FILM Filosofici - impegnativi

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SmoothCriminal
00domenica 9 gennaio 2005 15:59
Probabilmente questo è un titolo che significa poco e niente .........o tutto e di + ........
Diciamo che è più un titolo per raccogliere le attenzioni dei vari utenti.

Premetto che non sono un cineamatore, anzi film ne guardo veramente pochi, sopratutto per il poco tempo a disposizione.
Quindi chiedo a voi ..............Mi Interesserebbe guardare qualche film con perchè e risposte su argomenti di qualsiasi tipo.

Vanno bene anche le commedie purchè queste ultime siano solo un pretesto per far acquisire nozioni varie, e che il film non si riduca alla storiella in se, ma che l'insegnamento si possa applicare in altre eventuali situazioni.

Non so se son riuscito a spiegare bene quel che intendo............cmq vediamo come si evolve il topic......[SM=x125585]

a voi...
10baggio
00martedì 11 gennaio 2005 08:42
Intendi dire film di elevata caratura artistica ?
Se cerchi qualcosa di filisofico comunque guardati

A.I. Artificial Intelligence - di Steven Spielberg
2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick (occhio però che con questo rischi di prender sonno)
SmoothCriminal
00martedì 11 gennaio 2005 08:47
Re:

Scritto da: 10baggio 11/01/2005 8.42
Intendi dire film di elevata caratura artistica ?
Se cerchi qualcosa di filisofico comunque guardati

A.I. Artificial Intelligence - di Steven Spielberg
2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick (occhio però che con questo rischi di prender sonno)



Mi interesserebbero di tutti e 2 i tipi .......

kubrick mi ha sempre incuriosito...............mentre spielberg non mi sembra così filosofico.... ma solo fantascientifico........o mi sbaglio?

P.S. cmq grazie per aver risposto [SM=x125585]

[Modificato da SmoothCriminal 11/01/2005 8.47]

10baggio
00martedì 11 gennaio 2005 09:33
Re: Re:

Scritto da: SmoothCriminal 11/01/2005 8.47


Mi interesserebbero di tutti e 2 i tipi .......

kubrick mi ha sempre incuriosito...............mentre spielberg non mi sembra così filosofico.... ma solo fantascientifico........o mi sbaglio?

P.S. cmq grazie per aver risposto [SM=x125585]

[Modificato da SmoothCriminal 11/01/2005 8.47]




Di solito spileberg non fa film filosofici, ma A.I. è un film estremamente filosofico:
In molti lo definiscono il “Pinocchio di Spielberg”: ambientato in un futuro non ben specificato il film racconta la storia di David, un bambino-robot che, allontanato dalla sua famiglia, sogna di diventare un bambino vero per poter riabbracciare la madre.

Un film che scava nel profondo dell’animo umano scoprendo paure e ansie. La prova recitativa di tutto il cast è davvero notevole, in primis quella del giovane Haley Joel Osment, di Jude Law nella parte del robot-amante e di William Hurt che interpreta un futuristico “Geppetto”. Davvero ben fatti anche i numerosi effetti speciali. Tirando le somme possiamo dire tranquillamente di essere di fronte a uno dei migliori film degli ultimi 10 anni, da molti ingiustamente criticato e sottovalutato. Non è un film di Kubrick, è un film di Spielberg, il regalo di Spielberg a Kubrick, un regalo che il maestro avrà sicuramente gradito.

Valutazione artistica: 10
SmoothCriminal
00martedì 11 gennaio 2005 12:07
Re: Re: Re:

Scritto da: 10baggio 11/01/2005 9.33


Di solito spileberg non fa film filosofici, ma A.I. è un film estremamente filosofico:
In molti lo definiscono il “Pinocchio di Spielberg”: ambientato in un futuro non ben specificato il film racconta la storia di David, un bambino-robot che, allontanato dalla sua famiglia, sogna di diventare un bambino vero per poter riabbracciare la madre.

