Che Guevara - Il "sistema" e eventuali alternative

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Leonard Vertighel
00sabato 7 giugno 2003 17:32

Scritto da: PkerTyxy 07/06/2003 9.07
speriamo proprio di si, ma non bisogna aspettare, bisona agire, il che era un diamante che si era intagliato da se, un uomo che rasentava la perfezione, morale ed era un esempio di rara coerenza, lui non c'è più ma resta, insieme a camilo cienfuegos, quindi RIVOLUZIONE!!!! Hasta la victoria, siempre! Patria o muerte!




Che Guevara sconosciuto

di Massimo Caprara

Spietato e crudele. Responsabile del sistema di repressione di migliaia di dissidenti e oppositori. Ecco quel che non si sa, o non si vuol dire, di Che Guevara, compagno di lotta del dittatore comunista Fidel Castro e idolo di tanti pacifisti cattolici.

Verso le una e dieci del pomeriggio di domenica 9 ottobre 1967, il guerrigliero catturato - ha un berretto nero, un'uniforme militare assai sporca, una giacca azzurra con cappuccio, il petto quasi nudo, la camicia senza bottoni - sistemato provvisoriamente su una panca con i polsi legati, è ucciso, mentre ancora gli sanguina una ferita alla gamba destra. È finito da una scarica a bruciapelo di un mitra M-2. Le ultime parole che ha proferito nei confronti del sottufficiale dei Rangers governativi boliviani Mario Teràn sono state di sonante disprezzo: "Spara vigliacco, che stai per uccidere un uomo". Il guerrigliero cadde a terra con le gambe maciullate, contorcendosi e perdendo copiosissimo sangue. Altri due sottufficiali, entrati ubriachi nella stanza, spararono ciascuno un colpo, direttamente sul volto. Poco lontano, dal villaggio di La Higuera, dove sono giunti agenti della CIA, nei pressi della gola Quebrada del Yuro, un sacerdote domenicano d'una parrocchia vicina, padre Roger Schiller, arrivò trafelato a cavallo. "Voglio confessarlo, so che ha detto: sono fritto. Voglio dirgli: lei non è fritto, Dio continua a credere in lei".

Nel pomeriggio, il comandante del reparto boliviano , che è il maggiore Ayoroa, dispone che il corpo venga adagiato su una barella e gli sia legata la mandibola con un fazzoletto perché il volto non si scomponga. Un fotografo ambulante ritrasse i soldati e il suo sacerdote intento a lavare le macchie di sangue. L'elicottero volò allora in alto con il corpo sfigurato del guerrigliero. Al sottufficiale Teràn hanno promesso un orologio e un viaggio a West Point per frequentare un corso. Egli ha ucciso il comandante Ernesto Che Guevara Lynch, detto il Che, medico argentino che, con decreto governativo del 9 febbraio 1959, è stato naturalizzato cubano per servizi resi alla Rivoluzione. Da allora prese corpo la sentita e appassionante leggenda di un autentico santo laico.

"Dalle migliaia di foto, posters, magliette, dischi, video, cartoline, ritratti, riviste, libri, frasi, testimonianze, fantasmi di questa società industriale, il Che ci guarda attento. La sua immagine attraversa le generazioni, il suo mito passa di corsa in mezzo ai deliri di grandezza del neoliberismo. Irriverente, beffardo, moralmente ostinato, indimenticabile", scrive in un libro, edito in italiano nel 1997 con il titolo "Senza perdere la tenerezza", Paco Ignacio Taibo II. Lo scrittore, nato a Gijon in Spagna, coglie drammaticamente il vero.

