[Hiroaki Samura] L'immortale

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Fays
00sabato 12 marzo 2005 18:32
Ho trovato per caso in fumetteria questo splendido manga di cui non conoscevo l'esistenza e ne ho divorato le pagine con una voracità che raramente ho sperimentato.
Solo in seguito ho scopeto che questo fumetto ha una sua mitologia ben definita alle spalle visto che in Giappone è un successone e da noi è già stato stampato in modo discontinuo. Adesso questa ristampa è curatissima e molto interessante.

E' la storia ambientata nel Giappone feudale di Manji un Ronin immortale grazie al kessenchu, un verme che gli ripara i tessuti e gli organi quando si spappolano. Dopo aver ucciso 100 uomini innocenti per ordine del suo padrone Manji lo uccide e fa il voto di uccidere 1000 criminali prima che il verme sparisca dal suo corpo permettendogli di morire.

La storia è molto interessante e anche poetica: alterna scene violente e crude ad altre molto divertenti! Ma la cosa migliore sono i disegni, assolutamente splendidi, impreziositi da alcune vignette a matita che sono incredibili se si pensa che l'autore era appena ventenne quando ha creato questa meraviglia.

Io me ne sono innamorato subito, vi consiglio di provarlo!
/lyxor/
00venerdì 18 marzo 2005 13:15
preso e letto.
Un manga molto carino, si lascia leggere senza problemi.

pero' è subito evidente che 'sto samura tanta esperienzanon l'aveva. La storia è tutt'altro che ben strutturata, anche se gli spunti interessanti non mancano.
cmq sia è il genere di manga "strasbrofa" con tecniche assurde e personaggi abbastanza stereotipati, sangue a ettolitri e affini

in definitiva un manga divertente ma, per quanto rigurda almeno il primo numero, non imperdibile
Fays
00sabato 16 aprile 2005 11:08
Vi propongo un articolo che ho scritto per il giornale dell'università. Cosa ne pensate?

Bere dal calice della vita eterna è il vero suicido?
L’immortalità dal fumetto seriale alla vita reale


Chi di noi non ha mai desiderato poggiare le labbra sul calice dell’eterna giovinezza e inondarsi del nettare dell’immortalità? In natura, tutto prima o poi ha fine e lo spettro oscuro con la falce è una minaccia che non ci lascia mai soli. Ma siamo sicuri che l’immortalità sia davvero un bene? Lo spunto per parlare di questo tema ci viene da un fumetto di grande successo da poco ristampato da Planet Manga: si tratta de “L’immortale” di Hiroaki Samura, storia di un Ronin con il dono dell’immortalità. Manji agli ordini del suo padrone ha ucciso cento persone innocenti e ora per riscattarsi ha fatto il voto di uccidere mille furfanti, solo allora potrà morire in pace. Ci troviamo così di fronte a mirabolanti scontri a base di katane in cui il nostro eroe viene fatto a pezzettini, ma il suo busto con tenacia continua a combattere mentre le sue gambe vanno a spasso da tutt’altra parte… Al di là della trama che è chiaramente parodistica (anche se il fumetto è realistico) ciò che può lasciare perplessi è il fatto di trovarsi di fronte ad un protagonista immortale: se si sa già che non morirà dov’è la suspance? Dove sono le sorprese? Rischia di essere una noia mortale. In realtà, guardando più nel profondo, ci accorgiamo che non c’è niente di strano e che tutti i protagonisti dei fumetti seriali sono immortali. Noi sappiamo perfettamente che Dylan Dog sopravvivrà ad ogni mostro vomitato dall’inferno, sono solo i comprimari ad essere in pericolo. Oppure non possiamo immaginare Spider-Man che viene stritolato dai tentacoli di Octopus. Certo a volte si sono viste eccezioni: per esempio Superman è morto ed il fumetto è continuato anche senza il suo protagonista fino a che è infine risorto, dimostrando che davvero gli eroi sono immortali. Addirittura Wolverine, il portentoso X-Men dotato di un potere rigenerante che cura ogni ferita, comprese quelle della mente, tanto da fargli dimenticare tutti i ricordi, in una miniserie in edicola in questi giorni estrarrà i suoi artigli per l’ultima volta. Ma questa loro vita eterna condanna i personaggi a restare statici, fissi, con un carattere ben definito che non cambia da numero a numero. Non ci possono essere traumi nella vita di un eroe seriale, niente che faccia mutare la sua personalità, a meno che non si faccia un completo restyling del personaggio. Questo è ciò che li distingue dagli uomini veri: noi cambiamo sempre personalità, ci copriamo di maschere, mutiamo idee e opinioni e questa è anche la nostra fortuna. Provate ad immaginare un mondo popolato dagli dei dell’Olimpo greco. Non ci sarebbe evoluzione, creatività, progresso tecnologico: ognuno coltiverebbe le sue idee immutabili per l’eternità, ognuno avrebbe la sua personalità scolpita nel marmo. Allora è questo il punto? Bere dal calice dell’immortalità sarebbe il vero suicido? In realtà l’immortalità umana esiste ed è contenuta proprio nell’essere mortali: la creatività che ci viene dall’avvicendarsi delle generazioni e dallo scorrere del tempo, imprime nella natura le nostre idee, i nostri sentimenti, i nostri sogni e quelli verranno conservati nel libro dell’universo per sempre, anche quando l’ultimo uomo si accascerà a terra sotto un cielo di stelle fredde.

Morpheu5
00sabato 16 aprile 2005 12:11
Mi sono perso un'ottantina di passaggi tra le prime righe e tutto il resto ma soprattutto la risposta a "Ma siamo sicuri che l’immortalità sia davvero un bene?". Andava bene anche un "boh, che cazzo ne so io?".
Matteo Vattani
00sabato 16 aprile 2005 12:23
Fays, io non ho mai desiderato di poggiare le labbra sul calice dell'eterna giovinezza.

Piuttosto preferisco vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo (cit)

La domanda più sensata a questo punto credo sia: "E' meglio vivere un giorno da leone o 100 giorni da orsetto?".


Gorthan
00sabato 16 aprile 2005 15:08
Sinceramente non ci vedo un filo logico. L'articolo, che si arzigogola fra giri di parole ed esempi, non lascia intendere se il centro della questione sia la vita eterna piuttosto che gli eroi -immortali- dei fumetti, e si perde su entrambi i fronti, non approfondendo nessuno dei due punti.
manfroze
00sabato 16 aprile 2005 15:11
suicidio.
Fays
00domenica 17 aprile 2005 20:51
E lo so ma è difficile scrivere un articolo in 30 righe mettendo tutte quelle cose.
Gorthan
00domenica 17 aprile 2005 21:09
No. Tu ti devi porre un'obiettivo: di cosa devo parlare? Il resto verrà da sé, sintesi compresa, che ti permetterà di tagliare le parti che non c'entrano col discorso che tu vuoi fare e approfondire invece il nocciolo della questione.
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