Un film che scava nel profondo dell’animo umano scoprendo paure e ansie. La prova recitativa di tutto il cast è davvero notevole, in primis quella del giovane Haley Joel Osment, di Jude Law nella parte del robot-amante e di William Hurt che interpreta un futuristico “Geppetto”. Davvero ben fatti anche i numerosi effetti speciali. Tirando le somme possiamo dire tranquillamente di essere di fronte a uno dei migliori film degli ultimi 10 anni, da molti ingiustamente criticato e sottovalutato. Non è un film di Kubrick, è un film di Spielberg, il regalo di Spielberg a Kubrick, un regalo che il maestro avrà sicuramente gradito.

Valutazione artistica: 10



Benissimo ..........allora provederò....perchè non lo ho ancora visto [SM=x125585]

Invece per quanto riguarda Kubrik.............che cosa consigli ? (oltre a odissea nello spazio) [SM=x125634]
mrathlon900
00martedì 11 gennaio 2005 19:45
Il genere di film che adoro.
vediamo che cosa riesco a proporti su 2 piedi:

Risvegli (Trovi una discussione in questa sezione) Con R.Williams e R.De Niro

Qualcuno volò sul nido del cuculo

prometto di dirtene altri..per ora sono al lavoro e sono un po fuso![SM=x125595]

10baggio
00martedì 11 gennaio 2005 20:59
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: SmoothCriminal 11/01/2005 12.07


Benissimo ..........allora provederò....perchè non lo ho ancora visto [SM=x125585]

Invece per quanto riguarda Kubrik.............che cosa consigli ? (oltre a odissea nello spazio) [SM=x125634]



Personalmente non apprezzo particolarmente kubrick, comunque altri film suoi da vedere assolutamente sono:
Arancia Meccanica [SM=x125623]
Shining [SM=x125600]
Full Metal Jacket [SM=x125609]
SmoothCriminal
00martedì 11 gennaio 2005 21:17
Re: Il genere di film che adoro.

Scritto da: mrathlon900 11/01/2005 19.45
vediamo che cosa riesco a proporti su 2 piedi:

Risvegli (Trovi una discussione in questa sezione) Con R.Williams e R.De Niro

Qualcuno volò sul nido del cuculo

prometto di dirtene altri..per ora sono al lavoro e sono un po fuso![SM=x125595]




Il secondo l'ho sentito nominare + volte ...........e mi ispira molto .......di che parla ?
SmoothCriminal
00martedì 11 gennaio 2005 21:19
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: 10baggio 11/01/2005 20.59


Personalmente non apprezzo particolarmente kubrick, comunque altri film suoi da vedere assolutamente sono:
Arancia Meccanica [SM=x125623]
Shining [SM=x125600]
Full Metal Jacket [SM=x125609]



shining l'ho visto e mi è piaciuto molto ..............arancia meccanica l'ho sempre voluto vedere ....poi per un motivo o per l'altro .... [SM=x125594]
mrathlon900
00mercoledì 12 gennaio 2005 20:05
Re: Re: Il genere di film che adoro.

Scritto da: SmoothCriminal 11/01/2005 21.17


Il secondo l'ho sentito nominare + volte ...........e mi ispira molto .......di che parla ?



il premio oscar Jack Nicolson è un presunto malato di mente ricoverato in un ospedale psichiatrico che si ritrova a contatto con una infermiera agghiacciante e un gruppo di pazienti (tra cui un giovanissimo e capelluto De Vito ) che...bè non voglio toglierti la sorpresa.
Un film favoloso.


In quanto a film impegnati, come perdersi "Mulholland Drive"??
non perderlo assolutamente!!lascia senza parole!!

ancora piu recente e di assoluto valore consiglio "The Dreamers" di cui trovi una bella recensione e commenti sulle pagine diq uesta sezione
Mr Satan
00mercoledì 12 gennaio 2005 22:13
Ti consiglio "The Elephant Man", di David Lynch, un film vecchio e in bianco e nero, ma che fa molto riflettere, secondo me. Un pezzo della storia del cinema.
SmoothCriminal
00giovedì 13 gennaio 2005 09:23
Re:

Scritto da: Mr Satan 12/01/2005 22.13
Ti consiglio "The Elephant Man", di David Lynch, un film vecchio e in bianco e nero, ma che fa molto riflettere, secondo me. Un pezzo della storia del cinema.



