L’androide Gelmini

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vanni-merlin
00martedì 25 novembre 2008 23:57
L’androide Gelmini


Il soffitto del liceo scientifico a Rivoli (Torino) è appena crollato sulla classe quarta. E, uccidendo il ragazzo Vito (anni 17), ferendo quattro studenti (uno grave), nel terrore di tutti, e quasi subito si materializza sul posto Mariastella Gelmini, Ministro della Pubblica Istruzione.

Indossa giacca di colore grigio, attillata all’estremo, su torso di colore rosso, pantaloni scuri altrettanto stretti in modo che la figura risulti nettamente disegnata, e scarpe senza tacco. Gli astanti sono travolti dello spavento, dal dolore. Ma molti, sia sul posto che nell’assistere alla scena in televisione, hanno la netta impressione che la Gelmini in versione disgrazia si sia mossa all’istante dalla vetrina di abbigliamento più vicina.

Per stabilire l’identificazione immediata la Gelmini di vetrina indossa, come un manto da Superman, gli occhiali d’ordinanza. Qualcuno, troppo precipitoso e solerte, non ha regolato il passo del manichino, che è rapido, da manager con buona palestra, e con una posizione rigida e priva di esitazione o incertezze che è proprio degli androidi nei film a effetti speciali.

L’androide Gelmini, probabilmente la migliore imitazione di creatura simil-umana (se si eccettua la durezza meccanica della voce) è stata fermata di scatto da apposita cellula di fronte allo ostacolo di microfoni e tv. Subito la voce meccanica ha incominciato a dire il numero delle scuole a rischio la cui messa in sicurezza è già prevista dal preveggente e saggio governo della libertà.

Il problema degli androidi è che qualcuno, dal centro di controllo, avrebbe dovuto cambiare tempestivamente il tabulato della voce meccanica. Per una incresciosa svista non è stato fatto. E così l’androide Gelmini, in un luogo di disperazione ha detto: “100 scuole a rischio” invece di quarantamila, e ha indicato la cifra di alcuni milioni di euro invece delle centinaia di milioni di euro necessarie per fronteggiare l’emergenza crolli delle scuole.

Nessuno ha poi provveduto a cambiare l’espressione di confidente ottimismo, nel luogo sbagliato e nel tempo sbagliato, che emanava dal volto dell’androide, grave negligenza del centro di controllo.

E così, nelle persone vere, protagoniste di una disgrazia vera con morti e feriti veri, all’angoscia si è aggiunta la rabbia. Che è aumentata quando, nel corso di un festoso raduno in Abruzzo, il mago di Oz ha dichiarato, chiudendo ogni discussione, che il ragazzo di Torino morto sotto il crollo del soffitto della sua scuola, era stata “pura fatalità”.

Furio Colombo

da: temi.repubblica.it/micromega-online/251108-landroide-gelmini/?com=2014#...


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