La figura assieme virile e dolce del Che Guevara, il cui motto è appunto: "Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza", attraversa come un lampo la storia del secolo da poco passato: dalla nascita in una famiglia della buona borghesia alla giovinezza nomade e ribelle dall'epica avventura sulla Sierra Maestra con l'amico Fidel Castro, alle responsabilità nelle istituzioni di "Cuba libera ma assediata dall'embargo statunitense", fino al tragico eccidio sui monti della Bolivia ed alla immediata nascita di un mito eroico, unico nei nostri tempi. Lui è sempre al fianco di Fidel, sempre con un itinerario ideale diverso, cioè più organicamente comunista, come è stato osservato, nel 1967, dallo scrittore Carolos Franqui che abbandonerà Castro: "Doveva essere accecante se anche i più opachi, al suo passaggio, erano illuminati". Regis Debray, l'intellettuale francese oggi vivente che lo raggiunse in Bolivia, ha scritto molto su di lui e sulla sua condotta nel libro "Révolution dans la révolution" e "Loués saient nos seigneurs le Che", edito a Parigi da Gallimard nel 1996. Egli ha tracciato un disincantato e veritiero affresco sulle incarnazioni del castrismo, come "lunga marcia dell'America Latina" e sulle sue diverse varianti. Che Guevara materializza quella più irriducibile, severa, spietata e crudele. A mezza strada tra la violenza proto-bolscevica della Ceka e della GPU e la ferocia primordiale perpetrata nelle campagne cinesi dal maoismo. Per Debray, egli è "il più austero tra i praticanti del socialismo". È un medico, afflitto sin dal 1930 (era nato il 14 luglio del 1928 nella città di Rosario) da un inguaribile asma che lo farà soffrire nelle sue trasferte guerrigliere in Africa e in America Latina. Forse anche per questo egli è in grado di conoscere le tecniche più dolorose della punizione e segregazione per i dissidenti detenuti. Un'inflessibile ideologia con il corredo di una raffinata metodologia di persecuzione fisica.

Il Che, sin dalla clandestinità, polemizza duramente con i combattenti del "Llano", la pianura, contrapponendo alla loro malleabilità la durezza dio condotta osservata in montagna, nella Sierra. Attacca Castro per lo scarso rigore e lo definisce per un pezzo, sprezzantemente, come "il leader radicale della borghesia di sinistra", sensibile alle sirene del politicantismo. Egli è in linea pregiudiziale sempre "favorevole ai processi sommari" e di lui si ricorda l'ingiunzione perentoria ai ribelli venezuelani: "Prendete un fucile e sparate alla testa di ogni imperialista che abbia più di quindici anni". Al punto che Debray, riassumendo, lo caratterizza come un "dogmatico, freddo, intollerante che non ha nulla da spartire con la natura calorosa e aperta dei cubani". Intelligente e risoluto, generoso ed egualitario con i suoi, inflessibile con i nemici, comanda energicamente il secondo Fronte di Las Villas nella conquista dell'esercito ribelle a Cuba. Durante l'avanzata, nel 1957, si distingue per l'efferatezza con la quale interpreta il suo modo di essere rivoluzionario e di liquidare nemici e presunti traditori. Euti8mio Guerra, un guerrigliero9, viene accusato di avere avuto una collusione con il nemico, cioè con l'esercito del dittatore Fulgencio Batista, e immediatamente deferito ad un'improvvisata Corte marziale. Il Che anticipa il verdetto. Raccontò successivamente un suo commilitone detto "Universo": "io avevo un fucile e in quel momento il Che tira fuori una pistola calibro 22 e pac, gli pianta una pallottola qui. Che hai fatto? Lo hai ucciso. Eutimio cadde a pancia in su, boccheggiando".

Nell'anno della "liberazione" di Cuba che è il 1959, il Che viene convocato da Castro e il 7 settembre riceve l'incarico provvisorio di Procuratore militare. È una convulsa ma intensa fase della nuova Cuba che ne prefigura i caratteri sociali e civili, che deve giudicare i collaborazionisti con il passato regime, processarli e soprattutto toglierli dalla circolazione. L'anno dopo, ai primi di gennaio, si apre a Cuba il primo "Campo di lavoro correzionale" (ossia di lavoro forzato). È il Che che lo dispone preventivamente e lo organizza nella penisola di Guanaha. Trecento ottantuno prigionieri, arresisi alle truppe castriste sull'Escambray, vengono radunati, incarcerati a Loma de los Coches e tutti fucilati.