Anche questo era un film che avevo già in lista .........dato che l'opera teatrale aveva come protagonista David Bowie !

[SM=x125585]
SmoothCriminal
00giovedì 13 gennaio 2005 09:24
Per adesso penso di avere abbastanza titoli ........dopo che li avrò visti vi saprò dire [SM=x125606]
SmoothCriminal
00venerdì 14 gennaio 2005 15:56
Prima di iniziare ad avventurarmi coi titoli da voi citati........ho preferito guardarmi gli altri che avevo......e tra questi ce ne uno che mi ha colpito abbastanza .......

"Pallottole su Broadway" di Woody Allen ...... (regista e attore adoro da morire!!)

David Shayne è un giovane drammaturgo idealista che non vuole scendere a compromessi per fare carriera. Sembra però finalmente prospettarsi l’occasione per mettere in scena a Broadway un suo testo. Il finanziatore (siamo negli Anni Venti) è il gangster Nick Valenti il cui unico interesse è quello di far debuttare in teatro la sua amichetta Olive, una ballerina di fila, dal Q.I. basso e dalla voce decisamente sgradevole. La compagnia non è delle migliori ma tutto potrebbe funzionare in modo discreto. La protagonista, Helen Sinclair, è stata una grande diva e conserva tutti gli atteggiamenti da star. Nonostante il suo essere costantemente sovratono riesce a far invaghire di sé David che lascia la propria compagna che gli è stata a fianco nei periodi più neri. Intanto Olive si prende troppa confidenza con il primattore e c’è il rischio che la guardia del corpo che Valenti le ha messo alle calcagna, Cheech, racconti tutto al proprio capo. Cheech è tutti i giorni in platea a leggere il giornale ma anche ad ascoltare. Ogni tanto fa delle osservazioni sul testo che, accolte, ne migliorano la qualità.
Progressivamente David si lega a Cheech che riesce a dargli il polso di ciò che il pubblico può apprezzare. Il testo subisce profonde modificazioni e, ormai, il vero autore è il guardaspalle. Cheech però ha un problema: non può permettere che Olive, con la sua incapacità assoluta, rovini il “suo” spettacolo. La porta in un luogo in cui classicamente avvengono le esecuzioni degli indesiderati e la uccide. Verrà scoperto e diventerà bersaglio degli ex colleghi. David otterrà il successo ma, contemporaneamente, deciderà di lasciare lo spettacolo e di tornare dalla propria compagna.
Legato da anni al capo della Orion Mike Medavoy (il presidente dell’Orion Bill Bernstein si era visto affidare il ruolo dell’oratore ufficiale nel banchetto d’apertura di Crimini e misfatti) Woody Allen si trova a fare a meno della sua collaborazione di cui aveva usufruito anche durante la lavorazione dei due film con la Tri Star. Per problemi di tagli di budget passa alla Sweetland, una casa indipendente creata nel 1991 e diretta dal suo amico d’infanzia Jean Doumanian. Coproduttrice esecutiva è la sorella di Woody, la psichiatra Letty Aronson. La sceneggiatura è scritta a quattro mani per la prima volta con Douglas McGrath, che ha collaborato a lungo con il Saturday Nigt Live Show.
“L’idea centrale del film è che è fondamentale nascere con del talento e che, se non ce l’hai, non ci sono scuole o autodisciplina che possano insegnarcelo. Tutti vorrebbero essere come Cheech, ma la maggior parte di noi è David. Quante persone ci sono come Tennessee Williams o Charlie Parker, incredibili senza sforzo?” (intervista a Silvia Bizio “La Repubblica”, 3 ottobre 1994). Allen, dopo il “divertimento” di Misterioso omicidio, decide di uscire temporaneamente di scena per lasciare il posto a un suo alter ego: Cyril Cusack. Lo studente universitario di Ombre