Riporto i dati di questa piaga
Il numero di prigionieri crebbe abbastanza gradualmente dal 1930 (176.000) al 1934 (510.307), quando crebbe più rapidamente fino all'impennata del 1938 legata alle purghe (1.881.570), per poi diminuire durante la seconda guerra mondiale a causa dei reclutamenti nell'esercito (1.179.819 nel 1944). Nel 1945 tornò a crescere fino al 1950, raggiungendo il valore massimo (circa 2.500.000) che rimase pressapoco costante fino al 1953.
Numero di prigionieri dai documenti dell'NKVD [1]
1930 179.000 1936 1.296.494 1942 1.777.043 1948 2.199.535
1931 212.000 1937 1.196.369 1943 1.484.182 1949 2.356.685
1932 268.700 1938 1.881.570 1944 1.179.819 1950 2.561.351
1933 334.300 1939 1.672.438 1945 1.460.677 1951 2.525.146
1934 510.307 1940 1.659.992 1946 1.703.095 1952 2.504.514
1935 965.742 1941 1.929.729 1947 1.721.543 1953 2.468.524
I flussi di entrata e di uscita dai campi erano molto consistenti; il numero complessivo di detenuti fra il 1929 e il 1953 è di circa 18 milioni. Nell'ambito più ampio dei "lavori forzati", si devono aggiungere circa 4 milioni di prigionieri di guerra, 700.000 detenuti nei campi di smistamento ed almeno 6 milioni di "confinati speciali", cioè Kulaki e altri contadini deportati durante la collettivizzazione, per un totale di 28.700.000.
Il numero di morti è ancora oggetto di indagine, ma una cifra basata su fonti d'archivio incomplete è 2.749.163. Tale cifra non tiene conto delle esecuzioni comunque legate al sistema giudiziario (le sole esecuzioni per motivi politici sono 786.098), dei circa 600.000 Kulaki morti durante la collettivizzazione, né dei decessi successivi al periodo di detenzione ascrivibili alle dure condizioni di vita.
Le assurde quote di produzione, la brutalità, la fame e la durezza di condizioni furono le principali ragioni dell'alto tasso di mortalità dei Gulag, che raggiungeva in molti campi anche l'80% nei primi mesi.
Il taglio e trasporto del legname e il lavoro in miniera erano le attività più comuni e più dure. In una miniera, la quota di produzione pro capite poteva raggiungere i tredicimila chili di minerale al giorno. Mancare la quota significava ricevere minori razioni di sostentamento, un ciclo che di solito causava conseguenze fatali, passando attraverso una condizione di spossatezza e devitalizzazione, soprannominata "dohodyaga" (доходяга).
I detenuti erano spesso costretti a lavorare in condizioni disumane. A dispetto del clima brutale, non erano mai adeguatamente vestiti, nutriti, trattati medicalmente in modo adeguato, né veniva loro fornito alcun mezzo per combattere l'avitaminosi che conduceva a malattie come lo scorbuto o sindromi quali la cecità notturna, detta anche cecità del pollo. Il valore nutrizionale di una razione minima giornaliera era intorno alle 1.200 calorie (5000 kilojoule), principalmente da pane di bassa qualità (distribuito in base al peso e chiamato "пайка", paika). Secondo l'OMS, la necessità minima per un lavoratore pesante è compresa tra le 3.100-3.900 calorie (da 13.000 a 16.300 kJ) giornaliere.
Gli amministratori rubavano ordinariamente dagli accantonamenti per guadagno personale e ottenere favori dai superiori. Di conseguenza, i reclusi erano costretti a lavorare ancora più duramente per colmare la differenza. Gli amministratori ed i fidati (prigionieri assegnati a svolgere i doveri di servizio del campo stesso, quali cuochi, fornai e magazzinieri, soprannominati "prifurki") scremavano i medicinali, i tessuti ed i generi alimentari più nutrienti.
In alcuni campi si praticava la selezione per eliminazione: quando i prigionieri si allineavano per il turno di lavoro, all'ultimo che si presentava si sparava come esempio per gli altri, oppure gli si negava la razione giornaliera di cibo
dati Wikipedia