Jesus Carrera, anticastrista che è stato ferito negli scontri, chiede la grazia. Il Che gliela rifiuta ritenendolo un antagonista personale del capo Fidel. La stessa sanguinosa procedura viene riservata a Humberto Sori Marin per il quale aveva chiesto misericordia la madre. Sotto l'impegnativa e organica inclinazione del Che, prende corpo la "DSE". Il Dipartimento della Sicurezza di Stato, noto anche con il nome di "Direcciòn general de contra-intelligencia". Un dettagliato regolamento elaborato puntigliosamente dal medico argentino, fissa le punizioni corporali per i dissidenti recidivi e "pericolosi" incarcerati: salire le scale delle varie prigioni con scarpe zavorrate di piombo; tagliare l'erba con i denti; essere impiegati nudi nelle "quadrillas" di lavori agricoli; venire immersi nei pozzi neri.

Marta Frayde, già rappresentante di Cuba all'Unesco e, dopo i primi anni, incarcerata, ha descritto le celle riservate ai "corrigendi": sei metri per cinque, ventidue brandine sovrapposte, in tutto quarantadue persone in una cella. Le accuse nei Tribunali sommari rivolte ai controrivoluzionari vengono accuratamente selezionate e applicate con severità: religiosi, fra i quali l'Arcivescovo dell'Avana, Monsignor Jaime Ortega; adolescenti e bambini; omosessuali. La fortezza La Cabana di Santiago viene utilizzata come centro di smistamento. Il procuratore Guevara Lynch illustra a Fidel Castro e applica un "Piano generale del carcere", definendone anche la specializzazione. Vengono così organizzate le case di detenzione "Kilo 5,5" a Pinar del Rio. Esse contengono celle disciplinari definite "tostadoras", ossia tostapane, per il calore che emanavano. La prigione "Kilo 7" viene frettolosamente fatta sorgere a Camaguey: una rissa nata dalla condizioni atroci procurerà la morte di quaranta prigionieri. Il campo di concentramento La Cabanas ospita le "ratoneras", buchi di topi, per la loro angustia. La prigione Boniato comprende celle con le grate chiamate "tapiades", nelle quali il poeta Jorge Valls trascorrerà migliaia di giorni di prigione. Il carcere "Tres Racios de Oriente" include celle larghe un metro, alte un metro e ottanta centimetri e lunghe dieci metri, chiamate "gavetas". La prigione di Santiago "Nueva Vida" ospita cinquecento adolescenti. Quella "Palos", bambini di dieci anni; quella "Nueva Carceral de la Habana del Est", omosessuali dichiarati o sospettai. Ne parla il film su Reinaldo Arenas "Prima che sia notte", di Julian Schnabel uscito nel 2000.

Il Che lavora con strategia rivolta non solo al presente ma al futuro Stato ditattoriale. Nel corso dei due anni passati come responsabile della Seguridad del Estado, avendo come collaboratore Osvaldo Sanchez che era esperto principale comunista, si materializza la persecuzione contro la Chiesa. Pascal Fontanie, nel suo libro "America Latina alla prova", calcola che centotreuntuno sacerdoti hanno perduto la vita fino al 1961 nel periodo in cui Guevara era artefice massimo del sistema segregazionista dell'isola. Viene definito "il macellaio del carcere - mattatoio di La Cabana". Si oppone con forza alla proposta di sospendere le fucilazioni dei "criminali di guerra". Più che da Danton discende dall'incorruttibile, l'"incorruttibile" Robespierre. Quando ai primi del 1960 a lui viene assegnata la carica di Presidente del Banco Nacional, Fidel lo ringrazia con calore per la sua opera repressiva. Egli ne generalizza ancor più i metodi per cui ai propri nuovi collaboratori, per ogni minima mancanza, minaccia "una vacanza nei campi di lavoro di Guanahacabibes". Il medico argentino, il più coerente leninista dell'America Latina, il meno reticente delle proprie idee e propositi pratici, è l'autentico motore di una ideologia totalitaria e di una macchina penitenziaria statale. La sua azione, esplicitamente ispirata ad una concezione coercitiva, impersona, come egli scrisse: "l'odio distruttivo che fa dell'uomo un'efficace, violenta, selettiva, fredda macchina per uccidere".

Cronologia:


14 luglio 1928 Nasce Ernesto Guevara Lynch, detto Che.

26 luglio 1953 Un gruppo di studenti attacca la caserma della Moncada. Uno dei capi, Fidel Castro, viene arrestato e condannato a 15 anni di prigione. Ben presto libero, raggiunge il Messico.

