Andy Warhol

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vanni-merlin
00domenica 11 giugno 2006 00:31

Andy Warhol


Andy Warhol nasce a Pittsburgh, Pennsylvania, nel 1928.
Tra il 1945 e il 1949 studia al Carnegie Institute of Technology della sua città. Quindi, si trasferisce a New York, dove lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste: "Vogue", "Harper's Bazar", "Glamour". Fa anche il vetrinista e realizza le sue prime pubblicità per il calzaturificio di I. Miller.
Nel 1952 tiene la prima personale alla Hugo Gallery di New York. Disegna anche scenografie. Nel 1956 espone alcuni disegni alla Bodley Gallery e presenta le sue Golden Shoes in Madison Avenue. Fa alcuni viaggi in Europa e Asia.

Intorno al 1960 comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti e immagini pubblicitarie. Nei suoi lavori compaiono Dick Tracy, Popeye, Superman e le prime bottiglie di Coca Cola.
Nel 1962, invece, inizia a utilizzare la tecnica di stampa impiegata nella serigrafia, rivolgendo l'attenzione alla riproduzione di immagini comuni, degne del titolo di "icone simbolo" del suo tempo. Tratta anche temi carichi di tensione, come i Car Crash (Incidenti automobilistici) e Electric Chair (sedia elettrica). Dal suo stile "neutro" e banale prende insomma il via la cosiddetta Pop-art.

Come scrive FrancescoMorante: " La sua arte prende spunto dal cinema, dai fumetti, dalla pubblicità, senza alcuna scelta estetica, ma come puro istante di registrazione delle immagini più note e simboliche. E l'opera intera di Warhol appare quasi un catalogo delle immagini-simbolo della cultura di massa americana: si va dal volto di Marilyn Monroe alle inconfondibili bottigliette di Coca Cola, dal simbolo del dollaro ai detersivi in scatola, e così via. In queste sue opere non vi è alcuna scelta estetica, ma neppure alcuna intenzione polemica nei confronti della società di massa: unicamente esse ci documentano quale è divenuto l'universo visivo in cui si muove quella che noi definiamo la "società dell'immagine" odierna. Ogni altra considerazione è solo conseguenziale ed interpretativa, specie da parte della critica europea, che in queste operazioni vede una presa di coscienza nei confronti del kitsch che dilaga nella nostra società, anche se ciò, a detta dello stesso Warhol, sembra del tutto estraneo alle sue intenzioni".

Negli anni successivi decide di abbracciare un progetto più vasto, proponendosi come imprenditore dell'avanguardia creativa di massa. Per questo fonda la "Factory", che può essere considerata una sorta di officina di lavoro collettivo. Iniziano i rapporti di lavoro con Leo Castelli.
Nel 1963 comincia a dedicarsi al cinema e produce due lungometraggi: "Sleep" ed "Empire" (1964). Nel 1964 espone alla Galerie Sonnabend di Parigi e da Leo Castelli a New York. Per il Padiglione Americano alla Fiera mondiale di New York realizza i Thirteen Most Wanted Men. L'anno successivo espone all'Institute of Contemporary Art di Philadelphia.

Fallito il tentativo di fondare un gruppo musicale con La Monte Young e Walter de Maria (due dei più celebri compositori d'avanguardia del periodo), nel 1967 si lega al gruppo rock dei Velvet Underground, di cui finanzia il primo disco. Anche la famosa copertina del disco, una semplice banana gialla su sfondo bianco, è sue. Nel 1968 rischia la morte, all'interno della Factory, per l'attentato di una squilibrata: Valerie Solanas, unico membro della S.C.U.M. (una società che si propone di eliminare gli uomini). Espone al Moderna Museet di Stoccolma. Pubblica il romanzo "A: a novel" e produce il primo film in collaborazione con Paul Morissey. Si tratta di "Flash", cui seguiranno "Trash", nel 1970, e "Heat", nel 1972.

Nel 1969 fonda la rivista "Interview", che da strumento di riflessione sul cinema amplia le sue tematiche a moda, arte, cultura e vita mondana. A partire da questa data, fino al 1972, esegue ritratti, su commissione e no. Scrive anche un libro: "La filosofia di Andy Warhol (Dalla A alla B e ritorno)", pubblicato nel 1975. Nel 1976 espone a Stoccarda, Düsseldorf, Monaco, Berlino e Vienna. Nel 1978 a Zurigo. Nel 1979 il Whitney Museum di New York organizza una mostra di ritratti di Warhol, intitolata "Andy Warhol: Portraits of the 70s".

Nel 1980 diventa produttore della Andy Warhol's TV. Nel 1982 è presente alla Documenta 5 di Kassel. Nel 1983 espone al Cleveland Museum of Natural History e gli viene commissionato un poster commemorativo per il centenario del Ponte di Brooklyn. Nel 1986 si dedica ai ritratti di Lenin e ad alcuni autoritratti. Negli ultimi anni si occupa anche della rivisitazione di opere dei grandi maestri del Rinascimento: Paolo Uccello, Piero della Francesca, e soprattutto Leonardo, da cui ricava il ciclo "The Last Supper" (L'ultima cena). Realizza anche alcune opere a più mani con Francesco Clemente e Jean-Michel Basquiat, il "maledetto" della scena artistica nuovayorchese.

Andy Warhol muore a New York nel 1987 durante una banale operazione chirurgica.
Nella primavera del 1988 10.000 oggetti di sua proprietà vengono venduti all'asta da Sotheby's per finanziare la Andy Warhol Foundation for the Visual Arts. Nel 1989 il Museum of Modern Art di New York gli dedica una grandiosa retrospettiva.


da: biografie.leonardo.it/biografia.htm?BioID=237&biografia=And...

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