Maschere

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Zahk
00venerdì 19 gennaio 2007 02:18
"conosci te stesso" diceva Socrate, ma, al di là del discorso filosofico, è possibile questo? Può un uomo conoscere pienamente sè stesso?

Noi portiamo ogni giorno mille maschere; alcune sono simili all'inverosimile, cambia solo un dettaglio, un sopracciglio, una fattezza, altre sono talmente differenti da non avere nulla in comune; in famiglia, a scuola, con gli amici... a volte la cosa è inconscia, non ci si accorge nessuno, ma se ci si riflette è facile notarlo.

A volte mi sono chiesto se questo non voglia dire "essere se stessi": portare mille maschere, o forse una sola che cambia sembre... forse è il modo in cui reagiamo di fronte alle varie situazioni a definire noi stessi, e le maschere sono solo impostazioni mentali...

E' un discorso complicato; vi è mai capitato di avere l'impressione di "portare una maschera"? Cosa ne pensate di questo discorso?
-Zell il Malkavo-(SN)
00venerdì 19 gennaio 2007 12:43
"...Qualcuno...mi sembra Oscar Wilde...ha detto: "L'uomo è poco se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità"...
...Ecco...forse è in quella frasa la spiegazione di tutto...forse la maschera del demonio dava libero sfogo alla violenza e all'orrore celati in noi...
...Violenza e orrore che vengono abitualmente nascosti da un'altra maschera: quella della persona "normale e rispettabile" che ciascuno indossa...
...e di cui finisce per diventare schiavo."

Penso che stare senza maschera sia impossibile...perchè credo che il nostro vero Io si celi nell'inconscio. E venire a contatto con il nostro inconscio...totalmente...finirebbe per distruggerci...ci farebbe impazzire...per questo ci poniamo davanti un filtro, per regolare questo contatto con noi stessi che è molto pericoloso. Per lo meno se davvero porto una maschera tento di indossare sempre la stessa in tutte le occasioni, non mi piace essere una persona diversa a seconda degli interlocutori che mi si pongono di fronte.
krusty.il.clown
00venerdì 19 gennaio 2007 12:57

«Tutto ciò che è profondo ama la maschera; le cose più profonde hanno per l'immagine e l'allegoria perfino dell'odio. (...) Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà.»


in "Al di là del bene e del male" Nietzsche si pronuncia sulla maschera dicendo proprio che essa si oppone all'immagine e all'allegoria, copia o altro modo di essere della realtà; è la modalità piu propria per esprimere il segreto. Ogni spirito profondo che deve celare qualcosa ha bisogno di una maschera.

"PERSONA" in latino significa "MASCHERA" teatrale (lo stesso attore interpretava piu personaggi mediante l'uso di maschere).

Eraclito dice che l'armonia nascosta è piu potente di quella evidente, che la verità ama nascondersi, celarsi dietro maschere. ciò che si deve dire conviene dirlo con una maschera.

La maschera cela, deforma e rivela evidenziando alcuni aspetti del volto. Nel celare mostra, rimanda ad altro.
Per Nietzsche ci si nasconde per pudore, pudore della verità.

La maschera è di natura ambigua: la verità ama nascondersi dietro una maschera per salvaguardare la propria profondità
e noi tutti utilizziamo una maschera spesso per non vedere la realtà, per sfuggire da essa


"Ascoltate ciò che non dico, ve ne prego !
Non siate ingannati dal mio viso, io porto mille maschere e nessuna è il mio vero io.
Non lasciatevi ingannare, nel nome di Dio, ve ne prego.
Vi do l'impressione di essere sicuro di me, pieno di fiducia e di tranquillità, che non ho bisogno di nessuno. Non credetemi.
Sotto questa maschera si cela il mio vero io confuso, spaurito, isolato.
E' per questo che mi creo una maschera, per nascondermi, per proteggermi dallo sguardo che vede, nonostante quello sguardo sia precisamente la mia salvezza.
A condizione che io l'accetti, se contiene dell'Amore, è la sola cosa che mi può liberare dai muri della prigione che io stesso ho eretto.
Ho paura di non valere niente, di non essere buono a niente, e che voi lo vediate e mi rigettiate.
Allora comincia la parata delle maschere.
Io parlo con voi, e vi dico tutto ciò che non è niente e niente di ciò che per me è tutto e che piange in me.
Vi prego, ascoltatemi con dedizione e cercate di sentire tutto ciò che non vi dico.
Ho veramente bisogno di essere sincero, autentico, di essere me stesso.
Ma ho bisogno del vostro aiuto. Bisogna che mi tendiate la mano.
Ogni volta che siete aperti, dolci e incoraggianti, ogni volta che vi sforzate di comprendermi per vero interesse, il mio cuore possiede delle ali, delle ali molto fragili, ma pur sempre delle ali.
Con la vostra sensibilità, la vostra simpatia, la vostra potenza di comprensione, solo voi potete liberarmi dalla mia incertezza, dalla mia prigione solitaria.
Ciò non è facile per voi, perchè più vi avvicinate, più io mi difendo.
Ma si dice che l'Amore è più forte dei muri di una prigione, e in ciò riposa la mia speranza.
Tentate con tutte le forze, ve ne prego, di fare cadere questi muri, ma con dolcezza, poichè un bambino è molto sensibile.
Ma chi sono io? Ve lo stavate chiedendo?
Sono qualcuno che conoscete molto bene!
Io sono ogni uomo, e io sono ogni donna che voi incontrate.
E sono anche te stesso."