1955 In Messico, Che Guevara incontra Fidel Castro che si sta preparando a rientrare a Cuba.

Dicembre 1956 Fidel e Che Guevara sbarcano a Cuba. Guevara si fa subito notare per la sua durezza: un ragazzo, guerrigliero della sua unità, che ha rubato un po' di cibo viene fucilato senza alcun processo.

7 Novembre 1958 A capo di una colonna di guerriglieri, Ernesto Che Guevara intraprende una marcia su L'Avana.

1 gennaio 1959 Il dittatore Fulgencio Batista si dà alla fuga.

8 gennaio 1959 Fidel Castro e i suoi barbudos entrano a L'Avana. Che Guevara riceve l'incarico di "procuratore" ed è lui a decidere delle domande di grazia. Subito le prigioni della Cabana, all'Avana dove esercita Che Guevara, e di Santa Clara diventano teatro di esecuzioni di massa. Vengono uccisi soprattutto ex-compagni d'arme, che si erano conservati democratici, di Fidel Castro e del Che. Si instaura la dittatura comunista.

Maggio 1961 Vengono chiusi tutti i collegi religiosi e le loro sedi confiscate. Secondo Il libro nero del comunismo, dal quale sono tratte queste informazioni, scritto da storici di sinistra, negli anni Sessanta, a Cuba sono state eliminate da 7.000 a 10.000 persone e altre 30.000 incarcerate.

17 settembre 1961 Vengono espulsi da Cuba 131 sacerdoti diocesani e religiosi.

9 ottobre 1967 Recatosi in Bolivia, Che Guevara non riceve alcun appoggio da parte dei contadini. Isolato e braccato, viene catturato e giustiziato.


Bibliografia:

- AAVV, Il libro nero del comunismo. Crimini, terrore, repressione, Mondadori, Milano 1998.

- Armando Valladares, Contro ogni speranza. Dal fondo delle carceri di Castro, SugarCo, Milano 1987.

- Federico Guiglia, Il sole nero. Dall'esilio cubano sette storie contro Fidel, Libri Liberal, Firenze 2000.

- Jorge Valls, Mon ennemi, mon frére, Gallimard, Paris 1989.

LK
00sabato 7 giugno 2003 18:17
Da dove proviene questo articolo (o scritto che sia)?



Gorthan
00sabato 7 giugno 2003 18:39
Caprara non è il braccio destro di Togliatti?
trauma...
00sabato 7 giugno 2003 20:06
interessante...[SM=x68120]
Leonard Vertighel
00sabato 7 giugno 2003 22:44
Re:

Scritto da: Gorthan 07/06/2003 18.39
Caprara non è il braccio destro di Togliatti?



"Massimo Caprara dal 1944 è stato per circa vent’anni segretario di Palmiro Togliatti. Ha vissuto dall’interno gli avvenimenti fondamentali della storia del Partito comunista dagli anni del dopoguerra fino alla fondazione del Manifesto. Espulso dal Pci nel 1969 e approdato, attraverso un doloroso processo di revisione della sua esperienza culturale e politica, all’area del pensiero liberal-democratrico, è un obiettivo e scrupoloso osservatore e studioso della storia del Pci. Deputato per quattro legislature dal 1953, Sindaco di Portici negli anni ‘50, consigliere comunale di Napoli, è attualmente giornalista professionista."

"Massimo Caprara è stato dal 1944 e per circa vent'anni, segretario di Palmiro Togliatti. Sindaco di Portici, deputato di Napoli per quattro legislature a partire dal 1954, Caprara fu poi radiato dal partito comunista con Rossana Rossanda e gli altri del gruppo de Il Manifesto, del quale è uno dei fondatori. Tornato all'attività giornalistica (era stato redattore capo di Rinascita), ha scritto su Il Mondo, L'Espresso, Tempo Illustrato e ha diretto l'Illustrazione Italiana. Ha firmato numerosi reportage televisivi e volumi di saggistica."

"...il manifesto fondato da Aldo Natoli, Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Lucio Magri e Massimo Caprara (ex segretario di Togliatti oggi in Forza Italia) ."

