Mia madre mi prende sempre per il culo perchè sono per il riutilizzo. Per esempio i vasetti delle salse (senape, maionese etc) li lavo una volta usati e li riuso per qualcos'altro (farina, zucchero, miglio, cous-cous etc). Quando mi va a male la roba non la butto ma la uso per concimare le piante dell'orto - che poi ovviamente mangio (grazie a Belze per questa dritta
), le vaschette di alluminio le riutilizzo 4-5 volte prima di buttarle, la carta-forno la uso 2-3 volte prima di cestinarla e così via. Inoltre cerco di risparmiare comprando al discount quando posso (in genere ci vado quando faccio la spesa grossa) mentre per le spesucce infrasettimanali vado nel supermercatino a conduzione familiare e compro i prodotti della "loro" marca (che si risparmia ed è buona uguale), quando compro la verdura preferisco comprarla dai coltivatori diretti (qua per fortuna ce ne sono parecchi) anche perchè quella dei supermercati spesso tiene 2 giorni e poi la butti, quella dei coltivatori tiene anche 10 giorni (poi dicono i conservanti, mavaccagare) ed è pure più buona.
Ed evito ovviamente di comprare abbigliamento di marca. Sia perchè non mi piace andare in giro "firmata" sia perchè, anche se è roba proveniente dalla cina o dall'india o dalla thailandia, almeno il giro d'affari è minore - quando i negozi dell'usato non costavano quanto le boutique compravo in quei negozi lì. Nel senso, un conto è spendere 35 euro un paio di jeans e sapere che 34 vanno al produttore e 1 va ai lavoratori, un conto è spenderne 5 di cui solo 4 vanno al produttore e 1 va ai lavoratori. E quando posso, compro solidale. Equo-solidale, per la precisione. Con magliette di cotone proveniente da piantagioni in cui i lavoratori non sono sfruttati, stampate in posti dove i lavoratori non sono sfruttati, vendute da botteghe in cui i lavoratori non sono sfruttati, e con materiali tutti sostenibili. Costicchiano (una t-shirt la paghi tra i 10 e i 25 euro, dipende da diversi fattori), ma spesso il prezzo è trasparente e almeno sei sicuro al 99% che per fare quella maglietta nessuno è stato sfruttato o ha rischiato di morire per le condizioni della sicurezza sul lavoro.
Senza contare il riciclo.
Si fa quel che si può, io ovviamente posso perchè vivo da sola, ma sto iniziando a inculcare la cosa anche a mia madre (che quando viene qua da me compra certe cose nel negozio biologico che c'è in centro) e credo che parlando coi propri genitori anche chi vive ancora in casa può iniziare a cambiare abitudini.
Se vi servono suggerimenti, non fatevi problemi a chiedere.