per fortuna o purtroppo anch'io "faccio uso di piu maschere", nel senso che mi comporto diversamente a seconda delle persone con cui mi relaziono, ma cerco di evitare di farlo per convenienza per mentire o per opprimere...lo faccio perche ritengo sia giusto che con gli amici, per esempio, ho una "maschera" diversa da quella che avrei con un professore, anche se sotto queste maschere ci sono sempre io che penso e agisco.
metal17601
00venerdì 19 gennaio 2007 17:14
Magari la metto su termini meno filosofici,cmq credo che indossare maschere sia all'ordine del giorno.Con ogni persona ci comportiamo in modo diverso;con un amico in un certo modo,con il datore di lavoro in un altro eccetera.Magari anche tra 2 diversi amici ci si comporta in modo diverso,in alcuni casi anche solo per la differenza di interessi che ce li accomuna.Nonostante questo credo che sotto le maschere ci sia sempre il nostro stesso io che agisce anche se in modo del tutto diverso.L'importante è non usarle solo per una convenienza andando a danneggiare poi gli altri

[Modificato da metal17601 19/01/2007 17.16]

Zahk
00venerdì 19 gennaio 2007 17:46
Re:

Scritto da: metal17601 19/01/2007 17.14
Magari la metto su termini meno filosofici,cmq credo che indossare maschere sia all'ordine del giorno.Con ogni persona ci comportiamo in modo diverso;con un amico in un certo modo,con il datore di lavoro in un altro eccetera.Magari anche tra 2 diversi amici ci si comporta in modo diverso,in alcuni casi anche solo per la differenza di interessi che ce li accomuna.Nonostante questo credo che sotto le maschere ci sia sempre il nostro stesso io che agisce anche se in modo del tutto diverso.L'importante è non usarle solo per una convenienza andando a danneggiare poi gli altri

[Modificato da metal17601 19/01/2007 17.16]




esatto... qual è insomma il limite tra una maschera e noi stessi? quale meccanismo fa scattare la necessità (inconscia o meno) di cambiare atteggiamento? e perchè?

tutto ciò è molto complesso?
dadonfola
00lunedì 22 gennaio 2007 12:45
secondo me è impossibile conoscere se stessi fino in fondo...io ad esempio reagisco in diversi modi davanti a delle emozioni,non ho un modo preciso di reagire,è come mi dice il momento...
nella vita invece con amici,parenti,datori di lavoro ecc ho sempre lo stesso comportamento,sono scontrosa e mi arrabbio facilmente,rispondo male e ho un caratteraccio...ma mi trovo molto bene con questo mio carettere...non riesco ad essere falsa e non riesco a trattenermi nel dire le cose in faccia,tutto e subito...e VIA LA MASCHERA
ivanspider82
00martedì 23 gennaio 2007 09:16
non tutti indossiamo le maschere.dipende da come uno si sente e dallo stato d'animo che porta con se;io non la trovo una cosa sbagliata...poi dipende dal periodo...ad esempio credo che zahk abbia aperto la discussione nel momento giusto...infatti tra un pò con il carnem levare(carnevale)molti ne indosseranno una.vanno ancora molto quelle disney;a me piacciono quelle da dartagnan e da zorro(per il 2007 pare ne esca una combo "zorragnan").per le femminucce molto belle la damina,la principessa e la bottana;sno ormai un classico quelle raffiguranti personaggi politici.
la mia preferita in assoluta rimane pulcinella che incarna in se lo spirito partenopeo.odio arlecchino e buffalmacco.
El Gab
00martedì 23 gennaio 2007 10:22
Re:

Scritto da: ivanspider82 23/01/2007 9.16
odio arlecchino e buffalmacco.