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"Il tuo sorriso si espande come una farfalla"
Massimo Troisi
Leonard_Vertighel °°° diurno_blade@hotmail.com
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[Modificato da Leonard Vertighel 07/06/2003 22.49]

PkerTyxy
00domenica 8 giugno 2003 01:02
Leonard ma non dire stronzate che mi fanno incazzare
Ernesto Guevara de la serna, nasce a rosario nell'anno 1920, e fin da piccolo ha problemi d'asma e impara a farsi le punture da solo. PPer questo farà il medico specializzato in allergie, e quando una crisi d'asma lo prendeva lui non voleva aiuto, ansimante camminava e divorava libri, e quando l'asma passava la sua vita era intenssissima, lavorava e leggeva libri.
Passiamo direttamente allo sbarco della granma nela quale spedizione Guevara parte come medico, ma non è solo un medico, presto diventa comandante, ed è un maestro nella guerriglia, dove i barbudos, nascondendosi fra le piante sfuggono a un esercito moderno di 10000 uomini, i barbudos aiutano i contadini a tagliare la canna da zucchero, e el Che cura i malati in paesi dove nessuno aveva mai visto un dottore! prende sulle ginocchia bambini col pancione, scheletrci e col muco causato da infezioni, cura i lebrosi ma non solo, gioca a calcio con loro e non li tiene in isolamento, tanopiù che la lebbra come pensavano tutti non era invece trasmissibile, con un sorriso che la dice tutta su chi è! Quello che c'è va diviso assolutamente in parti uguali e lui è pignolissimo sulle quantità, a un soldao che per comprarsi la sua simpatia gli mise due bistecche gli arrivò il piatto in faccia, e fu punito, cacciandolo. Il che affascina la gente, ed è un esempio di rara coerenza, il che è un diamante che si è intagliato di se, l'immagine perfetta dell'uomo. Nel 1965 il che entra a santa clara, e la rivoluziuone trionfa da quel momento a cuba i bambini vivono felici, con sanità, cibo, e igene, e l'economia cubana va bene, da quel momento fino a dopo l'embargo, il Che si toglie una parte di stipendio come direttore della banca centrale perchè èpensa che non sia giusto avere piuù degli altri, il che durante le battaglie insegnava a leggere e a scrivere ai contadini e agli altri guerrieri un aneddoto "uno dei soldati fumava fin da piccolo e non aveva tabacco così andava a chiederlo a Ernesto, che un giorno gli dice "portamelo per iscritto e io ti darò il tabacco" inizialmente quest'uomo si faceva scrivere il permesso da un altro, poi stanco di dargli delle banane in cambio della scritta impara a scrivere", il Che non è contento del commercio e dei rapporti con i russi, sopratutto per il fatto attinente a quel caso che sconvolse il mondo nel 1962 cioè i missili puntati su new york da cuba, dove si rischiò un terzo conflitto mondiale, non approva che la russia abbia otlto i missili senza chiedere Fidel, così con il suo discorso all'onu irrita la russia, e diventa così un peso per cuba, per cui il commercio con la russia è importante, il che allora riprenbde il suo cammino andando a combattere in congo, a torna indietro perchè l'alleanza con i contadini non si riusciva a creare senza sapere però di aver davvero lasciato la scintilla rivoluzionaria. Ernesto apssa qualche tempo all'avana poi parte per la bolivia, da dove non tornerà, il suo esercito si divide in due squadriglie che non si rincongiungeranno più, il che ferito alle gambe verrà catturato l' 8 ottobre, e ucciso il 9 insieme ad altri suoi compagni. L'uomo che eraincaricato di finire il che, non ce la faceva a sparare, e i suoi superiori lo spingevano, saprò una prima raffica, ma la mano tremava e non lo uccise, di chi fu il colpo definitivo al cuore, non si saprà, quel soldato disse poi "quando lo guardai nelgi occhi, lo vidi garnde, immenso, aspettava sereno e mi diceva "sparami, falla finita"", il corpo del Che fu esposto i suoi occhi diventati azzurri l facevano sembrare vivo, sereno! come nel libro il piccolo principe "sembrerò morto, ma non sarà vero" e difatti non è vero, perchè con la sua morte non muore la sua idea, per ipaesi dle terzo mondo è ora di ribellarsi, prima che siatroppo tardi. Come diceva il che: "Patria o muerte!" "hasta la victoria, siempre"!. Il CHE NON MORIRà MAI!

