I Romani

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Lux-86
00mercoledì 21 febbraio 2007 16:58
Grandi civilizzatori o predoni? Costruttori della più grande civiltà e del più grande impero della storia, o i più grandi ladri? Oppressori o liberatori? Economia di sviluppo o semplice razzia?
Che ne pensate?
(tralasciando ovviamente i romani attuali, che quelli sono dei nipoti degeneri [SM=x278634] [SM=x278632] )
-Asmodeus-
00mercoledì 21 febbraio 2007 17:07
C'è chi dice che fossero gli yankees del mondo classico.



[SM=x278640]

Detto ciò, appena ho un minuto rispondo come si deve. vi avverto che tendo a essere prolisso (come se non ve ne foste accorti... [SM=x278632] )
Lux-86
00mercoledì 21 febbraio 2007 17:08
ma è vera o un fotomontaggio? [SM=x278647]
-Asmodeus-
00mercoledì 21 febbraio 2007 17:12
Re:

Scritto da: Lux-86 21/02/2007 17.08
ma è vera o un fotomontaggio? [SM=x278647]



Troppo facile...devi scoprirlo da solo. [SM=x278648]

Un indizio lo meriti: non è un fotomontaggio.

[Modificato da -Asmodeus- 21/02/2007 17.13]

Lux-86
00mercoledì 21 febbraio 2007 17:17
ah ma che imbecille, è brian di nazareth [SM=x278654]
anche perchè è grammaticamente sbagliata [SM=x278632] (ecco a cosa servono 5 anni di latino)
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 21 febbraio 2007 17:28
Re:

Scritto da: Lux-86 21/02/2007 16.58
Grandi civilizzatori o predoni? Costruttori della più grande civiltà e del più grande impero della storia, o i più grandi ladri? Oppressori o liberatori? Economia di sviluppo o semplice razzia?
Che ne pensate?


Sicuramente furono dei grandi civilizzatori, costruttori della più grande civiltà (antica) e del più grande impero della storia; però non lo facevano per altruismo, come gli yankees non sono interessati ad esportare la democrazia ma bensì ad acquisire petrolio, i romani erano interessati ad acquisire nuovi territori e nuove ricchezze.

Non erano degli oppressori, perchè lasciavano una certa libertà ai popoli conquistati, ma comunque rimanevano degli invasori che imponevano il proprio stile di vita, le proprie leggi ecc.

Spesso erano novità positive per i vinti, ma non sempre il meglio va d'accordo con la felicità, a mio avviso introdussero quella statalizzazione, quello stile di vita paragonabile all'industrializzazione dell'800 che è la rovina della nostra vita moderna. Non so se avete capito, per farvi un esempio, benchè gli americani fossero più sviluppati, gli indiani erano più felici e da questo punto di vista erano una cultura superiore.

Per quanto riguarda l'economia mi sono già espresso nell'altro topic, incoraggiarono i commerci e diedero vita alla borghesia antica, ossia gli artigiani/commercianti, però snobbarono i contadini. Vivevano sopra le loro possibilità e sopratutto senza conquiste/razzie non erano in grado di mantenere e motivare i propri eserciti. Questo senza contare la corruzione e gli intrighi che portarono.

Con questo ogni civiltà ha i suoi pregi e i suoi difetti, quella romana era sicuramente superiore ma non perfetta e questo gli storici, sopratutto italiani, tendono a dimenticarlo.
luc@s87
00mercoledì 21 febbraio 2007 18:31
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 21/02/2007 17.07
C'è chi dice che fossero gli yankees del mondo classico.







Grande citazione! [SM=x278640]
Vota DC
00mercoledì 21 febbraio 2007 20:56
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 21/02/2007 17.07
C'è chi dice che fossero gli yankees del mondo classico.



[SM=x278640]

Detto ciò, appena ho un minuto rispondo come si deve. vi avverto che tendo a essere prolisso (come se non ve ne foste accorti... [SM=x278632] )



Vero,ma erano anche un po' più cattivi.
-Asmodeus-
00giovedì 22 febbraio 2007 17:01
Oh, eccoci a parlare di economia romana. [SM=x278629]