e nebbia diviene ora David, l’intellettuale convinto che le domande che contano nella vita siano del tipo:“ Tra un’opera di Shakespeare e la vita di un uomo cosa salveresti?” Allen, attraverso di lui, torna ad interrogarsi sul senso e la funzione dell’arte e realizza un film che, per una sorta di osmosi cinematografica, sembra seguire il percorso di God of Our Fathers, il testo che David mette in scena. Pallottole ha infatti un inizio lento e quasi impacciato e trova i giusti ritmi proprio quando anche il testo teatrale comincia a prendere il volo grazie all’intervento di Cheech. “La vita non è perfetta e per di più è breve” afferma l‘agente di David tentando di convincerlo al compromesso. Per cercare di scrivere un nuovo capitolo del rapporto tra finzione e realtà Allen ambienta la vicenda nell’epoca degli Anni Ruggenti, prendendosi anche qualche piccola vendetta (Valenti è il cognome del capo dei produttori holywoodiani). Lavora sugli stereotipi attoriali. La “divina” interpretata da Dianne Wiest è un gioiello di recitazione in bilico tra l’enfasi declamatoria e la fragilità e insicurezze interiori. Helen Sinclair non è la Norma Desmond di Viale del tramonto ma certo sente profondamente, ancora una volta nel cinema di Allen, il senso del tempo che scorre inesorabilmente e cerca nella giovinezza di David quasi un antidoto alla premonizione della fine (quanti psicologi e psichiatri da quotidiano hanno discettato in questi termini all’amore di Allen per la figliastra ventunenne?). Se David, alla fine, comprende di non possedere il genio per l’arte e va a riprendersi la vita di tutti i giorni ma solidamente ancorata (siamo alla seconda ricomposizione sul piano dell’unità del nucleo familiare nell’ultimo Allen), Cheech ha il compito di non fermarsi davanti a nulla. Non sarebbe pronto ad uccidere per la “sua” opera d’arte, è pronto a farlo. Alle recriminazioni di David, che vuole ricondurlo sul piano della morale corrente risponde “Nessuno sciupa la mia commedia”.
“È una commedia. Non occorre che sia “reale’”. “Nessuno parla così nella realtà” afferma Cheech nel corso della vicenda. Se l’autore non sa equilibrare il rapporto tra realtà e finzione tenendo sempre presente che la fusione tra i due elementi deve giungere a un punto in cui nessuno dei due prevalga, è inevitabilmente destinato al fallimento. Pallottole su Broadway è una risposta cinematografica a chi continua a cercare con pervicacia gli elementi autobiografici nel cinema alleniano e, al contempo, l’occasione per una bordata contro i critici molto portati alla soggettività. I colpi di pistola sparati dietro le quinte dai gangster che inseguono Cheech (situazione analoga a quella che si sviluppa dietro lo schermo del cinema del signor House in Misterioso omicidio) vengono letti dai critici come un coup de theatre geniale. Il critico come colui che è incapace di distinguere tra finzione e realtà? Allen sembra porre il dubbio mentre ne ripropone un altro che troverà un’amplificazione in Tutti dicono I Love You. È preferibile essere amati grazie alle maschere che indossiamo oppure per quello che siamo realmente? David, anche in seguito al dialogo finale che si snoda da una finestra all’altra (vedi anche Ciao Pussycat), compie la propria scelta in modo chiaro. È stato il teatro, padre di tutte le forme di spettacolo, a porgli la domanda e a fargli sperimentare la risposta. Sarà ancora il teatro (della Grecia classica) a interagire con il presente in La dea dell’amore.

di Giancarlo Zappoli


Voi cosa ne pensate ?
Lo avete mai visto?