<---Più cose vedo più cose conosco. Più cose conosco meno cose capisco! --->

[Modificato da PkerTyxy 08/06/2003 1.04]

[Modificato da PkerTyxy 08/06/2003 1.10]

Wago
00domenica 8 giugno 2003 11:46
Mi astengo dal leggere i commenti sia degli uni che degli altri. Mi limiterò a dire che, per quanto io sia decisamente di sinistra, mi sembra assolutamente patetico mitizzare una persona. A maggior ragione se questa persona è il Che.
/lyxor/
00domenica 8 giugno 2003 12:09
Re:

Scritto da: Wago 08/06/2003 11.46
Mi astengo dal leggere i commenti sia degli uni che degli altri. Mi limiterò a dire che, per quanto io sia decisamente di sinistra, mi sembra assolutamente patetico mitizzare una persona. A maggior ragione se questa persona è il Che.



quoto in pieno, mitizzare certi personaggi non puo' far altro che sminuirli. Medita tyxy, medita...
PkerTyxy
00domenica 8 giugno 2003 12:32
non mitizzo nessuno, mi da fastidio che quel coglione dica cazzate
PkerTyxy
00domenica 8 giugno 2003 12:32
e in effetti mitizzare il che è un insulto alla sua modestia e smeplicità, ma io non stavo mitizzando alcuni pezzi sono presi da una biografia del mio commento, piuttosto leonard dovrebbe astenersi dal dire stronzate e cominciare a ragionare, per forza che quel coglione là dice quelle cose sul che è di forza italia! leonard ma ragiona


<--- Più cose vedo più cose conosco. Più cose conosco meno cose capisco! --->


[Modificato da PkerTyxy 08/06/2003 12.46]

Wago
00domenica 8 giugno 2003 12:44
Re:

Scritto da: PkerTyxy 08/06/2003 12.32
non mitizzo nessuno, mi da fastidio che quel coglione dica cazzate



"Patria o muerte!" "hasta la victoria, siempre"!. Il CHE NON MORIRà MAI! >>> questo non è mitizzare, vero?
PkerTyxy
00domenica 8 giugno 2003 12:47
"Patria o muerte!" "hasta la victoria, siempre"!. Il CHE NON MORIRà MAI! >>> questo non è mitizzare, vero? --> no se volevo mitizzare avrei detto "il che era un dio" e cose del genere




<--- Più cose vedo più cose conosco. Più cose conosco meno cose capisco! --->

[Modificato da PkerTyxy 08/06/2003 12.48]

Leonard Vertighel
00domenica 8 giugno 2003 14:34
Senti, coglione lo dici a tua sorella, capito?
A me sembra che questa cartella sia nata per eprimere i vari punti di vista e confrontarli...

Ma vai a fanculo, tu che sei il tipico conformista moderno.
Vai, continua a fare i tuoi post inutili del cazzo in giro per il forum.

E vedi di non mancare di rispetto gli altri, dato che non mi sembra che io abbia mai peccato in questo senso.
E' la gente come te che rovina un dialogo costruttivo e inasprisce i toni.


Wago
00domenica 8 giugno 2003 14:37
Quoto
Leonard Vertighel
00domenica 8 giugno 2003 14:43
Re: Leonard ma non dire stronzate che mi fanno incazzare

Scritto da: PkerTyxy 08/06/2003 1.02
...e quando una crisi d'asma lo prendeva lui non voleva aiuto...
...prende sulle ginocchia bambini col pancione...
...un soldao che per comprarsi la sua simpatia gli mise due bistecche gli arrivò il piatto in faccia, e fu punito, cacciandolo...
...il che è un diamante che si è intagliato di se, l'immagine perfetta dell'uomo...
...e la rivoluziuone trionfa...
...da quel momento a cuba i bambini vivono felici, con sanità, cibo, e igene, e l'economia cubana va bene...
...pensa che non sia giusto avere piuù degli altri...
...un aneddoto...
...poi parte per la bolivia, da dove non tornerà...
...L'uomo che eraincaricato di finire il che, non ce la faceva a sparare...
...ma la mano tremava...
"quando lo guardai nelgi occhi, lo vidi garnde, immenso, aspettava sereno e mi diceva "sparami, falla finita""
...i suoi occhi diventati azzurri l facevano sembrare vivo, sereno!...
..."sembrerò morto, ma non sarà vero" e difatti non è vero...



