1914: l’Italia invade la Francia

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Ofi
00domenica 18 novembre 2012 19:27
1914: l’Italia invade la Francia

Una forza d’invasione italiana composta da cinque corpi d’armata e due divisioni di cavalleria - complessivamente 217.000 uomini con 60.000 cavalli e muli e 10.000 carri - s’imbarca nei porti di Genova, La Spezia e Livorno.
Sbarca nel porto di St. Tropez, prende alle spalle il campo trincerato di Nizza e marcia su Marsiglia.
Una volta conquistata, Marsiglia diventa la base dalla quale le truppe italiane risalgono la valle del Rodano fino al cuore della Francia, dove si uniscono a quelle tedesche.

Pura fantasia?

No: è il piano che il capitano di fregata A. Capon, ufficiale di collegamento con lo Stato Maggiore Generale, concepì nell’inverno tra il 1913 e il 1914, a pochi mesi dallo scoppio del conflitto mondiale e con l’Italia legata alla Triplice Alleanza.

Il documento è conservato presso l’Ufficio Storico della Marina con il nome «Operazioni di Sbarco in Provenza», 1913-14, ed è citato in Memorie Storiche Militari - 1980 edito dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.

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Fabry_78
00domenica 18 novembre 2012 19:44
[SM=g7349] Interessante...molto molto interessante...! [SM=g7349]

giappy50
00domenica 18 novembre 2012 21:07
Gli Stati Maggiori, o semplici studiosi, elaboravano, ed elaborano, piani strategici nelle più diverse situazioni e previsioni. Forse in qualche archivio c'è qualche piano di conquista della Cina o dell'isola di Pasqua.
Qualcuno, come quello di Schlieffen, ha avuto esecuzione, altri, come quello di Cadorna per l'intervento sul Reno contro la Francia, sono rimasti lettera morta.
Gianpietro
Ofi
00lunedì 19 novembre 2012 09:58

altri (...) sono rimasti lettera morta.



Quello che mi ha colpito è il motivo per cui questo è stato accantonato.

Testualmente:
«Tale operazione non avrebbe potuto cominciare se non quattro mesi dopo l’apertura delle ostilità, poiché ci sarebbe voluto un mese intero per avere la supremazia sul mare con l’aiuto austriaco e tre mesi per riunire le navi e prepararle insieme alle truppe. Quindi era improbabile che le truppe italiane avrebbero potuto penetrare nelle linee francesi ed emergere nella valle del Rodano prima che la guerra fosse finita. L’Italia avrebbe in questo modo contribuito ben poco con tale azione e avrebbe ricevuto altrettanto poco al momento dell’armistizio.»

Oltre a tutte le considerazioni che possono scaturire sull’Italia schierata a fianco degli imperi centrali e sulla sua strategia politico-militare (ribadita nel giugno del 1940 quando le truppe italiane attaccheranno per davvero una Francia ormai in ginocchio perché “serviva qualche migliaio di morti per sedersi al tavolo delle trattative”), questa analisi conferma un dato oggettivo: erano tutti davvero convinti che il conflitto avrebbe assunto le caratteristiche di una guerra di movimento e che sarebbe durato pochi mesi.
lemberg
00lunedì 19 novembre 2012 11:29
A proposito di sorelle latine: Le petit Journal, 1896: arresto di uno spione italiano. Siamo in piena era Pollio, sant'uomo...



Rawa Ruska
Ofi
00lunedì 19 novembre 2012 12:26

A proposito di sorelle latine


Grazie per il contributo, Lemberg.
Una testimonianza davvero emblematica che dimostra come certi “umori” che caratterizzavano i rapporti tra Francia e Italia prima della Grande Guerra non fossero limitati esclusivamente agli ambienti militari, ma venissero diffusi anche fra l’opinione pubblica.

In seguito, come sottolineato, le due nazioni divennero sorelle e vennero enfatizzate le comuni radici latine:

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lemberg
00lunedì 19 novembre 2012 13:19
Come ieri, come oggi, memoria breve...

Lemberg

nello69
00lunedì 19 novembre 2012 20:52
L'Italia in quel periodo era legata anche alla Francia con un accordo navale. Era anche pronto un piano di utilizzo dei porti Italiani a favore della Francia stessa per i rifornimenti che arrivavano dal Mediterraneo in caso di conflitto con la Germania.

Ciao
ronco78
00martedì 20 novembre 2012 02:56
giappy50, 18/11/2012 21:07:

Gli Stati Maggiori, o semplici studiosi, elaboravano, ed elaborano, piani strategici nelle più diverse situazioni e previsioni. Forse in qualche archivio c'è qualche piano di conquista della Cina o dell'isola di Pasqua.