Cosa ne pensate di Allen ?
14valentina87
00mercoledì 23 febbraio 2005 18:20
risposta
scusate avrei bisogno di un aiuto grandissimo....il mio prof d filosofia ha detto d fare una recensione su un film con riferimenti filosofici aiutooooooooooooooo help
Mr Satan
00mercoledì 23 febbraio 2005 18:39
Re: risposta

Scritto da: 14valentina87 23/02/2005 18.20
scusate avrei bisogno di un aiuto grandissimo....il mio prof d filosofia ha detto d fare una recensione su un film con riferimenti filosofici aiutooooooooooooooo help


Che io sappia in "2001 - Odissea Nello Spazio" c'è espresso anche il mito del superuomo di Nietzche (o come cavolo si scrive...[SM=x125587] ), ma credo proprio che fare una recensione di quel film e per di più sviscerarne il concetto filosofico (non chiaro nemmeno a Kubrick![SM=x125601] ) sia l'impresa più ardua di sto mondo.
Piuttosto, ti posso postare delle riflessioni raccolte dalla rete su Matrix, che anche se un po' tirate per i capelli tirano ancora in ballo la storia del superuomo. Spero ti siano utili.

"(Per chi ha visto Animatrix non necessario)
All’inizio c’era l’uomo, e per un lungo periodo tutto andò bene…
Gli umani dopo la costruzione delle macchine e della loro IA, visserò a lungo felici CONTROLLANDO le loro azioni per il miglioramento della loro vita. “L’uomo creò le macchine a sua immagine e somiglianza.” “Le macchine lavoravano senza sosta per esaudire i desideri dell’uomo”.”B166ER la prima macchina che si ribellò al suo padrone.”
Tuttavia quando la prima macchina si ribellò al trattamento schiavista del suo padrone umano, la macchine furono quasi totalmente sterminate dall’uomo. Si riorganizzarono però e fondarono una città in Arabia Saudita chiamata 01 la città delle macchine, un vero e proprio Stato. La valuta di 01 acquisì sempre più potere e con essa lo stato delle macchine. Così gli uomini decisero di bombardare la città ma le atomiche risultarono inefficienti perchè le radiazioni finivano per alimentare stesse macchine. L’estrema decisione dell’uomo fu allora quella di oscurare il cielo, per togliere alle macchine l’energia del Sole. Ma la battaglia fu favorevole alle macchine. “Le macchine inflissero enormi sofferenze ai loro vecchi padroni per analizzare i vari composti chimici”. Finito lo studio, le M. capirono che potevano sopravvivere solo sfruttando l’energia biochimica dell’uomo stesso. “La vostra carne è una reliquia, un mero contenitore, rinunciate alla vostra carne, un mondo meraviglioso vi aspetta, è un ORDINE”. Grazie alla “neurosimulazione interattiva” Matrix, e all’immissione degli innesti Elettronici (i fori sulla schiena degli umani imprigionati) che fanno da convertitori tra impulsi elettrici e biochimici (come si intuisce dalle scene di Animatrix) le macchine imprigionano l’uomo in una realtà fittizia, al solo scopo di alimentarsi. Gli umani quindi vengono coltivati, per poi essere interfacciati a Matrix, codificando le loro caratteristiche umane innate (personalità, sensazioni, scelte, amore, ecc) in linee di codice: in sostanza l’essenza umana viene algorittimizzata e ridotta ad un’ equazione. Architetto:“La tua vita è un prodotto del residuo non compensato del bilanciamento delle equazioni inerenti alla programmazione di Matrix.”