Ma te ne accorgi che vivi in mondo fantastico? Dov'è la realtà dei fatti?
Ma te ne accorgi che sembri Fede che fa un panegirico di Berlusconi?
Eddai, svegliati Tyxy, il mondo reale ti aspetta...

ZeroBarraUno
00domenica 8 giugno 2003 16:52
comunque è vero,si devono un pò moderare i termini in un forum dove lo scopo principale è discutere e dare le proprie opinioni,non si può degenerare in una discussione assolutamente seria e con uno scopo preciso...
Qualcuno deve fare una pausa di riflessione...


Wago
00domenica 8 giugno 2003 19:41
Qualcuno di voi noterà che un tempo qui c'era una risposta piuttosto infiammata di Tyxy, mentre ora al suo posto c'è questo messaggio.
Mi rendo conto perfettamente che quello che sto dicendo e che vado a dire non rientra assolutamente nel topic della discussione, ma sono costretto dalle circostanze a esercitare attivamente il mio ruolo di moderatore. Forse questo non è il modo migliore a mia disposizione per svolgere il mio ruolo, ma altre alternative non ne vedo.
Questo è un avvertimento a tutti coloro che contribuiscono a incrementare la tensione, a compromettere il clima di rispetto reciproco che dovrebbe esserci in questo forum e a impedire che nella cartella più "seria" del forum si svolgano tranquillamnte discussioni degne del nome. In particolare mi rivolgo al caro Tyxy, che per quanto mi riguarda è condannato senza possibilità di appello (a meno che il Supremo Dominatore interceda) alla cancellazione dei suoi prossimi due messaggi sufficientemente seri in questa cartella. Sulla serietà decido io a mia completa discrezione.
In attesa che l'admin Pikey prenda provvedimenti più seri.
Leonard Vertighel
00domenica 8 giugno 2003 19:50
Non ho avuto il tempo di leggerla. dato che credo di essere il diretto interessato, Wago, fai in modo di farla ricomparire, magari censurata. Grazie.


Gorthan
00domenica 8 giugno 2003 19:55
Credo sia stata cancellata e sia irrecuperabile. Comunque insieme ad un po' di parolacce gratuite invocava a grandi lettere il tuo ban...
Leonard Vertighel
00domenica 8 giugno 2003 19:58

Ah... ok, d'accordo.
Non pensiamoci più, chiudiamo il discorso e continuamo a postare in questa discussione solo per parlare del topic in questione.


PkerTyxy
00lunedì 9 giugno 2003 16:28
Ok Ok riprendo la discussione con calma
Leonard tu sai chi ha scritto quella cosa che hai "pastato" vero? se sai da chi è scritta puoi anche arrivare a capire il perchè di ciò che ha scritto, Guevara era si un guerrigliero, ma per una giusta causa, Guevara era anche un medico, e curava anche I NEMICI CATTURATI liberandoli poi, e se qualcuno dei suoi compagni proponeva di ucciderli lui diceva "noi non siamo come loro", per sapere questo basta leggersi qualche biografia e basta sapere la storia della rivoluzione cubana, poi è ovvio che nella guerriglia i morti ci sono, ma è per una giusta causa, tu sai che l'esercito di Batista, derubava i contadini, uccidendoli e facendo strage, specialmente lo squadrone di Sanchez Mosquera che seminava il terrore fra i contadini. Il Che insegnava a leggere e a scrivere ai suoi compagni e ai contadini stessi, le cose che ha scritto quel signore la sopra su guevara sono pura invenzione, e per capire che sono invenzione prima ancora di leggerle basta vedere che chi le ha scritte è di forza italia.