Premessa (necessaria): nel campo della storia antica e medievale, l'interpretazione marxista è stata gradualmente abbandonata nel corso degli ultimi 20 anni, mentre andava per la maggiore prima (per il Tardo Impero e il Medioevo basta pensare a Bloch) e viene ritenuto correntemente un errore applicare categorie sociali ed economiche proprie dell'800 e del '900 quali il concetto di classe o di capitale a tali epoche.
Posso essere d'accordo, ma con i dovuti distinguo: non è inesatto applicare il concetto di classe in sé all'antichità. Se mi riferisco agli equites come classe, la critica attuale dice che dovrei usare le virgolette e spiegare che tale concezione non apparteneva alla società dell'epoca,e che sarebbe meglio, ancorchè impreciso (ma ci mancano gli strumenti verbali) chiamarla categoria di censo oppure, quando tale qualifica divenne ereditaria, casta.
Che tale concezione (classe) non appartenesse alla società dell'epoca non ci piove. Ma non dimentichiamoci che è lecito utilizzare l'idrodinamica per studiare i pesci, anche se questi ultimi nuotano senza conoscerla. [SM=x278633]

Ve lo dico perchè io ho un approccio materialista, e, come si dice...patti chiari amicizia lunga. [SM=x278632]

Fine premessa, stay tuned. [SM=x278640]
Duca Conte Barambani
00venerdì 23 febbraio 2007 08:53
Roma è come Aristotele...viene sempre riscoperta...è inutile...

Viene imitata dai barbari mentre era ancora in vita(sto parlando dell'occidente ovviamente),viene tentata di rivitalizzare nell'impero carolingio,viene tentato di far rivivere nella riscoperta latina dell'umanesimo,viene riscoperto in Francia dalla rivoluzione francese,viene ripresa da Mussolini nel XX secolo...è un pò il cardine della nostra storia occidentale...

Per non parlare delle altre discipline che sono più o meno affini alla storia,Basti pensare all'arte,basti pensare a un David...e agli artisti neoclassici

Dire che i Romani sono dei razziatori...è in parte vero e in parte falso a mio modo di vedere...perchè...se Luciano Canfora scrivendo la biografia di Cesare scrive inevitabilmente delle immani stragi compiute dalle sue legioni nella guerra in Gallia c'è anche da dire cmq che Luciano ovviamente guarda la cosa dal nostro particolare punto di vista,cioè che per i romani sarebbe un pò troppo "buonista".
Fondamentalmente però la bilancia pende verso il negare sta natura di razziatori dei romani...
Proprio la loro organizzazione di difesa militare la dice lunga su come gestivano il territorio,infatti l'esercito romano per inferiorità di numero non era assolutamente in grado di difendere completamente tutti i confini dell'impero ma nonostante ciò la cosa era fattibile per il modo nel quale venivano trattati i territori conquistati...






-Asmodeus-
00mercoledì 28 febbraio 2007 23:26
Re:

Scritto da: Duca Conte Barambani 23/02/2007 8.53
Roma è come Aristotele...viene sempre riscoperta...è inutile...




[SM=x278629]


Scritto da: Duca Conte Barambani 23/02/2007 8.53
se Luciano Canfora scrivendo la biografia di Cesare scrive inevitabilmente delle immani stragi compiute dalle sue legioni nella guerra in Gallia c'è anche da dire cmq che Luciano ovviamente guarda la cosa dal nostro particolare punto di vista,cioè che per i romani sarebbe un pò troppo "buonista".



Può essere fuorviante giudicare col metro odierno una persona vissuta più di duemila anni fa, e può essere fuorviante etichettarlo come criminale di guerra tout court. Certo, per gli standard di oggi lo sarebbe, così come il 90% dei romani che normalmente abusava sessualmente delle proprie schiave sarebbe da considerare una banda di stupratori pedofili.
Ma che senso avrebbe? Quello che può essere indicativo è come Cesare si è comportato su questo terreno rispetto ai suoi contemporanei e penso basteranno due parole, clementia Caesaris, per mostrare come, in un epoca in cui le liste di proscrizione abbondavano e la legge che proibiva di uccidere le vergini veniva aggirata violentando le vittime prima di scannarle, Cesare era nel suo tempo tutt'altro che un sanguinario.


Per tornare al tema, certo l'economia romana era in partenza di rapina, ma è anche vero che il Sistema Roma offriva condizioni di vita superiori a quelle dei suoi contemporanei. Nonostante oggi i celti vadano parecchio "di moda", ad esempio, notate come la Francia di oggi e dei secoli scorsi, di fatto, deve quasi tutto alle tradizioni latine e germaniche (Franchi). Questo per dire che il modello romano era un modello "vincente" e che si è rivelato facilmente esportabile, anche perché, a differenza anche di quanto hanno fatto fallimentari ideologie recenti, se ne fregava del fattore razziale. Non dimentichiamoci che a celebrare i mille anni della fondazione dell'Urbe c'era a Roma un imperatore arabo.