Eh già...in quel periodo gli Stati Maggiori di tutta Europa erano in fermento, tra i tanti piani c'era anche quello del 1914 del capo di Stato Maggiore elevetico Arnold Keller, col quale era prevista l'invasione della Lombardia e del VCO da parte delle truppe rossocrociate ( attacco in Valtellina e Val d'Ossola, occupazione di Luino, Varese e Como per arrivare d'un balzo direttamente a Milano ): avrebbe poi chiuso il tutto un bel patto segreto con Vienna, pronto per essere firmato, rimasto blindato per quasi un secolo negli archivi delle autorità militari svizzere.
Oltre al piano d'invasione era anche previsto un dettagliatissimo piano di difesa nel caso l'Italia fosse riuscita a contrattaccare ( linea di resistenza da Bellinzona, sul Sempione e sul Gottardo ) o addirittura avesse voluto anticipare la mossa svizzera, visto il concreto rischio del dilagante italico irredentismo e che le mire espansionistiche nazionaliste ( era appena terminata la campagna di Libia ), potessero coinvolgere anche il Canton Ticino.

Fantastoria?...meno di quanto possa sembrare, visto la mole di lavori e fortificazioni approntate da entrambi gli stati lungo il confine...

a chi interessasse
Binaghi-Sala
"LA FRONTIERA CONTESA"
I PIANI DI ATTACCO ALL'ITALIA NEL RAPPORTO SEGRETO DEL COLONNELLO ARNOLD KELLER (1870-1918)



saluti ronco

Ofi
00martedì 20 novembre 2012 10:09

tra i tanti piani c'era anche quello del 1914 del capo di Stato Maggiore elevetico Arnold Keller, col quale era prevista l'invasione della Lombardia e del VCO da parte delle truppe rossocrociate


Però, la Svizzera... Alla faccia della proverbiale neutralità...

Eccoli, dunque, gli “alleati” sul confine del Dreisprachenspitze, nei pressi dell'odierno Rifugio Garibaldi sul Passo dello Stelvio.

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lucallo78
00martedì 20 novembre 2012 18:42
Un altro esempio di rapporti pre-guerra... in due cartoline, del 1914 e del 1908...
Gira60
00martedì 20 novembre 2012 19:50

Quello che mi ha colpito è il motivo per cui questo è stato accantonato



Forse per lo stesso motivo che la morte del generale Alberto Pollio capo di stato maggiore italiano fino al 1914 è ancora avvolta dal mistero.....

vi consiglio il libro ( che credo di aver già segnalato) G. D'Angelo La strana morte del tenente generale Aberto Pollio Capo di Stato Maggiore dell' esercito 1 Luglio 1914
Ofi
00martedì 20 novembre 2012 21:35
Grazie per la dritta, Gira.
A quanto pare, un altro dei tanti misteri italiani...
lupo.Tolmezzo
00martedì 20 novembre 2012 23:22
la morte di Pollio...mesi fa c'era un interessante breve articolo su Storia Militare... Però io non sarei così sicuro dell'omicidio... francamente, dalla descrizione degli avvenimenti e dei sintomi, mi sembra possibilissimo che si sia trattato di un "semplice" attacco cardiaco... tra l'altro mi pare che Pollio fosse cardiopatico da tempo
Gira60
00mercoledì 21 novembre 2012 15:25
In effetti tutto farebbe supporre per una morte dovuta a malore o quantomeno a problemi fisici preesistenti...tra l'altro Pollio era rientrato in albergo dopo aver partecipato come spettatore ovviamente alle grandi manovre dell'esercito italiano a Torino, durante le quali sotto il sole di giugno-luglio aveva già dato qualche segno di sofferenza fisica.....

detto questo, il libro e i dubbi che pone, partono giustamente da una una domanda d'obbligo...cui prodest ? arrivando subito alla conclusione che il cui prodest riguardava almeno mezza europa, almeno quellla che all'epoca contava.....sono di quelle cose che magari leggi anche con un po' di scetticismo, tanto sono le solite ipotesi di fantapolitica pensi...poi alla fine arrivi alla conclusione che...mah..potrebbe anche essere, perchè no ?

e vi assicuro gli indizi per giungere a questa conclusione non mancano certo in questo ennesimo "segreto di stato" italiano

Kranebet
00mercoledì 21 novembre 2012 16:30
Gira60, 21/11/2012 15:25:

In effetti tutto farebbe supporre per una morte dovuta a malore o quantomeno a problemi fisici preesistenti...tra l'altro Pollio era rientrato in albergo dopo aver partecipato come spettatore ovviamente alle grandi manovre dell'esercito italiano a Torino



Forse gli è venuto il "coccolone "dopo aver visto com'erano andate le "grandi manovre" ... [SM=g7346]
lemberg
00mercoledì 21 novembre 2012 17:17
Simpatica ipotesi... Pensiamo per un attimo ai grandi interessi economici in gioco, ai fatti, non al "patriottismo". I fatti sono legati all'economia e l'economia ci dice che era primario interesse italiano far defungere il porto di Trieste a favore di Genova e Venezia... Si sapeva all'epoca benissimo che Trieste italiana significava la morte del porto, privato del suo naturale hinterland commerciale, di linee di comunicazione ferroviarie adeguate... Tutto pro Venezia o altri porti italiani. L'unico futuro del porto di Trieste stava nella possibile appartenenza al Regno SHS ma questo non era certo nei disegnoi dei signori dell'economia né dei nazionalisti troppo miopi per non vedere al di là del proprio naso.

