Il tao della meditazione

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vanni-merlin
00venerdì 21 settembre 2007 23:22
Il tao della meditazione

di Marco Barbonaglia


Sfogliando le Memorie storiche di Sima Qian, grande storiografo della Cina antica, vissuto ai tempi della dinastia Han, ci si imbatte nel singolare racconto sulla vita di Lao-Tzu. Filosofo contemporaneo di Confucio, nato a Quran, lavorò presso gli archivi reali di Ch'u. Poi, un bel giorno, dopo tanti anni, il vecchio saggio decise di abbandonare lo stato, ormai in decadenza. Giunto al confine occidentale, però, incontrò il doganiere Yin, che, avendolo riconosciuto, gli chiese di scrivere un libro contenente i suoi preziosi insegnamenti. Lao-tzu si mise allora all'opera e compose il Tao-teh-ching. Terminato il volume, lo lasciò come pedaggio al guardiano e passò la frontiera. Da quel giorno, di lui non si seppe più nulla.

Ma quel libricino di appena cinquemila caratteri non era certo destinato a scomparire come il suo autore. Duemilaseicento anni dopo, infatti, il Tao-teh -ching è uno dei testi che vantano più edizioni in assoluto, uno dei più tradotti dopo la Bibbia. E, in quelle poche, ermetiche, quasi impenetrabili pagine è racchiusa l'essenza di una delle più importanti tradizioni spirituali cinesi e, in generale, di tutto l'oriente: il taoismo.
Leonardo Vittorio Arena, insegnante di Storia della filosofia contemporanea e Filosofie dell'estremo oriente all'Università di Urbino, ha curato per la Bur un volume intitolato Il tao della meditazione. Oltre al Tao-the –ching, il testo comprende altre due opere dell'antica Cina: Il maestro dei segreti celesti (T'ien-yin-tzu) e Il trattato de sedersi nell'oblio (Tso-wang-lun), attribuiti a Szu-ma Ch'eng-chen. Tre libri enigmatici, affascinanti, che introducono ad una filosofia misteriosa e arcana capace, nei secoli, di lasciare un segno indelebile nella cultura cinese. Fonti inesauribili di conoscenza, sono scritti capaci di cambiare in profondità la consapevolezza del lettore.

Con un commento intelligente e, per molti versi innovativo, Arena ci introduce in un universo dai molti significati, sfuggente e misterioso. Lo fa presentandoci la materia in modo semplice e comprensibile ma, al tempo stesso, mettendoci in guardia dagli errori più comuni nei quali incorrono gli occidentali che cercano di avvicinarsi ai testi del taoismo. Primo fra tutti, la tendenza alla speculazione filosofica, tipica della nostra cultura. Perché il Tao-teh-cing ( come gli altri due scritti, del resto) non è stato composto per spiegare l'universo in chiave metafisica. E nemmeno per convincere, per creare adepti, per indottrinare. Lao-tzu, che secondo molti studiosi non è nemmeno esistito, procede invece per paradossi, per accenni e per allusioni. Senza mai diventare pedagogico in senso stretto e neppure sistematico. D'altra parte, una delle sue massime recita: " Chi sa non parla, chi parla non sa".

Difficile, dunque, slegare la teoria dalla pratica nel taoismo. In questo sta anche il fascino di un libro che sembra sempre sfuggire alla comprensione, ma che, invece, è in grado ( lo prova il suo successo nella storia) di produrre grandi trasformazioni, di illuminare chi vi si accosta con il giusto atteggiamento. L'approccio, a tratti psicologico, di Arena apre inoltre nuove porte , svela nuovi significati, ricordandoci che il vecchio saggio cinese forse, in fondo, voleva proprio questo. Lasciare i suoi insegnamenti alle interpretazioni di chi vi si avvicina.

Gli altri due testi sono espressioni dell'alchimia taoista, una delle anime più importanti della filosofia cinese. Il maestro dei segreti celesti e Il trattato del sedersi nell'oblio, quindi, sono ancora più legati alla pratica. Descrivono tecniche di meditazione e stadi delle trasformazioni del praticante, lasciando trasparire anche influssi buddisti, che non entrano in conflitto, per altro, con la tradizione del Tao.

Vale la pena, infine, parlando di alchimia, osservare l'eterna differenza tra la cultura occidentale e quella orientale. Mentre in Europa, infatti, si è soliti legare la tradizione degli alchimisti alla creazione dell'oro (per lo meno secondo la vulgata) in Cina, ci si imbatte piuttosto nella ricerca dell'immortalità (altro grande tema caro alla disciplina). Certo, la tradizione alchemica in realtà racchiude ben altro, ma questo è ciò che rimane nell'immaginario collettivo. E' una vecchia storia, insomma ma è sempre valida. Come fossero lo Yin e lo Yang di un Tao grande quanto il mondo, l'occidente materialista aspira alla ricchezza, l' oriente, più spirituale, preferisce la "lunga vita".



Il tao della meditazione.
199 pagine
Bur, 5 euro




da: www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2007/09/libro-tao-della-meditazione.shtml?uuid=9c2d9666-674e-11dc-b13f-00000e251029&DocRulesVie...

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