Ogni tanto mi capita di sentire, o leggere, l'idiozia secondo cui "il Calabrone, per la Scienza, non può volare ... ma lui non ne è al corrente, pertanto vola ugualmente ...".
La ... ehm ... "storiella" circola, udite udite, dagli anni trenta.
Sai, ... fa "figo" citare qualcosa che la Scienza non sa spiegare!
Purtroppo i "fighi", si sono fossilizzati su un fatto accaduto 70anni fa (letto bene: SETTANTA!!!) , senza prendersi la briga di verificare come si sia poi ragionato in merito nella "manciata" di anni successivi e senza minimamente sospettare (
) che, da qualche parte, ci sia stato un qualsivoglia erroruccio: errore reso clamorosamente evidente dal volo dell'insetto stesso!
Naturalmente l'errore fu scoperto quasi immediatamente ma la notizia non era ..."sensazionale", quindi passò pressochè "snobbata" dai Media lasciando che filtrasse nel tempo solo la prima.
Beata ignoranza...
Iniziamo col chiarire che si tratta del
Bombo (pensa te!) e non del Calabrone
: errore dovuto ad una traduzione superficiale dalla lingua inglese.
Chiarito ciò, (che rientra, guardacaso, nello "scientifico" ...
), vediamo di allontanare le scurissime nubi dell'ignoranza, impedendo loro di arrivare al secolo di vita!
Secondo l'ingegnere aeronautico John McMastes, la storia del calabrone iniziò a circolare in Germania negli anni Trenta del secolo scorso e precisamente all'università di Göttingen: proprio il luogo in cui Ludwig Prandtl (1875-1953) gettò le basi della moderna fluidodinamica [1] .
Secondo McMastes, il primo a proporre questo enigma fu un professore svizzero, da tempo scomparso, che aveva svolto studi pionieristici sulla dinamica dei gas a velocità supersoniche nel corso degli anni Trenta e Quaranta. La storia vuole che durante una cena questo scienziato ebbe una conversazione con un collega biologo il quale gli pose la domanda fatidica: "che proprietà aerodinamiche avevano le ali dei calabroni per permettere loro di volare". Lo scienziato fece alcuni rapidi calcoli, immaginando che le ali di questi insetti fossero lisce e prive di increspature. Le conclusioni furono sorprendenti: in base ai calcoli, i calabroni non dovevano essere in grado di sostenersi nell'aria!
Evidentemente qualcosa non tornava. Ben presto lo studioso tedesco si accorse che l'errore risiedeva nella sua assunzione di partenza: come un esame al microscopio gli aveva confermato, le ali di questi insetti non erano affatto lisce.
Ormai era troppo tardi per arrestare il mito dell'impossibilità del volo del calabrone che aveva iniziato a propagarsi di bocca in bocca, anche grazie all'aiuto di giornalisti e divulgatori scientifici. Già nel 1957, J. Pringle, autore di un classico studio sulla meccanica del volo degli insetti, era stato in grado di ricostruire alcuni dei momenti più significativi del propagarsi della leggenda. Più che ricostruirne le fasi, è interessante esaminare le ragioni che portarono inizialmente a valutare l'impossibilità del volo del calabrone e successivamente analizzare attraverso quali accorgimenti fisici questi insetti riescono effettivamente a sostenersi nell'aria.
Questo passo, che pregherei ai "fighi" di appuntarsi, l'ho preso qui:
L'enigma del calabrone che non poteva volare
Meditate gente, meditate!