Lemberg

giappy50
00mercoledì 21 novembre 2012 18:32
A chi poteva giovare la morte di Pollio: a Cadorna che gli succedette.
Si dimentica che la politica estera la faceva il Governo e non il Capo di Stato maggiore, vedasi Patto di Londra di cui Cadorna ha saputo a cose fatte. Quindi eliminare Pollio non giovava affatto ai circoli economici e finanziari mondiali o quantomeno europei, nè ai nemici del porto di Trieste in quanto nella stanza del potere contava, con tutto il rispetto, come il due di briscola o, al massimo, il sette.
Credo si tratti della solita dietrologia in cui noi italiani siamo abbastanza portati. Per imbastire presunti fatti, indizi, supposizioni, allusioni per rendere credibile un'ipotesi basta solo un poco di fantasia.
A questo punto anche la morte di Francesco Giuseppe giovava a tanti, fuori ma soprattutto dentro al suo Impero. Gli hanno dato un caffè avvelenato?
Gianpietro
lemberg
00mercoledì 21 novembre 2012 19:35
Si investiga ancora sul presunto avvelenamento di Napoleone...

Lemberg

giappy50
00mercoledì 21 novembre 2012 20:38
Su quello di Cleopatra non vi sono dubbi.
(Mi autotiro le orecchie per l'O.T)
Giappy
lemberg
00mercoledì 21 novembre 2012 21:54
Big Giappy!

Lemberg

giappy50
00mercoledì 21 novembre 2012 22:23
Tornando seri e in argomento (o quasi).
C'erano, negli anni precedenti la guerra, piani francesi per invadere l'Italia?
Gianpietro
Gira60
00mercoledì 21 novembre 2012 22:51
Riguardo il libro che ho citato, ricordo che esso si basa sull'analisi della relazione Traniello, dal nome del tenente colonnello Vincenzo Traniello che accompagnava Pollio alle grandi manovre di torino....e quindi testimone diretto dei fatti che hanno portato alla morte il capo di stato maggiore.....poi come ho detto, ogn'uno è libero di trarre le proprie conclusioni.....e tenersi le proprie teorie....poco cambia, trovatemi due storici o presunti tali che abbiano la stessa opinione sullo stesso evento....figuriamoci qua, che a volte siamo a livello del Bar Sport.
lupo.Tolmezzo
00giovedì 22 novembre 2012 00:00
Ho letto giusto poco tempo fa un'intervista all'autore del libro; non nego che certe ipotesi e coincidenze siano affascinanti, ma il problema è, secondo me, che si tratta appunto solo di queste, non di prove, e nemmeno di indizi. I fatti sono che Pollio era una persona non certo giovane (non me ne vogliano i suoi coetanei o quasi del forum... un settantenne di inizio '900 era biologicamente molto più anziano di uno di oggi), già nota cardiopatica; e ricordiamo che 100 anni fa, in pratica, i farmaci cardiologici di oggi non c'erano: finchè il cuore teneva, bene, e dopo ti saluto. Se ricordo bene faceva caldo, la giornata era stata pesante, e Pollio tornando in albergo non stava molto bene, tanto che mi pare non cenò, perchè accusava un brutto "imbarazzo di stomaco"; venne curato (si fa per dire) in camera dal suo medico personale, che non volle che venisse trasportato in ospedale: dopo qualche ora morì. L'ipotesi, in soldoni, è che il suo medico fosse prezzolato e lo avesse avvelenato o altro impedendo poi il suo trasporto all'ospedale. Però sono solo congetture, di prove reali in realtà non ce ne sono proprio; quando, appena laureato facevo le mie guardie mediche "eroiche" nei paesini di montagna, quello che (assieme ai miei colleghi) temevo di più era proprio l'anziano cardiopatico "con un fastidioso mal di stomaco": perchè in questo tipo di pazienti, questa sintomatologia può benissimo essere una semplice gastrite, ma può anche essere un infarto, che, nell'anziano, a volte ha esordio molto subdolo: tipicamente la persona si mette a letto con una camomilla calda e dopo qualche ora peggiora e muore. E provate a covincere voi un vecchietto testardo ad andare a fare un elettrocardiogramma al pronto soccorso, a 40 km! La medicina in quegli anni era quello che era, e negli ospedali non si faceva molto di più a quello che ti faceva il medico in camera tua: che era, veramente, poco (per non dire quasi nulla): un infartuato moriva nel suo letto come all'ospedale. Anche i medici non avevano tutte le nozioni di oggi, e non poteva essere altrimenti: forse il suo medico sbagliò, forse credeva di agire per il meglio: i metodi erano diversi dagli attuali.
Certo, la morte di Pollio (che non mi pare fosse amato dal governo, e forse sarebbe stato presto comunque defenestrato; del resto non mi risulta fosse una mente brillante o uno stratega serio) fece comodo a molti, ma non è abbastanza, a mio avviso, per costruirci sopra scenari segreti senza alcuna prova. Anche la morte di Balbo fu comoda per Mussolini (e anche qui si chiacchierò), ma è ormai accertato che Mussolini non centrava nulla con l'abbattimento del suo aereo. Non so, sono idee mie, sia chiaro, ma diffido di queste ricostruzioni fatte decenni dopo senza fatti concreti.
[SM=g2467411]
Ofi
00giovedì 22 novembre 2012 09:31