Che son Viareggini, quindi Lucchesi. [SM=x282974] [SM=x282974]

Oddio,in effetti i Viareggini stan sulle palle pure a me.. [SM=g27818]
krusty.il.clown
00martedì 23 gennaio 2007 12:05
mi è venuta voglia di parlare proprio delle Maschere [SM=g27828] all'esame su Nietzsche di dopodomani [SM=x282957]
Zahk
00mercoledì 24 gennaio 2007 19:35
Re:

Scritto da: ivanspider82 23/01/2007 9.16
non tutti indossiamo le maschere.dipende da come uno si sente e dallo stato d'animo che porta con se;io non la trovo una cosa sbagliata...poi dipende dal periodo...ad esempio credo che zahk abbia aperto la discussione nel momento giusto...infatti tra un pò con il carnem levare(carnevale)molti ne indosseranno una.vanno ancora molto quelle disney;a me piacciono quelle da dartagnan e da zorro(per il 2007 pare ne esca una combo "zorragnan").per le femminucce molto belle la damina,la principessa e la bottana;sno ormai un classico quelle raffiguranti personaggi politici.
la mia preferita in assoluta rimane pulcinella che incarna in se lo spirito partenopeo.odio arlecchino e buffalmacco.




ma bafanculo va' :smile26: :smile26: :smile26: :smile26: :smile26: :smile26:



comuqnue io per carnevale farò ciò: mi travestirò da zorro, mi ubriacherò e fermerò tutte le donzelle con la famosa battutaccia d'acchiappanza "ciao sono zorro... vuoi vedere la mia spada?" :smile26: :smile26: :smile26: :smile26: :smile26:
metal17601
00mercoledì 24 gennaio 2007 20:06
Re: Re:

Scritto da: Zahk 24/01/2007 19.35



ma bafanculo va' :smile26: :smile26: :smile26: :smile26: :smile26: :smile26:



comuqnue io per carnevale farò ciò: mi travestirò da zorro, mi ubriacherò e fermerò tutte le donzelle con la famosa battutaccia d'acchiappanza "ciao sono zorro... vuoi vedere la mia spada?" :smile26: :smile26: :smile26: :smile26: :smile26:


Famosa battuttacia che se ripetuta all'infinito sfranta le palle però
[SM=g27838]
Tubera
00mercoledì 24 gennaio 2007 21:33
beh....Non credo sia proprio una maschera....piu che altro(parlo per me)Si è diversi,perchè bisogna 'adattarsi'alle persone ed al contesto.
Di certo io non posso farmi le canne con mia madre....forse più che altro è un etica morale?
Come...già...e più che altro perchè ci vengono 'imposte' delle regole da seguire...A scuola,In chiesa(ma ki ci va? [SM=g27816] ),A casa e via discorrendo...Purtroppo,non si puo essere allo stesso modo,sempre...e con chiunkue....Ma non credo che per questo uno debba portare una maschera....Se io non mi faccio le canne con mia madre non vuol dire che non sono me stessa....lo farò in unaltro contesto.......
Spero sia stato chiaro il concetto.........
[SM=g27822]
krusty.il.clown
00mercoledì 24 gennaio 2007 23:33
Re:

Scritto da: Tubera 24/01/2007 21.33
beh....Non credo sia proprio una maschera....piu che altro(parlo per me)Si è diversi,perchè bisogna 'adattarsi'alle persone ed al contesto.
Di certo io non posso farmi le canne con mia madre....forse più che altro è un etica morale?
Come...già...e più che altro perchè ci vengono 'imposte' delle regole da seguire...A scuola,In chiesa(ma ki ci va? [SM=g27816] ),A casa e via discorrendo...Purtroppo,non si puo essere allo stesso modo,sempre...e con chiunkue....Ma non credo che per questo uno debba portare una maschera....Se io non mi faccio le canne con mia madre non vuol dire che non sono me stessa....lo farò in unaltro contesto.......
Spero sia stato chiaro il concetto.........
[SM=g27822]



:smile29: :smile31: :smile32:
Zahk
00mercoledì 24 gennaio 2007 23:39
Re: Re: Re:

Scritto da: metal17601 24/01/2007 20.06

Famosa battuttacia che se ripetuta all'infinito sfranta le palle però
[SM=g27838]




stai cercando il principe azzurro?

beh, mentre lo cerchi che ne dici di una bella trombata?
Tubera
00mercoledì 24 gennaio 2007 23:47
Re: Re:

Scritto da: krusty.il.clown 24/01/2007 23.33


:smile29: :smile31: :smile32:




[SM=g27830]
caoswonderland
00giovedì 25 gennaio 2007 18:07
non so fino a che punto adattarsi alla situazione e al contesto sia mettersi una maschera. una maschera la si indossa quando non si è fedeli a se stessi, non dicendo cose che si pensano ma reggendo il gioco dell'interlocutore nel momento in cui dicendo la propria opinione si pensa di causare una "rottura" o un fraintendimento all'interno del dialogo. se sostengo la mia tesi che magari è opposta a quella della persona con cui sto parlando, non è che mi nascondo dicendo "non sono d'accordo" piuttosto che "ma che cazzo dici?!", al massimo rientra nel contesto del rispetto e della confidenza che si ha con chi abbiamo davanti. se, per timore di dire che ai cannelloni preferiamo le lasagne diciamo che ci piacciono i cannelloni, quello è mettersi una maschera, come è mettersi una maschera il doversi vestire in giacca e cravatta per andare a lavoro, per adattarsi all'ambiente, piuttosto che in maglietta e jeans sdrucidi.
indossarne una non credo che sia sempre negativo. lo diventa nel momento in cui la maschera prende il sopravvento e ci dimentichiamo chi siamo e cosa vogliamo facendoci corrompere da altre cose.

per il resto quoto nietzsche, wilde, eraclito e pure pirandello.

qualcuno ha mai letto "uno, nessuno, centomila"?
caoswonderland
00giovedì 25 gennaio 2007 18:12
Re:

Scritto da: Tubera 24/01/2007 21.33
forse più che altro è un etica morale?



non ti voglio sfrantare le palle con le mie precisazioni enciclopediche, ma a 17 anni è ora di iniziare a parlare bene l'italiano [SM=g27828]

etica e morale non sono sinonimi, e non possono essere usati come li hai usati te nella frase qui sopra. l'etica è un modello comportamentale comprendente i propri ideali che l'uomo come singolo utilizza per rapportarsi al mondo esterno, mentre la morale comprende i concetti di giusto e di sbagliato riguardanti la società o un gruppo di persone. tutto questo specificando che etica è un sostantivo femminile e pertanto se usato dopo un articolo indeterminativo ci va l'apostrofo (un'etica) e che i due termini sono stati qui analizzati nell'accezione comune e non filosofica (per quel rompi di andrea che mò s'è preso bene col federigo).
sugar.syl
00giovedì 25 gennaio 2007 19:17
Re:

Scritto da: caoswonderland 25/01/2007 18.07
[cut] come è mettersi una maschera il doversi vestire in giacca e cravatta per andare a lavoro, per adattarsi all'ambiente, piuttosto che in maglietta e jeans sdrucidi.



Esattamente quel che mi succede (forse succede non è il termine adatto, dal momento che ci vado volontariamente al lavoro.. [SM=g27834] ) da 7 anni a questa parte, da quando cioè sono entrata in banca.. Alla fine è stata una lotta contro me stessa (molto dura a dir la verità), perchè per carattere non ho mai accettato di dover "fingere", di giungere a compromessi nascondendo cosi tanti lati del mio carattere. Ciononostante l'ho fatto, pienamente consapevole del fatto che sarebbe stata una bomba ad orologeria.

Scritto da: caoswonderland 25/01/2007 18.07
indossarne una non credo che sia sempre negativo. lo diventa nel momento in cui la maschera prende il sopravvento e ci dimentichiamo chi siamo e cosa vogliamo facendoci corrompere da altre cose.