Lux-86
00giovedì 1 marzo 2007 00:01
Direi che il fiorire economico dell'Impero tende a negare la natura razziatrice dei Romani, o almeno se predavano non lo facevano in maniera tale da distruggere il loro impero (non erano come gli Spagnoli tanto per intenderci [SM=x278632] ) Erano in grado di assorbire le elitè locali e di accettare nuovi impulsi, già Filippo il macedone indicava i Romani come un ottimo modello poiché erano più aperti alle altre culture, e capaci di assorbirne i tratti migliori. C'è però da dire che se da un lato i Romani erano privi di qualunque xenofobia, dall'altro erano capaci di imporre i loro sistemi di valori e la loro cultura. A Roma potevi trovare un tempio a Iside, ma nessuno si sarebbe sognato di violare le leggi dei Romani.
Duca Conte Barambani
00venerdì 2 marzo 2007 00:03
Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 28/02/2007 23.26


Può essere fuorviante giudicare col metro odierno una persona vissuta più di duemila anni fa, e può essere fuorviante etichettarlo come criminale di guerra tout court. Certo, per gli standard di oggi lo sarebbe, così come il 90% dei romani che normalmente abusava sessualmente delle proprie schiave sarebbe da considerare una banda di stupratori pedofili.
Ma che senso avrebbe? Quello che può essere indicativo è come Cesare si è comportato su questo terreno rispetto ai suoi contemporanei e penso basteranno due parole, clementia Caesaris, per mostrare come, in un epoca in cui le liste di proscrizione abbondavano e la legge che proibiva di uccidere le vergini veniva aggirata violentando le vittime prima di scannarle, Cesare era nel suo tempo tutt'altro che un sanguinario.


Per tornare al tema, certo l'economia romana era in partenza di rapina, ma è anche vero che il Sistema Roma offriva condizioni di vita superiori a quelle dei suoi contemporanei. Nonostante oggi i celti vadano parecchio "di moda", ad esempio, notate come la Francia di oggi e dei secoli scorsi, di fatto, deve quasi tutto alle tradizioni latine e germaniche (Franchi). Questo per dire che il modello romano era un modello "vincente" e che si è rivelato facilmente esportabile, anche perché, a differenza anche di quanto hanno fatto fallimentari ideologie recenti, se ne fregava del fattore razziale. Non dimentichiamoci che a celebrare i mille anni della fondazione dell'Urbe c'era a Roma un imperatore arabo.






Può essere fuorviante giudicare col metro odierno una persona vissuta più di duemila anni fa, e può essere fuorviante etichettarlo come criminale di guerra tout court. Certo, per gli standard di oggi lo sarebbe, così come il 90% dei romani che normalmente abusava sessualmente delle proprie schiave sarebbe da considerare una banda di stupratori pedofili.
Ma che senso avrebbe? Quello che può essere indicativo è come Cesare si è comportato su questo terreno rispetto ai suoi contemporanei e penso basteranno due parole, clementia Caesaris, per mostrare come, in un epoca in cui le liste di proscrizione abbondavano e la legge che proibiva di uccidere le vergini veniva aggirata violentando le vittime prima di scannarle, Cesare era nel suo tempo tutt'altro che un sanguinario.



Ma sono completamente daccordo con te,infatti ho scritto un pò scherzosamente che ci avrebbero giudicato buonisti per quello.^_^


Per tornare al tema, certo l'economia romana era in partenza di rapina, ma è anche vero che il Sistema Roma offriva condizioni di vita superiori a quelle dei suoi contemporanei. Nonostante oggi i celti vadano parecchio "di moda", ad esempio, notate come la Francia di oggi e dei secoli scorsi, di fatto, deve quasi tutto alle tradizioni latine e germaniche (Franchi). Questo per dire che il modello romano era un modello "vincente" e che si è rivelato facilmente esportabile, anche perché, a differenza anche di quanto hanno fatto fallimentari ideologie recenti, se ne fregava del fattore razziale. Non dimentichiamoci che a celebrare i mille anni della fondazione dell'Urbe c'era a Roma un imperatore arabo.



Beh cmq penso che sia stata una cosa reciproca,anche perchè per quanto è vero che dopo la caduta dell'impero romano è universalmente riconosciuto il "continuare" una tradizione di base romana come per esempio i Longobardi,dove si tenevano per se l'affare militare e lasciavano la gestione dello "stato" alle istituzioni romane,è anche vero che mentre l'impero occidentale era in piedi c'era scambio reciproco di beni materiali e immateriali,non solo durante il periodo imperiale,ma anche prima della caduta degli Etruschi,dove sembra che i Romani effettuavano rituali Etruschi poco prima della battaglia delle "nazioni".
Altra fonte potrebbe essere Alessandro Barbero che ha scritto Barbari,basandolo in gran parte sulla migrazione di queste popolazioni e sull'interscambio tra popoli.



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