Il punk filosovitico è diventato un mistico
Camillo Langone
Giovanni Lindo Ferretti non è Claudia Koll, non è un convertito, non è un pentito. Lui non ha nulla di particolare da farsi perdonare, per esempio non ha mai mostrato il sedere nei film di Tinto Brass, forse per questo non mostra quella speciale esaltazione così fastidiosa nei neofiti.
Non è nemmeno San Paolo, persecutore di cristiani fino a quando, sulla via di Damasco, Nostro Signore non lo fece scendere bruscamente da cavallo. Al contrario Ferretti sul cavallo c'è salito e infatti un capitolo di Reduce, la salmodiante autobiografia in uscita per la Mondadori, potrebbe intitolarsi "Cristianesimo ed equitazione". Ferretti non ha trovato nulla, casomai ha ritrovato tutto.
Dopo una brillante carriera da punk comunista fra la via Emilia e l'Est, un bel giorno ha preso la statale del Cerreto, una strada di montagna che da Reggio sale verso la Toscana, per reinsediarsi nella casa di pietra degli avi e, conseguentemente, nella fede religiosa delle generazioni che lo hanno preceduto. Non rinnegando nulla della vecchia e sempre attraente triade vitalistica denominata sesso, droga e rock'n'roll.
Non certo il sesso: in linea con la "Deus caritas est", l'enciclica dell'amatissimo Papa Benedetto XVI, Ferretti a pagina 28 racconta la bellezza di "quell'attitudine umana benedetta da Dio che porta gli esseri umani a unirsi nel corpo".
L'antico punk filosovietico non rinnega nemmeno la droga:" Il Cielo mi conceda a Capodanno un tocco d'hascisc non transgenico, ma saporito e grasso che si sbriciola al tatto".Un fiducioso che legga il Libro della Genesi facilmente vede che il Cielo ha benedetto anche l'erba e forse persino il papavero, chissà.
Questa e altre belle scoperte si trovano in Reduce,123 pagine di prosa poetica nelle quali i seguaci di Cccp,Csi e Pgr(le band nelle quali Ferretti ha militato dal 1982 a oggi)riconosceranno il peculiare stile compositivo del cantante e autore. Perchè Giovanni Lindo Ferretti non solo non è Claudia Koll e non è San Paolo, non è nemmeno Giorgio faletti, uno che come lui è diventato famoso dalle parti dello spettacolo, ma che diversamente da lui per accreditarsi come scrittore ha cambiato pelle, è diventato un altro, sottomettendosi alle arcigne regole di un genere preesistente e preconfezionato, il thriller. Invece tutto quel che Ferretti fa, disco o libro non importa,appartiene sempre all'inconfondibile genere Ferretti. Qualcosa a metà tra la predica e il salmo, come nemmeno i preti sanno intonare più.
E infatti lui non è un prete, certo non uno di quegli insulsi preti postconciliatori vestiti da sindacalisti, semmai con quel cranio rasato e con quello sguardo febbrile asssomiglia a un monaco mediovale. Ferretti è un mistico e se Dio lo assiste comincerà a fare i miracoli e diventerà un santo: ha la faccia giusta, il fisico(magro)del ruolo. Intanto fa l'eremita nel suo borgo quasi disabitato della montagna reggiana, dove studia i testi sacri, alleva cavalli allo stato semibrado e restaura vecchie maestà(le cappellette dedicate alla Madonna, verso la quale ha un pensiero stupendo:"L'immagine venerabile della Madre col Bambino è tra le infinite bellezze la più potente").Ogni tanto scrive una lettera al Foglio, dando occasione ai blogger ostili di chiamarlo Giovanni Lindo Ferrara. Ferretti e Ferrara la pensano allo stesso modo sullo scientismo, il delirio faustiano di chi pretende di fare e disfare la vita senza render conto a nessuno. Militarono nello stesso fronte al tempo del referendum contro la manipolazione degli embrioni e molti fan, bigotti come tutti i fan,non la presero per niente bene. Dovevano semmai incolpare le loro orecchie foderate di prosciutto, siccome già nel'94 i testi dei Csi erano inequivocabili. Del mondo è un inno alla vita, un inginocchiarsi di fronte alla fecondazione naturale nella logica di un Cristianesimo carnale e visionario:"E' stato un tempo il mondo giovane e forte/odorante di sangue fertile/famiglie donne incinte sfregamenti....".
Non c'è niente da stupirsi, assolutamente niente da stupirsi, anche perchè il Christian punk mica l'ha inventato Ferretti:negli Usa ci sono decine di band che tra scariche di chitarre elettriche citano Gesù e la Lettera ai Romani:"Non conformatevi alla mentalità di questo secolo".
Reduce causerà abbondanti dispiaceri ai conformisti di ogni tipo, corrodendo uno per uno i miti della più decrepita modernità:la Rivoluzione francese, Napoleone,L'Unità d'Italia così come è stata fatta(male)dai savoia, la messa in italiano, la scuola pubblica....Ferretti si scaglia perfino contro gli intoccabili diritti umani:"Ogni uomo di per sè ha solo doveri".
E anche se il libro non è un disco,questa si che è musica.
[Modificato da lemiemanisudite2. 25/10/2006 13.59]