Spiegazione Basilare della trilogia di MaTriX
Le macchine hanno bisogno che il sistema MaTriX sia accettato dagli uomini. La prima Matrix è il mondo matematicamente perfetto: non è ben chiarito come venga realizzato ma è presumibile che le vite degli uomini prive di scelta, siano predeterminate per non soffrire. Questo universo è stato realizzato dall’Architetto, senza la collaborazione di altri programmi intuitivi; la natura umana lo rifiuta (suicidio o risveglio non definito). Architetto:” L'inevitabilità del suo destino, mi è ora evidente quale conseguenza dell'imperfezione intrinseca dell'essere umano”
La seconda versione di Matrix si basa sulla storia dell’uomo stesso, tuttavia anche questa fallisce. Architetto:
“Perciò la riprogettai basandomi sulla vostra storia, per rispecchiare con accuratezza le espressioni grottesche della vostra natura. Tuttavia venni di nuovo frustrato dal fallimento.” Dalla terza Matrix in poi, grazie all’intuizione di un programma intuitivo chiamato Oracolo (nome che viene utilizzato per realizzare l’ennesima procedura di controllo sulla mente degli umani), viene inserita la scelta, la quale è scoperta per caso dalle stesse macchine e che, quindi, non ha origine umana. Si può fare un paragone con gli automi non deterministici, nei quali dopo uno stato iniziale Q1, non segue necessariamente uno stato Q2 ma possono seguire una serie di stati non determinabili a priori, la quale rappresenta l’idea informatica più vicina alla concezione umana della scelta e più microscopicamente dell’irrazionalità. Ricordiamoci, inoltre, che la scelta che possono dare le macchine agli uomini è sempre inconscia, in quanto è comunque controllata dal sistema. In pratica, l’uomo, sottoposto ad un’interrogazione, può rispondere in tanti modi diversi, ma che comunque sono già preprogrammati. La macchina non sa quale di questi sarà il prescelto, ma ha comunque la rosa completa di tutte le scelte possibili. Quindi, non si esce dal meccanismo della causa-effetto. La scena del bacio tra Neo e Persephone in Reloaded ci fa capire come Neo sia l’unico ad andare al di là della causa-effetto, in quanto fa provare, in quell’istante, il vero amore a Persephone. A causa dell’introduzione della scelta, si crea così un’anomalia sistemica che si manifesta nelle persone che si liberano del sistema e vanno su Zion. Questa situazione, essendo fuori controllo alle macchine, li porta ad ideare ed appliccare la figura dell’Eletto (Architetto: “coloro che lo rifiutavano, e parliamo sempre di una minoranza, lasciati senza controllo potevano costituire una crescente probabilità di disastro”). Dalla quarta Matrix, infatti, viene scelto, fra i tanti individui presenti su Matrix, un umano dalla spiccata sensibilità (l’Eletto), la quale sensibilità probabilmente potrà offrire un nuovo spunto per rendere il sistema stesso ancora più “umano”, cioè avere la maggiore probabilità possibile che Matrix sia accettata da chi vi è collegato. La sensibilità che ha l’Eletto si ripercuote sul codice che lui stesso riporterà dentro la simulazione, cosa che avverrà qual’ora questo codice non sia già presente nel sistema. Il compito dell’Eletto è quello di riportare il suo codice alla sorgente. Tuttavia, non tutti gli Eletti hanno codice “utile” per l’evoluzione della simulazione, e quindi al suo cambio di versione, passando ad una Matrix migliore per l’uomo. Anzi, probabilmente l’unico che aderisce a quanto detto è lo stesso Neo. Infatti, i cinque precedenti eletti hanno semplicemente riconfermato la Matrix preesistente ricaricandola così com’era (reloaded).Architetto:”I tuoi cinque predecessori erano di proposito costruiti intorno alla comune attribuzione di una sensibilità positiva, allo scopo di creare un profondo attaccamento al resto della tua specie per facilitare il compito dell'eletto” .Sostanzialmente, nella stanza dell’Architetto hanno scelto la porta alla loro