Appunto. La cosa brutta è che col passare del tempo, dopo la difficoltà iniziale, quasi mi ci ero abituata a indossare questa schifosa maschera la mattina quando timbravo, per poi toglierla la sera quando tornavo a casa; addirittura a lungo andare mi sono accorta che a volte quasi dimenticavo di toglierla [SM=x282950]
Nel mio caso, per come sono fatta, non era una situazione sostenibile per lungo tempo (e già mi stupisco di me stessa che ho retto per quasi 7 anni), e il portare una maschera, cioè, al di là dell'abbigliamento, il fatto di dover passare due terzi della mia giornata circondata da persone con cui non ho praticamente nulla in comune ma che spesso anzi disprezzo, e di dovermi imporre di tacere per non fare danni (cosa che non sempre mi riesce perchè anche se è il mio capo e dovrei stare zitta e sorridere alle stronzate che dice, quando è troppo è troppo!!) è una cosa che non sopporto più, mi sta proprio condizionando la vita. Infatti sto prendendo provvedimenti. La maschera la voglio seppellire definitivamente.
Conosco invece persone che una volta indossata una maschera particolare, ci si sono trovati talmente bene che non la tolgono più. Perfettamente lobotomizzati. Ad esempio ho degli amici che lavorando in agenzie immobiliari hanno completamente cambiato carattere; a furia di indossare la maschera del venditore, sorrisetti, ipocrisia e menzogne sono all'ordine del giorno, e ormai sono talmente assuefatti che hanno quest'atteggiamento anche con gli amici; secondo me sarebbero capaci di vendere anche l'anima della propria madre..

Scritto da: caoswonderland 25/01/2007 18.07
per il resto quoto nietzsche, wilde, eraclito e pure pirandello.
qualcuno ha mai letto "uno, nessuno, centomila"?


si, io... [SM=g27815] anche se in questo momento mi sento molto più Mattia Pascal [SM=g27828]

[Modificato da sugar.syl 25/01/2007 19.20]

Zahk
00giovedì 25 gennaio 2007 19:47
un uomo incoerente indossa maschere diverse ogni volta che dice opinioni contraddicenti o semplicemente ha sempre la maschera dell'incoerente?
sugar.syl
00giovedì 25 gennaio 2007 20:04
Re:

Scritto da: Zahk 25/01/2007 19.47
un uomo incoerente indossa maschere diverse ogni volta che dice opinioni contraddicenti o semplicemente ha sempre la maschera dell'incoerente?



Intanto bisogna vedere cosa intendi per "uomo incoerente": spesso si scambia per incoerenza un semplice cambiamento di opinione; e anche se i cambiamenti sono frequenti e ripetuti, non è detto che la persona stia indossando una maschera, magari sta semplicemente evolvendo e modificando gradualmente il suo pensiero; d'altronde per capire qual e' davvero la nostra direzione spesso siamo costretti a procedere per tentativi ed errori..
Secondo me si può parlare di incoerenza se tra le opinioni differenti non c'e' evoluzione, ma involuzione; se la persona che si contraddice continuamente è consapevole di farlo e lo fa con un determinato scopo (cioè se le contraddizioni non derivano da ignoranza o da mancanza di opinioni proprie, che porta a ripetere opinioni di altri a casaccio), quando lo fa questa persona indossa una maschera.

[Modificato da sugar.syl 25/01/2007 20.06]

!fuffa!
00giovedì 25 gennaio 2007 22:18

E’ impossibile identificare un’epoca storica o pre-storica in cui si possa riscontrare l’assenza di maschere; sono inscindibili dall’esistenza dell’uomo. Queste se pur diverse costruttivamente e materialmente, dissimili per il loro valore intrinseco (preziose o meno preziose), hanno una caratteristica comune: manifestano sia l’enorme sforzo fatto dall’umanità per affinare il proprio linguaggio comunicativo, sia la possibilità di rendere COMPRENSIBILE (per via materiale) ciò che da sempre è inesprimibile, che fa cioè parte della sfera dell’inconscio.
Vari sono stati i tentativi di spiegare il significato della MASCHERA (antropologici, folkloristici, etnologi etc.), ma limitati quantitativamente sono coloro che si sforzano di capire qual è il suo “senso più profondo”: essere intrinsecamente un’espressione simbolica.
E’ quindi fondamentale cercare di capire e tentare di spiegare per quale motivo gli uomini hanno da sempre avuto l’istinto di sovrapporre alla propria identità (tramite la MASCHERA) un'altra identità, nonché i motivi che fanno della MASCHERA stessa (in virtù della sua duplicità – materiale e spirituale - ), la modalità simbolica grazie alla quale il singolo e la collettività hanno potuto darsi un’identità coscienziale!