<--- Più cose vedo più cose conosco. Più cose conosco meno cose capisco! --->

[Modificato da PkerTyxy 09/06/2003 16.33]

[Modificato da PkerTyxy 09/06/2003 16.56]

Wago
00lunedì 9 giugno 2003 16:42
Il Che imparavaa a leggere e a scrivere ai suoi compagni e ai contadini stessi >> Ti è andata male che non sei vissuto a Cuba ai tempi del Che, magari sarebbe riuscito a IMPARARE pure a te a leggere e a scrivere, visto che per ora nessuno è stato capace di INSEGNARtelo :)
PkerTyxy
00lunedì 9 giugno 2003 16:55
emh, già insegnare, ma ora io correggo il post e nessuno cpairà il mio errore, quindi penseranno che tu sia pazzo
Leonard Vertighel
00martedì 10 giugno 2003 13:28
Re: Ok Ok riprendo la discussione con calma

Scritto da: PkerTyxy 09/06/2003 16.28
Leonard tu sai chi ha scritto quella cosa che hai "pastato" vero?



Certo che lo so. E so anche(e lo ho scritto, ma avete soprasseduto)che è uno dei fondatori del vostro adorato Manifesto..



Guevara era si un guerrigliero, ma per una giusta causa,



Come come COME?!? Ma circa un mese fa non si parlava di "no alla guerra senza se e senza ma"?!?
Non si parlava di "non esiste una guerra giusta"?
E, poi, quando io vengo a parlare di guerra giuste, l'ipocrisia dilaga. Ma dai...




e curava anche I NEMICI CATTURATI liberandoli poi, e se qualcuno dei suoi compagni proponeva di ucciderli lui diceva "noi non siamo come loro",



E' evidente che non hai neanche minimamente idea della spietatezza di Guevara...



poi è ovvio che nella guerriglia i morti ci sono, ma è per una giusta causa,tu sai che l'esercito di Batista, derubava i contadini, uccidendoli e facendo strage, specialmente lo squadrone di Sanchez Mosquera che seminava il terrore fra i contadini.



Strano.
Mi fischiano le orecchie.
Forse che mi ricorda l'Iraq e la recente guerra?


Wago
00martedì 10 giugno 2003 13:54
Tyxy è inutile:sei evidentemente dalla parte del torto :P
E' meglio che eviti di accampare scuse altrimenti peggiori ulteriormente la tua già compromessa reputazione :)
PkerTyxy
00martedì 10 giugno 2003 14:32
levate gli op anche a wago visti i suoi post inutili no?

Come come COME?!? Ma circa un mese fa non si parlava di "no alla guerra senza se e senza ma"?!?
Non si parlava di "non esiste una guerra giusta"?
E, poi, quando io vengo a parlare di guerra giuste, l'ipocrisia dilaga. Ma dai...

Non ho mai detto che non può esistere una guerra giusta, quella guerra non era giusta (quella del sig bush). leonard guevara spietato? mi fai pena!
Leonard Vertighel
00mercoledì 11 giugno 2003 12:07
Re:

Scritto da: PkerTyxy 10/06/2003 14.32

guevara spietato? mi fai pena!




Evidentemente ti sei perso le ultime righe del mio primissimo post. Ti rinfresco la memoria su una famosissima e inconfutabile frase del Che:

La sua azione, esplicitamente ispirata ad una concezione coercitiva, impersona, come egli scrisse:
"l'odio distruttivo che fa dell'uomo un'efficace, violenta, selettiva, fredda macchina per uccidere".



PkerTyxy
00mercoledì 11 giugno 2003 15:16
e forse tu ti scordi che sul suo diario scrisse anche "Non bisogna uccidere se non è strettamente necessario" nel caso dlela rivuoluzione cubana era necessario per liberare il paese dalla dittatura di Batista, ti ricordo che l'esercito Batistiano faceva strage fra i contadini, e l'america appogiava il suo governo




<--- Più cose vedo più cose conosco. Più cose conosco meno cose capisco! --->

[Modificato da PkerTyxy 11/06/2003 15.17]

Wago
00mercoledì 11 giugno 2003 17:21
Era necessario? E perché Ghandi ha liberato l'India non solo senza uccidere, ma anche senza commettere atti violenti?
Cme ora lo dico solo per provocare, anche io sono convinto che la violenza alle volte sia necessaria.
PkerTyxy
00mercoledì 11 giugno 2003 17:22
Guarda che Ghandi è uno dei miei miti, però non sempre si può usare la Non-Violenza, nelk senso che a volte non srevirebbe a nulla.




<--- Più cose vedo più cose conosco. Più cose conosco meno cose capisco! --->

[Modificato da PkerTyxy 11/06/2003 17.23]

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