cui ha sempre esposto i fatti e l'animo nobile.
ciao
driade69 [SM=g7285]
Danshutze
00martedì 4 gennaio 2011 09:24
Questi disegni non li conoscevo!!!! Grazie Sergio!!!

Avevo visto qualche cartolina disegnata dal Dominioni, ha disegnato molto anche per quel che riguarda la campagna d'Africa nella seconda guerra.
Qui si può vedere qualche cartolina:

http://digilander.libero.it/trombealvento/caccia/cacciad.htm


Ciao
lemberg
00martedì 4 gennaio 2011 09:40
Inconfondibile il suo stile come scrittore, tanto nel diario segnalato quanto in altri godibilissimi volumi, quali Askari K7, La frana del San Matteo o le sue particolari esperienze partigiane in Alpino alla Macchia.
Una sua foto e una di suo fratello Cino, caduto in guerra, sono esposte in modo anonimo tra le altre nell'atrio del Museo di Caporetto.

Lemberg
44° sul Lemerle
00martedì 4 gennaio 2011 14:53
Altrettanto inconfondibile è il carattere utilizzato per la sua scrittura, sia si tratti di una nota a margine di un suo semplice disegno sia per le epigrafi nel sacrario di El Alamein

Carlo Alberto
Mauro A.
00martedì 4 gennaio 2011 15:04
Di Paolo Caccia Dominioni mi ha sempre colpito la sua invulnerabilita', di come veramente si puo' dire ne ha passate tante, sia nella prima che nella seconda, da diventare quasi una leggenda per quanto mi riguarda.
Sono quei Uomini dove veramente hanno come un qualcosa di speciale che gli protegga, perche' veramente non era possibile di come in tantissime occasioni anche gravi riusciva sempre a salvarsi come dei miracoli a volte.
Destino o chissa'??
Comunque grazie a Sergio per aver postate quei ottimi disegni di lui.

Mauro
Enzo1966
00martedì 4 gennaio 2011 20:40
3 cartoline di P.C.D. a tema G.G.






[SM=g7348]

M falco
00martedì 4 gennaio 2011 20:44
Non posso che ringrarziati Falisca, per quanto postato, visto che il mio avatar, da sempre, è un disegno di Paolo Caccia Dominioni dal titolo "divise 1915/1918" preso da una pubblicazione/catalogo di una mostra tenuta a Milano "P.C.D. 1915/1986 disegni di Paolo Caccia Dominioni" nel 2004.
Sono un suo estimatore come scrittore ma molto di più come disegnatore.
Sempre dallo stesso volume inserisco un disegno o meglio un immaggine fotografica realizzata con una matitta e un foglio di carta, perchè era capace di questo, dal titolo "il piccolo posto che non ha tagliato la corda - 1917"




Saluti, Corrado

(Socio ASC&T tessera n° 57)
Konrad55
00martedì 4 gennaio 2011 21:02
Paolo Caccia Dominioni è stato nella mia valle a riposo durante la G.G. Si diceva che fosse con un reparto lanciafiamme il quale era stato degradato perché aveva abbandonato gli strumenti di morte. Il paese dove erano a riposo è Campotamaso, in provincia di Vicenza, e bellissimo è la descrizione di questo paesino fatta da lui e alcuni schizzi del paesaggio. Un gran personaggio che aveva lasciato il segno negli abitanti tanto che lo ricordavano anche a distanza di anni.
[SM=g7285]
Roberto B
00mercoledì 5 gennaio 2011 10:42
Bravo Sergio.
Però qundo ti sarà possibile potresti provare a rifare le foto senza flash e a rimetterle nel forum..... [SM=g7346]
Grazie.
Roberto Graffiti
(lucio54)
00mercoledì 5 gennaio 2011 12:37
E' di Caccia Dominioni la sistemazione attuale del Colle Sant'Elia di Redipuglia (1965 credo). Negli ultimi anni della sua vita abitava a Rubbia (comune di Savogna) nella grande casa ex stazione di posta. L'ultimo periodo della sua vita è stato ospite dell'albergo ristorante "Da Tommaso", poco distante sul Vallone di Gorizia, che ancora ospita alcuni suoi grandi pannelli bellici (sala da pranzo, da vedere) e qualche mobile della sua casa. Gli alpini locali e altri enti stanno progettando un prossima mostra sulle sue opere. Penso a Gorizia.
falisca.
00mercoledì 5 gennaio 2011 21:52
Re:
Roberto B, 05/01/2011 10.42:

Bravo Sergio.
Però qundo ti sarà possibile potresti provare a rifare le foto senza flash e a rimetterle nel forum..... [SM=g7346]
Grazie.
Roberto Graffiti



Non è colpa del flash (che non ho usato) sono i lampadari della sala che si riflettono sulla vernice dei quadri e senza accenderli non c'è luce sufficiente per fotografare.
Ci vorrebbero degli illuminatori per illuminare la sala indirettamente ma non li ho più.


Gira60
00venerdì 7 gennaio 2011 10:40
foto dal web



confermo e consiglio il suo... 1915-1919 Diario di Guerra
edito dalla Mursia



ciao

lemberg
00venerdì 7 gennaio 2011 10:47
Mi fanno male gli occhi o porta uno Sturmmesser austro-ungarico della GG?

Lemberg
Gira60
00venerdì 7 gennaio 2011 10:52
Preda bellica...... [SM=g7285]
ma non ne sono convinto...

Leo_69
00venerdì 7 gennaio 2011 12:02
Il suo diario di guerra è una pietra miliare della memorialistica. Lo consiglio anch'io a tutti, sia per l'obiettività con la quale il Dominioni descrive gli eventi, sia per la ricca messe di dettagli che ci possono far ancor oggi ritrovare i luoghi esatti dove si svolsero i fatti. La descrizione delle postazioni ove si trovava - e morì - il fratello Cino è, ad esempio, talmente precisa che mi ero ripromesso di ritrovarla, alla prossima primavera, quando neve e ghiaccio se ne saranno andati...
Divertenti anche alcuni episodi denuncianti l'inettitudine degli alti comandi, come quando - da pontieri - vennero spediti in quel di Salcedo, con tanto di barconi, per costruire un ponte a 600 metri d'altezza e in mancanza di fiumi... In realtà, s'era compreso Salcedo per Sandrigo, dove, effettivamente, passa il largo letto dell'Astico, ma... questo è in secca dieci mesi all'anno! E, di conseguenza, i pontieri vennero rispediti nel padovano a rifare il ponte che avevano smantellato il giorno prima!

Leonardo.
lemberg
00martedì 11 gennaio 2011 16:29
Anche ingrandito il pugnale continua sembrarmi uno Sturmmesser non fodsse che per il modo di applicarlo alla cintura tramite fibbia in pelle. La foto lo ritrae nel '36 o durante la II GM?

Lemberg
Gira60
00mercoledì 12 gennaio 2011 16:50

La foto lo ritrae nel '36 o durante la II GM?



non ho trovato riferimenti ma calcolando che era nato nel 1896 nel 36 aveva quarant'anni......e mi sembra che la foto corrisponda a uno di quella età....
lemberg
00mercoledì 12 gennaio 2011 17:22
Penso anch'io. Grazie!

Lemberg
Enzo1966
00giovedì 27 gennaio 2011 21:00
Un'altra cartolina di PCD
gambero56
00martedì 15 febbraio 2011 21:18
Caro Lemberg
perchè ti meravigli gli Sturmmesser preda bellica furoni in dotazione all'esercito italiano. Non hai mai trovato foderi grigioverdi? Io ne ho uno.
Il nostro esercito ha usato molto materiale ex austroungarico. Il corpo militare italiano dislocato in Cina, non mi domandare cosa ci facesse, aveva in dotazione gli steyer, così come l'artiglieria alpina aveva gli skoda.

Ciao

Francesco
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