C'erano, negli anni precedenti la guerra, piani francesi per invadere l'Italia?



Tratto da Memorie Storiche Militari - 1980 a cura dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, “L’Italia contro la Francia”:
nell’inverno del 1873-74 (...) tre ipotesi sembravano le più probabili: un attacco terrestre, o terrestre e marittimo, dalle Alpi Marittime e dalla costiera ligure verso Savona, con l’obiettivo di impadronirsi di Alessandria e della valle Padana e poi procedere contro Piacenza; attacchi terrestri e marittimi dalle Alpi e dalla costiera toscana collo scopo di aggirare l’Appennino settentrionale e la valle del Po e di prendere Bologna; attacchi a nord o a sud di Roma per dividere l’Italia settentrionale dalla meridionale, coll’intento di sollevare le province meridionali.
(...) in seguito, nel 1893 (...) il Consiglio superiore francese di guerra aveva concluso che c’era poca possibilità di fare un attacco via terra contro l’Italia con qualche speranza di successo, a causa delle migliorie nelle ferrovie italiane e nelle fortificazioni e per le riforme nel sistema di arruolamento e aveva abbandonato ogni idea di un’offensiva tattica nel sud-est.


Ma al di là di tutto, sappiamo com’è andata a finire, almeno per il momento...

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Gira60
00giovedì 22 novembre 2012 17:20
Ottima disanima, lupo...da addetto ai lavori, come è giusto che sia....

Pollio all'epoca aveva 62 anni , che giustamente come sottolinei , non sono i 62 anni di adesso, che già per tutta la giornata aveva manifestato un "disagio" fisico e che probabilmente il comportamento del suo dottore è stato corretto.....resta il fatto che per tutta una serie di motivi, convinto triplicista, sposato con un austriaca sorella di un ufficiale dell'esercito AU, tacciato anche di presunto spionaggio o quantomeno di non sapere stare zitto su certi particolari, quando era addetto militare in austria, smarcatamente filo asutriaco su diverse questioni, mentre proprio il governo decideva già da che parte sarebbe entrata in guerra L'italia...morto in un momento delicato appena dopo l'attentato di Sarajevo...diciamo che sono tutti indizi e coincidenze che si prestano a sospetti e supposizioni...del resto la GG ne ha a decine di questi presunti misteri irrisolti, o che si vogliono cercare o creare per forza...
Kranebet
00giovedì 22 novembre 2012 17:37
... quando si escludono le ipotesi fantascientifiche e dotate di sensazionalismo.. rimane l'ovvieta' dei fatti ...
Non ci sono indizi e/o prove della morte "violenta" di Pollio.
Semplici leggende, o mere coincidenze e/o casualita', con cui ritengo la Storia non possa confrontarsi.
Almeno per come la intendo io.
Gira60
00giovedì 22 novembre 2012 17:56

Semplici leggende, o mere coincidenze e/o casualita', con cui ritengo la Storia non possa confrontarsi.



Giusto,sono d'accordo.... ma ci sono Storici o presunti tali che hanno basato la loro carriera su "ipotesi" di questo tipo.....solo che se lo fa uno storico..di nome...ma perchè no ?, se lo scrive un emerito nessuno, anche se la ricerca è documentata....bleah! fantastoria...

Mi sarò fatto qualche nemico tra gli Storici accademici ?..beh pazienza....
Kranebet
00giovedì 22 novembre 2012 19:07
Qualche nemico fra gli Storici accademici?
Ehi.. detto fra noi.. ecchissenefrega!
nello69
00giovedì 22 novembre 2012 19:47
Mi limito a suggerire la lettura del volume edito dall'uffico storico "poliche e strategie in cento anni di guerre Italiane"

Ciao
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