LA MASCHERA

Dal vocabolario: finto volto di vario materiale che viene portato per alterare i lineamenti per non farsi riconoscere. Di qui l’attribuzione di un significato negativo assimilabile a finzione.
Maschera, però, è qualcosa di più di una semplice finzione: rappresenta una vera e propria altra identità, che si sovrappone ad un’altra, ma pur sempre reale.
Tale identità rimanda ad una figura diversa da quella di colui che la indossa e quindi possiamo dire che possiede una sua esistenza autonoma. La MASCHERA è quindi una “persona” (la sua denominazione greco-latina si traduce proprio con “persona”). Considerando appunto il termine greco-latino, la PERSONA/MASCHERA è una sorta di identità autonoma che si sovrappone all’individuo e si manifesta per mediante il suo tramite. La MASCHERA possiede in sostanza una sua “personalità”, spesso ben più forte di quella dell’individuo che la porta! Ed è questo il motivo per cui la MASCHERA è da sempre giudicata come una manifestazione del Sacro e del Divino. E’ questo potere totale, autonomo, tipico del divino, a rendere la MASCHERA un essere vivente autonomo e portatore di una forza extraumana.
Qui nasce però un pericolo latente: quello per cui si possa giungere ad un fenomeno di inversione di ruolo tra l’uomo e la MASCHERA, in cui l’uomo non è altro che quella MASCHERA e la MASCHERA è quell’uomo. Il soggetto, indossando la MASCHERA, si sente a tutti gli effetti ciò che la MASCHERA stessa simboleggia e assorbendone l’identità egli inganna gli altri (e di sovente anche se stesso), circa il suo vero carattere: assume cioè una MASCHERA. Conscio che essa corrisponde alle sue intenzioni da un lato e dall’altro alle esigenze ed opinioni del suo ambiente: e in ciò prevale ora l’uno ora l’altro aspetto.
La MASCHERA dunque è una proiezione verso l’esteriore, rappresenta qualcosa che non coincide con l’individuo perché ne è più grande ed autorevole: è impersonale e personalizza invece chi la indossa. La MASCHERA (concetto che si fonde con quello di simbolo), esprime l’inconscio collettivo; è una forma, un’immagine, dell’inconscio collettivo o meglio un suo “segmento”. E’ cioè un ARCHETIPO.
La MASCHERA, in sintesi, è la forma simbolica dell’inconscio collettivo.

LA MASCHERA E IL SACRO

Se giungiamo sino al Cristianesimo e per tutto il periodo del Medioevo, ci accorgiamo che la MASCHERA è quasi del tutto scomparsa. Soprattutto nel Medioevo il popolo Cristiano di Dio, non avverte più la necessità di indossare la MASCHERA. Il Medioevo o età del “Sacro” è, infatti, un periodo caratterizzato da un forte equilibrio tra conscio e inconscio. La razionalità è molto sviluppata ma in perfetta armonia con le spinte emozionali e istintuali (condizione per molti versi ottimale). In sostanza l’uomo non avverte più un tale bisogno in quanto “Cristiano” e come tale è sufficiente che si guardi allo “specchio” (inteso come simbolo), per vedere nella sua imperfezione la perfezione divina di Dio di cui l’uomo è figlio ad immagine e somiglianza. Tramite lo “specchio” nell’uomo si concretizza un’identità coscienziale con il divino: l’interiorità (non più la MASCHERA), balza al primo posto facendo sì che anche l’esteriorità si conformi ad essa.
E’ interessante però capire a questo punto, non tanto il perché di questa “quasi scomparsa” della MASCHERA, bensì le ragioni della sua sopravvivenza. Essa viene, infatti, ancora utilizzata in circostanze ben precise e solo in quelle: le feste dei folli e il carnevale. Queste particolari circostanze, sono momenti in cui la nostalgia per le origini si fa vivissima. Il momentaneo, ma periodico uso delle MASCHERE, è vissuto come sfogo rispetto alla quotidianità in cui gli eccessi inconsci sono repressi in nome di un controllo sociale. E’ il momento di un’assoluta e incontrollata libertà, di follia, ovverosia di una manifestazione incontrollata e pulsionale dell’inconscio.

