Muse ''Black Holes and Reveletions''

Stamani, passeggiavo per il sottopassaggio della stazione centrale di Firenze, quando non ho potuto fare a meno di notare in una vetrina il nuovo cd dei Muse, uscito il 3 luglio, di cui nemmeno sapevo l'esistenza. Fatta emnte locale sulle mie finanze, decido che prima di provvedere a sborsare quasi 19 €uri, sarei andato a vedere che cosa offriva il Mulo.
Beh, in breve sono riuscito a fornirmi dell'album completo, e ad ascoltarlo a rotazione, fino all'ultimo ascolto di qualche istante fa, fino a farmi un'idea del disco che m'accingo a raccontarvi.

Come al solito Matt Bellamy e soci, continuano nel loro imperturbabile stile Muse, apportando ogni volta qualche elemento variabile in più. Si parte con Take a Bow, canzone non malvagia, che subito introduce ad un massiccio utilizzo del sintetizzatore, poi via con il singolo Supermassive Black Hole, memorabile, poi la più Mus-ica Starlight, per passare alla geniale Map of the Problematique, un capolavoro che coniuga i tempi di New Born con le novità, dopo di ciò, si passa a due canzoni strumentali e struggenti come Soldier's Poem e l'ottima, ma particolare Invincible. Si cambia ritmo, alla settima traccia, con il sopraggiungere di Assassin, e parte la seconda metà del disco, più psichedelica ma in alcuni momenti più tradizionale, per quanto possano essere tradizionali i Muse. Hexo Politics è una canzone che starebbe benissimo in Origin of Simmetry, City of Delusion è un vero capolavoro, Hoodoo abbassa un po' il livello, che però viene subito ingigantito dalla maestosa traccia finale, Knights of Cydonia, un pezzo quasi di epic. Onore quindi a quest'altro grosso bel lavoro della band statunitense, che continua a regalarci emozioni. Venivano paragonati ai Radiohead. Forse non sono arrivati ai livelli di OK Computer, ma ci sono andati molto vicini, e questo album non fa che confermare il loro estro.
Forse mi sono lasciato un po' trasportare dal mio amore sconfinato per la band di Bellamy, ma tant'è.
VOTO: 8+

Corro a comprarlo!