destra, la quale provoca la distruzione di Zion (che quindi non rappresenterà più un pericolo per le macchine) e alla riconferma della Matrix corrente. Tornando al codice, questo è legato alla sensibilità dell’Eletto di turno, e nel caso di Neo è l’amore (nel caso specifico per Trinity, che può essere inteso anche come speranza, fede, irrazionalità, MANCANZA DI SCOPO o pura EMOZIONE) L’Oracolo, dicendo a Trinity che si sarebbe innamorata dell’Eletto, ha “rischiato” fidandosi dell’uomo Neo per vedere se tra i due riusciva a nascere il sentimento dell’amore, che le macchine sarebberò così riuscite a codificare dentro Matrix. Le macchine non avrebbero potuto codificare autonomamente questo sentimento che, essendo esclusivamente umano, non poteva appartere loro. Vedendo che Neo sceglie la porta di sinistra, e prendendosi il rischio di sacrificare tutta l’umanità per la sua amata, l’Architetto capisce che è proprio l’amore il sentimento che manca in Matrix, che sarà poi simulato nella bambina SATI(che guarda caso significa perfezione assoluta) e introdotto attivamente nella simulazione grazie al sacrificio (o meglio adempimento al suo scopo) di Neo e conseguente “Reloaded” di matrix.
Quindi, l’Eletto parte come estremamente umano e finisce dentro un grande scopo, assolutamente programmato dalle macchine e da loro controllato tramite tanti sistemi di controllo più o meno visibili all’interno dei tre film. Quindi, le macchine sfruttano l’Eletto come debug (un debug è un software che deve facilitare il compito di trovare errori in un programma in modo da correggerli) in questo caso un debug-uomo, per vedere se migliora la matrice. Neo quindi ha uno scopo come qualsiasi altra macchina presente su Matrix e questo lo porta ad un processo che, alla fine, lo renderà una macchina a tutti gli effetti. D’altra parte, quello che succede a Neo è rispecchiato dalle parole del Merovingio che, quasi sicuramente, ha percorso lo stesso cammino di Neo (anche se non porta ad un cambiamento di Matrix). L’assonanza tra i due viene confermata da tantissimi elementi principali e non che vediamo nei film. Il più lampante è il 101 che vediamo sia nella porta di Neo nel primo Matrix, sia nella porta del ristorante del Merovingio del secondo. Il 101 è l’unione di 1 e di 01. 1 si rapporta all’inglese “One”, anagramma di Neo, ovvero l’Eletto. Il nome Neo, inoltre, è la cosa che lega più di ogni altra Neo alla sua natura umana. Lo 01 è il nome della città delle macchine e, quindi, ad un qualcosa che vincola in maniera inconfutabile all’essere una macchina. L’unione dei due, quindi, ci suggerisce la realtà di uomo-macchina dell’Eletto, e in quest’ottica si inserisce il suo potere sulle sentinelle nel mondo reale: esse esplodono davanti a lui perché egli deve arrivare alla sorgente. In realtà si autodistruggono e il suo cammino è già memorizzato dentro di lui, (ecco il perché delle sue visioni in Revolutions, e il perché il Deus Ex Macchina finale lo lascia deliberatamente vivo, e lo fa interagire con matrix).
Inoltre, tornando alla sorgente sarà risolto anche il problema Smith. Inizialmente Smith era un agente e quindi aveva un preciso scopo. Tuttavia, qualcosa in lui è diverso agli altri programmi e lo dimostra nel primo Matrix, quando parlando con Morpheus, gli confida la sua voglia di libertà. Tutto questo è causato dalla scelta che è stata introdotta nel sistema, quindi è propria anche dei programmi (essi possono infatti scegliere una volta terminato il loro scopo, di rimanere in Matrix illegalmente, o tornare alla sorgente per la cancellazione). Alla fine del primo matrix, immergendosi dentro Smith, Neo lascia qualcosa di lui dentro il codice di Smith, che diventa quindi una sorta di Eletto dal punto di vista delle macchine. Egli infatti può adesso entrare nel mondo reale, anche se solo come forma di coscienza,(caratteristica acquisita dalla “condivisione” del