LA MASCHERA E LA SECOLARIZZAZIONE

Con il progressivo cedimento e conseguente perdita d’importanza del Sacro nei confronti della secolarizzazione (laicizzazione), la coscienza di sé tende a sbilanciarsi completamente verso la ragione, vista come unico mezzo plausibile dell’Io. “Cogito ergo sum” (penso quindi sono). Con ciò viene a mancare all’uomo la sicurezza di un Dio che è il suo doppio speculare, che sia vicino a lui mascherato da uomo e rifiutando questo, rifiuta la possibilità di un uomo che può coincidere con il divino, ossia con la totalità. L’uomo si trova quindi in una situazione sgradevole: inizia a pensare come entità totale ed autonoma senza di fatto esserlo. Si presenta come un essere esclusivamente di ragione, privo di una completa e reale identità. Di qui l’esigenza di una nuova MASCHERA, che gli conferisca un’identità plausibile. È una MASCHERA “svuotata” del suo significato più profondo. La MASCHERA tende quindi a rappresentare solo alcuni aspetti della realtà a cui appartiene l’uomo. Ma la realtà in questo contesto, tende a coincidere con i tratti astratti della società. Così l’uomo inizia ad assumere una MASCHERA a lui imposta dalla società stessa e modellata dal conformismo e dalle convenzioni. Una MASCHERA plasmata sui ruoli sociali (basati esclusivamente sulla razionalità) a cui l’uomo deve attenersi per potersi riconoscere, per poter dire di esistere.

LA MASCHERA LA MODERNITÀ E LA POST-MODERNITÀ

L’età moderna e l’età contemporanea sono contrassegnate prevalentemente dalla scomparsa del sacro e dalla iper-razionalizzazione di ogni cosa. Una razionalità che si pensa dominante su tutto e su tutti. In tale contesto l’uomo ha perduto il contatto con la natura, con sé stesso e con le proprie origini. Questa drammatica lontananza dal tutto e l’aver reciso ogni collegamento con il proprio inconscio gli fa sperimentare l’esperienza traumatica del vuoto interiore individuale e sociale e sente che con la perdita di contatto con la natura è venuta meno quell’ energia emotiva che questo contatto simbolico sprigionava. In tal modo l’uomo ha completamente tagliato il cordone ombelicale che lo legava ad una vita più “spirituale”, facendosi così dominare dalla società della tecnologia. L’uomo, oggi, si trova catapultato in un mondo virtuale dove esiste senza esserci. Ed in un ambito così iper-razionale, simboli come la MASCHERA diventano esclusivamente elementi obsoleti da relegare in qualche museo. Esiste però qualcuno, che, nonostante tutto, avverte la sensazione di vivere immerso in una coltre di nebbia. Quest’ uomo è colui che ha l’impellente necessità di sentirsi reale e per farlo ha nuovamente bisogno di una MASCHERA. Essa non soddisfa più l’esigenza di differenziarsi da una totalità onnicomprensiva (come avveniva nel mondo arcaico), bensì soddisfa l’esigenza di chiedere ad una “totalità imprecisata” un’identità che faccia sentire l’individuo reale e lo confermi in ciò che non è più sicuro di essere. Questa “totalità imprecisata” non è altro che la società ipercoscienzializzata, ipertecnologica, informatica e virtuale!
E così accade oggi che la società impone a tutti una MASCHERA, voluta dagli stessi soggetti a cui è imposta. Trattasi però di una MASCHERA in cui forma e sostanza sono la stessa cosa, ed entrambe concorrono a costruire una MASCHERA indistinta, uguale per tutti. L’individuo della società moderna viene quindi “spersonalizzato” secondo una pianificazione sociale stabilita da uno STANDARD identico per tutti ed ovunque (quanto affermato è facilmente riscontrabile nelle immagini dei messaggi pubblicitari ove l’uomo – inteso in senso ampio e nelle sue diverse professioni – è uno stereotipo di perfezione, sempre sorridente sempre a suo agio, senza alcun problema di sorta).


(vecchi appunti)
+March+
00sabato 27 gennaio 2007 14:25
Mi son posto questa domanda tempo fà, in un momento un pò particolare, e la conclusione è arrivata quasi naturale.
Tutti usiamo una maschera, che sia completamente diversa da noi stessi o una semplice sfumatura differente, non esiste la totale sincerità ed espressione del proprio Io, perchè questo è tale solo perchè nascosto, libero da ogni contaminazione, esclusivamente nostro. Una grande luce che solo noi possiamo guardare e che ness'un altro è in grado di vedere e soprattutto capire.
Il Mondo è bello perchè è vario, una frase a doppio taglio, la varietà è utile e bella nella realtà, ma crea anche incomprensioni, perchè esistono poche persone perfettamente compatibili le cosiddette "anime Gemelle" spesso si vive senza mai trovarla e per evitare che chi ci stà intorno non ci stimi o non ci rispetti nascondiamo il nostro vero essere dietro una maschera, questa per me è al pari del nostro Io.
Noi non siamo solo ciò che siamo ma anche ciò che appariamo, la maschera è ciò che magari vorremmo essere,adottata per nascondere ciò che di noi non ci piace, o che vogliamo nascondere perchè temiamo non piaccia agli altri.
NOn bisogna chiedersi se sia meglio avere una maschera o essere totalmente se stessi, perchè non è una domanda che sussiste.
Noi Siamo la Nostra Maschera.
ivanspider82
00sabato 27 gennaio 2007 14:54
Re:

Scritto da: caoswonderland 25/01/2007 18.0



come è mettersi una maschera il doversi vestire in giacca e cravatta per andare a lavoro, per adattarsi all'ambiente, piuttosto che in maglietta e jeans sdrucidi.


sostanzialmente d'accordo con ciò che dici eccetto per questo che ho quotato.
non vi dovrebbero essere limiti dunque da questo punto di vista?
lunedì posso andare all'università in ciabatte e con bello in evidenza il mio nuovo e fighissimo piercing sul frenulo?

[Modificato da ivanspider82 27/01/2007 14.56]

caoswonderland
00martedì 30 gennaio 2007 18:13
Re:

Scritto da: caoswonderland 25/01/2007 18.07
indossarne una non credo che sia sempre negativo. lo diventa nel momento in cui la maschera prende il sopravvento e ci dimentichiamo chi siamo e cosa vogliamo facendoci corrompere da altre cose.



ivan... [SM=g27814]

e l'ho anche scritto...

ma ne hai davvero uno? di pirsing sul frenulo, dico...
§GiglioViola§
00martedì 30 gennaio 2007 18:23
Re: Re:

Scritto da: caoswonderland 30/01/2007 18.13


ivan... [SM=g27814]

e l'ho anche scritto...

ma ne hai davvero uno? di pirsing sul frenulo, dico...

no no tranquilla!! [SM=g27828]

[Modificato da §GiglioViola§ 30/01/2007 18.23]

ivanspider82
00martedì 30 gennaio 2007 21:13
e invece si se volete metto la foto [SM=g27832]
§GiglioViola§
00mercoledì 31 gennaio 2007 13:56
Re:

Scritto da: ivanspider82 30/01/2007 21.13
e invece si se volete metto la foto [SM=g27832]

[SM=x282950] imbecille

[Modificato da §GiglioViola§ 31/01/2007 13.56]

$vodka$
00giovedì 1 febbraio 2007 23:32
io non ho grandi nozioni filosofiche da citare(nessuna),sono 4 mesi che faccio filosofia.però penso che non è detto che una persona porti una maschera.se è vero che ogni giorno portiamo mille maschere,poichè a contatto col nostro "vero IO" impazziremmo,ciò ce lo rende inaccessibile,e dunque le nostre mille maschere si traspongono nel nostro io tangibile ed esperibile.dunque,dato che in questo caso forma e sostanza finiscono per coincidere,a meno che uno non menta agli altri consapevolmente,queste maschere,non finiscono forse per esser il nostro unico VERO IO?poichè essendo la personalità un caratterizzante dell'essere senziente,se essa non è accessibile,per quanto più vera ed ultima rispetto ad un altra possa essere,risulta inutile e completamente astratta,mentre quella "filtrata",l'unica fruibile,diventa reale e astratta solo come concetto,ma non come forma di rapporto con se stesso ed il prossimo.
in sostanza,secondo me una persona che indossa maschere e non sa di farlo,non lo fa,poichè quella personalità è l'unica che può vivere consciamente.e se qualcuno gli spianerà la strada a qualcosa di più nascosto,non si sentirà di aver mentito prima,ma di esser cambiato (forse in meglio forse no)rispetto a prima.
io personalmente mi ritengo un sincero diffidente.non indosso maschere,con nessuno.sputo in faccia quello che penso a chiunque,con educazione,e basandomi sulla mia possibilità di esprimere un giudizio od un'opinione(cose assai differenti,poichè la prima condiziona le mie azioni rapportate al soggetto in questione,la seconda no)riguardo a chi ho di fronte.però se lo conosco poco come non lo giudico,non gli lascio veder nulla che rappresenti la mia sensibilità o il mio io interiore (che io perecepisco,i miei sentimenti il breve),in modo da non trovarmi in una posizione di svantaggio,di debolezza,di rischio di venir ferito.non filtro,semplicemente chiudo una porta.ma questo chi interagisce con me lo sa,e non pretende,e piano piano mi apro,se vedo che ne vale la pena.
è tanto stupida come teoria?
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