Mantova, era sotto una chiesa il sepolcro segreto dei Gonzaga

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vanni-merlin
00venerdì 7 dicembre 2007 00:20
Eccezionale ritrovamento durante il restauro di Santa Barbara, nel cuore della città
In due locali sotterranei le tombe di quattro duchi e di molte donne della famiglia

Mantova, era sotto una chiesa il sepolcro segreto dei Gonzaga

Per almeno tre secoli molti le avevano cercate senza successo


di ANDREA BETTINI

MANTOVA - La lapide dell'abate Gregorio Carbonelli, fido consigliere dei Gonzaga morto nel 1624, per secoli era riuscita a celare almeno in parte il segreto. I tombaroli avevano comunque trovato il modo di fare razzia, ma per gli studiosi dove fosse il sepolcro di alcuni dei principali duchi di Mantova era rimasto un mistero. Le cronache indicavano come luogo più probabile la chiesa di Santa Barbara, inglobata nel Palazzo Ducale e costruita nell'epoca d'oro della dinastia, ma solo il caso ha permesso, durante alcuni lavori di restauro, di scoprire due camere sotterranee contenenti i resti di quattro dei maggiori esponenti del casato, oltre a quelli di molte donne della famiglia.

L'eccezionale ritrovamento è avvenuto durante la posa delle tubature dell'impianto di riscaldamento. Mentre gli operai guidati dall'architetto Giovanni Mori erano al lavoro nei pressi dell'altare, il terreno si è smosso aprendo due varchi su dei locali sconosciuti e collocati a lato della cripta. Le immagini riprese da una telecamera calata all'interno hanno lasciato tutti sbalorditi, mostrando una stanza con soffitto a volta a botte e con molte ossa sparpagliate sul pavimento.

Si trattava del sepolcro delle donne, simile a un grande ossario, ma le principali sorprese dovevano ancora arrivare. "Il vero accesso era nascosto dalla lapide di Gregorio Carbonelli, che si trova nei pressi della sagrestia: una posizione in effetti strana per un importante canonico di corte", dice il soprintendente ai Beni architettonici e al paesaggio Luca Rinaldi. "Da lì parte una scala che conduce a un corridoio e ai locali sotterranei, anche a quello con i resti dei duchi".

Sotto la chiesa di Santa Barbara, dove sono conservate anche le spoglie di Carlo I Gonzaga Nevers (1627-37) e dove si trova il cranio dell'ultimo duca, Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers (1665-1708), è venuto alla luce il "Pantheon dei Gonzaga". Grazie alle lapidi sulle pareti, sono stati identificati i resti di Federico II (primo duca di Mantova e marchese del Monferrato, regnante dal 1519 al 1540), di Francesco III (duca tra il 1540 e il 1550), di Guglielmo I (terzo duca, al potere tra il 1550 e il 1587 e fondatore della chiesa di Santa Barbara, eretta tra il 1562 e il 1572) e di Francesco IV (quinto duca e rimasto in carica pochi mesi nel 1612). È stata inoltre trovata la tomba del giovane Guglielmo, figlio del quarto duca di Mantova, Vincenzo I, che è sepolto nella chiesa di S. Andrea.

La scoperta, probabilmente la più importante di questo tipo degli ultimi decenni nella città lombarda, va persino oltre le speranze di chi da tempo cercava di svelare i misteri nascosti dentro Santa Barbara e di trovare l'accesso al sepolcro. Molte cronache del Cinquecento e del Seicento dicevano che lì era stato sepolto Guglielmo I, noto per la gobba ma anche per il suo impegno come mecenate, e che il duca, prima di morire, vi aveva traslato anche i resti del padre Federico II, il committente di Palazzo Te, e del fratello Francesco III, morto di polmonite dopo essere caduto in acqua durante una battuta di caccia. Era però difficile ipotizzare un ritrovamento di questa entità, con l'individuazione anche delle tombe di altri esponenti della famiglia.

Le sepolture sono in uno stato di conservazione decisamente precario e i segni di saccheggio sono evidenti. Lungo il corridoio d'accesso qualche tombarolo ha scritto la data 1740, ma altre spoliazioni avvennero probabilmente anche in epoca napoleonica. I corpi inizialmente erano adagiati su tavole in legno o lastre di marmo rette da mensole in pietra finemente lavorate e sormontate da iscrizioni sepolcrali, ma ora i loro resti sono dispersi nel locale; una situazione che rende anche difficile associarli direttamente ai singoli personaggi.

Questa operazione sarà affidata a degli esperti, che utilizzando avanzate tecniche scientifiche potranno fornire molte altre informazioni utili agli storici. "Attualmente non possiamo nemmeno escludere che tra le ossa contenute nei locali ci siano anche quelle di qualche altro duca", spiega monsignor Giancarlo Manzoli, che segue i restauri della chiesa per conto della Curia. "Poco tempo fa, in occasione dei 500 anni dalla nascita, sono state fatte delle analisi su quello che è rimasto del corpo di Ferrante Gonzaga, il fratello di Federico II, e questi risultati potrebbero essere d'aiuto. Nei prossimi mesi decideremo come dare una degna collocazione ai resti e rifletteremo sulla possibilità di rendere il luogo accessibile al pubblico".



(4 dicembre 2007)

da: www.repubblica.it/2007/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/tombe-gonzaga/tombe-gonzaga/tombe-gonz...

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