codice umano di Neo). Cosi come Neo ha la funzione di dover bilanciare l’equazione del sistema, cosi Smith adesso desidera essere a tutti i costi libero, e come un virus, si espande sbilanciando il sistema (ritrovare il tema degli opposti eterni è molto semplice). Perdendo il suo scopo originario, lui intravede la possibilità di liberasi soltanto raggiungendo il grado di consapevolezza che ha già Neo. Egli, nonostante ciò, è ,come Neo, sotto il completo controllo delle macchine, e quindi è inserito nel loro progetto (nella fattispecie è l’elemento che inconsciamente Neo scambia con la pace).
Tutto ciò si evince dal dialogo tra l’oracolo e Smith, nel quale quest’ultimo si impossessa dell’oracolo (che guarda caso lo aspetta li senza lottare) : qui succede qualcosa di imprevisto per Smith, in quanto il nuovo Smith ha il controllo sugli altri, che sembrano meravigliati.
Tornando a Matrix, lo scopo finale delle macchine è quello di renderla il più possibile aderente alla sensibilità e ai desideri dell’uomo (ricordiamo che i collegati sono assolutamente umani così come lo siamo noi che scriviamo e voi che leggete). Più gli uomini si sentiranno “appagati” in questo senso, meno uomini sentiranno la necessità di uscire dal sistema o di cercare disperatamente qualcosa che non ritrovano in esso. In questo possiamo riconoscere il concetto di Nietzsche del “Freigeist” (ovvero spirito libero) . Lo spirito libero non crede ciecamente alla ragione, ma diffida e pone interrogativi (“La domanda è il chiodo fisso” è la frase che usa Trinity per descrivere lo stato di Neo all’inizio del suo cammino, quando ancora non è riuscito a liberarsi dal sistema). Tuttavia, il Freigeist è ben diverso dal Superuomo (per capirci, Trinity, Morpheus, Switch, Epoc sono dei Freigeist, ma Neo è l’unico e solo Superuomo). E’ per questo che introduce diverse procedure di controllo (tramite cose tipo la Profezia), tese a convincere l’uomo di alcuni ideali precostituiti, ideali che però li rendono sempre più schiavi. Dopo Matrix Revolutions, infatti, gli uomini si trovano in un mondo perfetto dal loro punto di vista e, soprattutto, assolutamente migliore di qualsiasi altro perché, tramite le procedure che abbiamo sin qui descritto, è stato inserito l’amore. Uscire da Matrix, adesso, sarà molto difficile, in quanto si avvicina moltissimo alla perfezione per l’uomo. Chi vorrebbe abbandonare un mondo perfetto per un mondo che invece li vede in prigionia? Tuttavia, si tratta semplicemente di un’illusione, così come lo era prima. Così le macchine hanno ottenuto che gli uomini non sono più indotti a lasciare Matrix e a non contribuire più alla crescente probabilità di disastro che la loro diffusione su Zion avrebbe causato nei confronti delle macchine. Questo si rapporta ad un ennesimo concetto filosofico che riguarda l’autovolontà di illudersi piuttosto che di conoscere la vera essenza delle cose. Come nella realtà, si possono trovare delle “spiegazioni facili” nella religione (cosa che fanno molti umani come Link, Morpheus, Niobe, e tutti quelli che in qualche modo credono in Neo) o andare oltre e cercare di conoscere la vera realtà. Il tutto ricorda ancora Nietzsche e la teoria dell’eterno ritorno all’uguale (tra l’altro esplicitata in diversi momenti in Revolutions, ad esempio nella scena della stazione ferroviaria del Limbo in Revolutions, Neo cerca di uscirne ma si ritrova sempre al punto di partenza). Gli uomini sono dentro una struttura circolare che mai li libererà, ma che adesso è assolutamente perfetta. L’uomo, così, non può pretendere di meglio in quanto è completamente felice e, se anche questa sensazione è ciclica, è il massimo che può avere. L’unico pensiero che Nietzsche lancia oltre l’eterno ritorno all’uguale è la volontà di potenza, ma questo concetto non è stato (ancora) inserito nella saga."

Ciao![SM=x125595]
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